Intervista a NICCOLÒ AVANZI

Come è nata in te la passione per la musica?

Posso dire con certezza che sono due i fattori che mi hanno fatto innamorare della musica. Sicuramente il primo è grazie a mio padre che fin da quando ricordo ha sempre ascoltatoa musica “colta” come jazz, funky e r&b. E sono sicuro che questo fattore abbia condizionato fin da piccolo il mio approccio alla musica. E il secondo fattore è stato quando ero alle scuole superiori e durante un’occupazione dell’istituto in un’aula c’era un gruppo di ragazzi che suonava e faceva cover dei Nirvana. Vedere una persona che cantava mentre schitarrava degli accordi distorti mi ha letteralmente folgorato.

Come nasce e prende forma una tua canzone? Ci puoi parlare del processo creativo?

Il processo creativo non è una cosa facile, o meglio, non è facile da descrivere. Può succedermi che in un pomeriggio scrivo una canzone, mentre a volte ci posso anche mettere una settimana. Dipende dai momenti e da quanto quello che sto scrivendo mi prende. Ma tendenzialmente il mio processo creativo è sicuramente mettermi al pianoforte ed iniziare a suonare. A volte anche appoggiando solo le mani sui tasti ed ascoltare cosa ne esce. Da li provo e riprovo fino a che non sento una melodia che mi trigghera qualcosa nel cervello. E’ un po come quando sentiamo un profumo per strada che ci attrae, da quel momento bisogna essere bravi a seguire il profumo e questo mi porterà agli accordi, le melodie ed infine la canzone.

Sono quasi 30 anni dalla morte di Kurt Cobain. Cosa rappresentano questo artista e il grunge per la musica?

Beh arrivo da quel mondo. Quando ho iniziato a suonare (metà anni 90) quello che suonavo con gli amici era proprio il grunge. Kurt Kobain è stato sicuramente un’icona, per quanto tecnicamente le sue canzoni non sono niente di eccezionale al contrario quello che riusciva a trasmettere era infinito. Si sente nelle sue canzoni tutta l’emotività che viveva e questa è una cosa che a volte non percepisco nelle canzoni. Non è facile trovare un modo per esprimersi e Kurt secondo me ci era riuscito alla perfezione.

Quale è la differenza tra suonare per una band e suonare per se stessi?

Potrà sembrare egoistico, ma a volte suonare con una band non è sempre facile. Sono tante teste che ragionano, è vero portano anche più idee, ma bisogna anche metterle d’accordo. Personalmente mi trovo meglio a scrivere da solo, in casa al pianoforte. Poi passo in studio per registrare e fare gli arrangiamenti con Daniel Pasotti (che ha prodotto il disco). Da solo riesco a concentrarmi meglio e far spaziare i pensieri senza troppe distrazioni.

Perché ad un certo punto hai scelto una carriera da solista?

Proprio perchè sentivo il bisogno di esprimermi senza filtri. Ho avuto band in passato, ma era tanto tempo che avevo in testa di fare qualcosa di solo mio, insomma che mi appartenesse al 100%.

“Due volte uno”, l’album d’esordio. Puoi presentarlo ai nostri lettori?

Due volte uno è un disco molto introspettivo, molto personale. Sette tracce dove mi racconto e parlo di amore, tempo, filosofia e infinito. Credo che sia un disco tendenzialmente pop, ma ascoltato attentamente vi porterà nel mio mondo interiore.

I testi creano immagini mentali attraverso le quali l’ascoltatore è spinto a compiere un viaggio metafisico tra sentimenti, razionalità, istanti e infinito, nel mondo interiore dell’autore”, leggo dal comunicato stampa. Puoi approfondire queste parole?

Come detto alla domanda precedente, è un disco per me molto profondo. Ho letto molti saggi di filosofia orientale durante la scrittura delle canzoni, ed ero appena tornato da un viaggio in India quando ho iniziato a scriverlo. Insomma sono stati tanti diversi fattori, non ricercati, che mi hanno portato alla stesura del disco. Mi piace creare figure metaforiche nei miei testi, dove mescolo razionalità a fantasia, anche per stimolare l’ascoltatore.

Per finire, saluta i nostri lettori ed invogliali ad ascoltare la tua musica con un appello….

Mettiamola così, ascoltate il disco, è anche abbastanza breve, ma ascoltatelo con attenzione. Magari in un momento di relax della giornata dove avete il bisogno di staccare la spina (e al giorno d’oggi coi tempi che corrono ce ne è sempre bisogno)… Vi trasmetterà un momento di calma, non ve ne pentirete!