Intervista a Francesco Cavestri

“IKI – bellezza ispiratrice”. Con che spirito è nato?

“IKI – Bellezza Ispiratrice”, ovvero il mio nuovo album uscito il 19 gennaio, è nato con lo spirito che si evince dal titolo: IKI, termine cardine della filosofia giapponese, indica una ricerca estetica appassionata e costante, ed è quella ricerca che muove lo sviluppo del mio album, incentrato su un’esplorazione del jazz nella sua forma libera e aperta, ovvero come musica che viene influenzato da generi diversi come l’hip hop, la musica elettronica, l’r&b, il trip-hop, e molti altri, influenzandoli a sua volta. È un jazz in continuo dialogo con queste forma musicali, che io apprezzo e a cui sono molto legato.

“IKI – bellezza ispiratrice”, come si comprende dal titolo, è ispirato alla bellezza della musica ed ai suoi legami tra i generi e gli artisti. Cosa ci puoi dire a riguardo?

MI piace parlare di “IKI – Bellezza Ispiratrice” come di un album che, in sole sei tracce, condensa almeno quattro-cinque sottogeneri diversi, tutti gravitanti intorno al mondo del jazz (che resta il mio genere di formazione oltre che quello che pratico e studio quotidianamente). Le sonorità elettroniche, che vanno a interagire con il suono del pianoforte, caratterizzano la produzione dell’album, formato da sei brani che presentano sonorità e influenze diverse tra loro: dal sapore immersivo e ripetitivo, quasi come un mantra, di “Distaccati” alle atmosfere da club di “Apollineo e Dionisiaco”, sulle quali si dispiega un solo di pianoforte dal sapore di jazz contemporaneo, fino ad arrivare al terzo brano, “Naima / Everything in Its Right Place”, un arrangiamento in cui ho unito insieme un brano dei Radiohead con una splendida composizione di John Coltrane. È proprio in questa esplorazione di stili musicali e generi diversi che ritrovo l’essenza, a mio modo di vedere, del jazz. Come ha detto Herbie Hancock, infatti, “il jazz è quel genere che più ha preso in prestito da altri generi e che a sua volta si è più prestato ad altri generi”.

Quale è la traccia dell’album alla quale sei più legato?

Difficile rispondere, è un po’ come chiedere a un genitore quale tra i sei figli/e preferisce 😉 Il brano con Paolo Fresu, che si chiama “IKI – Bellezza Ispiratrice” e dà il titolo all’album, perché presenta la collaborazione di uno dei più grandi artisti di jazz che il nostro paese abbia partorito. È un brano a cui sono molto legato non solo per la presenza di Paolo, ma anche per come è costruito: la prima parte presenta una melodia meditativa e dolce che definirei quasi Morriconiana (quantomeno è l’ispirazione a cui ho attinto), cui segue una parte elettronica, su cui si sviluppano il mio solo e quello della tromba di Fresu, introdotta da una frase di Miles Davis che ho scelto di campionare. Anche “Distaccati (da La Dolce Vita”) è una traccia molto importante: oltre a essere la traccia di apertura dell’album, è anche la prima che ho composto in ordine cronologico, a settembre 2022. È formata da una suite di suoni elettronici costruita intorno al monologo di Steiner tratto da “La Dolce Vita” di Federico Fellini. Un brano secondo me molto interessante in quanto gioca sull’incrocio e l’incontro di epoche diverse: il monologo di un film emblema del passaggio tra gli anni ’50 e ’60, su cui si sviluppa un mondo di suoni elettronici che rimandano a un’atmosfera contemporanea pienamente inserita nel XXI secolo.

Hai avuto modo di frequentare la scena musicale newyorkese. Cosa ricordi di quella esperienza?

La prima cosa che mi torna in mente è l’atmosfera a notte inoltrata dello Smalls Jazz Club, uno dei club più storici e importanti del mondo, e la tensione percepita poco prima di salire sul palco e suonare con musicisti che non avevo mai incontrato prima. Passare da luoghi come quello è fondamentale per un musicista di jazz. Una sera sono stato lì con altri ragazzi che studiavano al Berklee College of Music con me, abbiamo suonato insieme uno standard di Chick Corea, dal titolo “Humpty Dumpty” e ricordo con grande nitidezza l’adrenalina di suonare in quei luoghi.

Hai suonato in Festival e Jazz Club italiani ed esteri. Quale è la differenza tra suonare in Italia e suonare all’estero?

