Paolo Ronchetti – (Cosa devo fare) Quando piove forte
Ecco un brano che mi riporta a quando la musica italiana era bella e suonata bene, soprattutto suonata…quando il sogno di molti musicisti era di diventare il turnista di qualcuno famoso.
Quell’epoca d’oro in cui la musica era un lavoro d’equipe e un groviglio di storie e non la storia aggrovigliata di un producer nella sua stanza. Tempi di Vecchioni, De Gregori, quando si sporcavano le mani di blues e soul. E qui di soul ne abbiamo parecchio, come non se ne sentiva dai tempi dei Ladri di Biciclette (si c’é Fornaciari…ma é un’altra pasta…)… qui abbiamo più raffinatezza cantautorale, Wilson Pickett alla base, Otis Redding ai testi. Un prodotto puro dalle intenzioni chiare. Arriva.
Paolo Ronchetti é un musicista e autore stagionato, consapevole, dalle molte influenze e interessi dal punk, al jazz, RnB fino a Jannacci, quasi a rivendicare con fierezza le origini milanesi con uno spettacolo dedicato a quest’ultimo.
Quando Piove Forte…dipende da …cosa… piove… Un inno alla resistenza umana, come Paolo stesso definisce. Nei momenti di difficoltà, riscoprire e dedicarsi all’altro pianta nell’universo quel seme di amore che crescendo ci farà sentire meglio…basta già solo piantarlo. Gesti semplici, cose da fare, abitudini, diventano estremamente difficili ‘Quando Piove Forte’… ma l’apertura del cuore é come l’apertura di un ombrello, verso se stessi, perdonarsi e perdonare, per donarsi e per donare.
Grande assente nel video é la pioggia, ma l’idea é super smart ed emotivamente efficace…un casolare abbandonato, un muro grigio, una sedia e vari personaggi che si avvicendano con in mano diversi oggetti che fanno riferimento al testo. L’autore si siede per ultimo dopo aver girato per la campagna ispida con la chitarra a tracolla, di spalle. Volti sorridenti tra espressioni e vestiario lievemente eccentrici. Nessun effetto speciale, tutto semplice e asciutto… difficile …quando piove forte….
Quello che davvero piove sono i colpi di rullante sul ritornello…danno grande spinta, ben arrangiati, scarni ma presenti i fiati, non rubano la scena come nel soul più convenzionale. Produzione azzeccata di Michele Anelli, registrato da Antonio Polidoro; mixato da Taketo Gohara con il Mobilis In Mobili, masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà… come dicevo… il lavoro di equipe…
Fate piovere gli streams e le vostre visite su questi link…mi raccomando…piovete forte!
A cura di RikiAbi.
Link Spotify: https://open.spotify.com/intl-it/track/4BEoKnrIT5mfbD1KlrAxhH