Massimo Canfora – Create Your Own Show

Massimo Canfora ha pubblicato l’album di debutto dal titolo “Create Your Own Show” con l’etichetta Ghost Label Record. Il suo è un sound quasi interamente strumentale tra metal e rock. System failure ha ascoltato “Create Your Own Show” e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.

Cominciamo a presentare questo artista dicendo che i suoi soli di chitarra sono strepitosi e ci portano alla mente artisti virtuosi del calibro di Steve Vai o Carlos Santana. Il songwriting è tanto indovinato e le canzoni esaltano tanto l’ascoltatore. I refrain superbamente accattivanti sono ricamati con tanta cura dall’artista. Produzione e mixing sono di alto livello e ci fanno capire che siamo di fronte ad un artista e ad un prodotto musicale per un pubblico selezionato. Questo non toglie che la musica di Massimo Canfora possa attrarre e addirittura sbalordire anche l’ascoltatore più distratto che si trova per caso ad un suo live.

Mi ha colpito particolarmente il progressive rock di “Transmission”, una cavalcata sonora elettrizzante. Tanto sognante e preziosa la successiva “Fake Papyrus”. Da citare anche la solenne “Sun in the box” e la romantica “Blue snow on the beach”: le sfumature sonore che riesce a proporre Massimo Canfora sono molteplici e, a tratti, allietano il nostro animo in modo indescrivibile. Come non notare che a tratti arrivano anche impressioni sonore blues come accade per esempio nelle ottime “Cr7” e “Pay the ticket”. Davvero incantevoli gli arpeggi di “Zubrowka republic”. Per finire irresistibile il “combo” “Screamers”(parte 1 e 2): qui, come altrove, la tecnica di Massimo Canfora ci scalda il cuore con folgorazioni intrepide.

Massimo Canfora con la sua chitarra ora dolce e sensuale, ora frenetica ed ansiogena trasmette “onde emozionali” che fanno parte di noi, onde emozionali che quando scateniamo ci fanno sentire vivi. Il viaggio sonoro che propone Massimo Canfora con il suo “Create Your Own Show” è da mettere nell’impianto in macchina e spararlo a tutto volume mentre sei diretto verso mete che ancora non conosci perché l’importante è viaggiare e provare emozioni senza conoscere la meta più che percorrere i soliti tragitti prestabiliti che non regalano altro che vite piatte, grigie.