Solitamente non tendo a fare grandi distinzioni tra Italia ed estero, la riuscita di un concerto e le emozioni che ne scaturiscono dipendono più che altro, oltre che ovviamente dalla magia che si crea sul palco, dal tipo di organizzazione che si incontra e con cui ci si interfaccia da evento a evento. All’estero, anche se non ovunque, c’è una spiccata curiosità nello scoprire musica nuova e sonorità diverse, questa carenza viene però compensata in Italia con il calore che porta suonare nel tuo paese natale e, ovviamente, le eccezioni costituite da direttori artistici illuminati (vedi Paolo Fresu, che oltre a essere uno straordinario artista è anche discografico e direttore artistico di un festival, o Luciano Linzi, direttore artistico di Casa del Jazz e JazzMi). Suonare nei luoghi d’origine ha poi un effetto sempre speciale e particolare: ad esempio, quando mi sono esibito in Piazza Maggiore a Bologna a settembre 2023 ho provato una sensazione di profonda riconoscenza verso la città in cui sono nato, a cui sono legato e che mi ha dato tanto per la mia carriera.

Al Festival “Strada del Jazz 2023” con il tuo concerto in Piazza Maggiore a Bologna hai vinto il Premio come giovane pianista che unisce presente e futuro. Che emozioni hai provato?

A proposito del concerto in piazza maggiore a settembre! Sia il concerto che il momento della premiazione sono stati splendidi. Il concerto perché, come ho detto sopra, esibirmi nella piazza più importante della città in cui sono nato e cresciuto, davanti a una folla di persone così coinvolte e partecipative (tantissimi giovani!), ha reso quel concerto veramente speciale. Aver ricevuto il premio Strada del Jazz 2023, che negli anni scorsi era stato consegnato a personalità importantissime per il mondo del jazz italiano e non solo come Enrico Rava e Renzo Arbore, mi ha riempito d’orgoglio. Ci tengo infatti sempre a ringraziare Paolo Alberti e Gilberto Mora, che organizzano ogni anno questa rassegna splendida, per aver creduto in me e nel mio progetto, un progetto jazz giovane che si ispira alla musica oltreoceano facendo tesoro della ricchezza musicale e del patrimonio jazzistico che offre la città di Bologna. Ah, dimenticavo: il concerto in piazza maggiore è stato integralmente registrato dalla regione Emilia-Romagna, che l’ha condiviso sui suoi canali all’interno della Rassegna “Viralissima”.

Come nasce una tua traccia? Come prende forma e si evolve?

Ogni brano ha una sua storia personale e caratteristica, o almeno così mi piace pensarli in modo tale da non rischiare mai di risultare ripetitivo nelle mie composizioni. Ad ogni modo, i processi creativi che seguo più spesso partono dal pianoforte (come nel caso di “In the Way of Silence” o il brano “IKI- Bellezza Ispiratrice): mi siedo con lo strumento e comincio a viaggiare, cercando la melodia perfetta. Ovviamente la melodia perfetta non esiste, quindi la ricerca è costante, interminabile e trova una sua risoluzione, sempre temporanea, nel momento in cui individuo quelle note che il più possibile si avvicinano a ciò che sento di comunicare in quel momento. È sempre un processo astrattivo, di profonda analisi interiore, ancora prima che sullo strumento. Altre volte questa ricerca parte dall’elettronica (come nel caso di “Distaccati” e “Apollineo e Dionisiaco”): trovo un suono che mi affascina e lavoro per costruirci intorno un emisfero musicale che lo renda personale e caratteristico.

Per finire, saluta i nostri lettori e parlaci dei tuoi progetti futuri….

Cari lettori di System Failure, grazie per essere arrivati a leggere fino a questo punto.
Come ricompensa vi meritate, in anteprima, i prossimi appuntamenti: il tour di “IKI – Bellezza Ispiratrice si aprirà il 14 aprile con un concerto molto speciale al Blue Note di Milano. Vi aspetto in tantissimi perché non vedo l’ora di fare il mio debutto in un luogo così importante. Poi tornerò il 17 aprile all’AlexanderPlatz Jazz Club di Roma, che mi ha già accolto l’anno scorso, per poi arrivare il 18 maggio a Trevignano Romano con un bellissimo concerto sul Lago di Bracciano. In estate ci saranno altri appuntamenti imperdibili, terrò ovviamente aggiornate le mie pagine social e il mio sito web. Spero di vedervi in giro, A presto!