Intervista a Lisa Manara

Benvenuta sulle nostre pagine html. Come è nata in te la passione per la musica?

La musica c’è sempre stata nella mia vita e nella mia famiglia. Ricordo mio babbo che il sabato pomeriggio faceva rimbombare la casa a suon di gira dischi , ascoltando Pink Floyd, Dire Straits, Queen, Bowie e tutta l’ondata del rock inglese anno 70, mia mamma che suonava il pianoforte appassionata delle sonate così intense di Beethoven e mio nonno che dopo il pranzo della domenica ci intratteneva con la sua fisarmonica e il suo canto. All’età di 5 anni mia mamma quindi mi propose di iniziare un corso di musica che si chiama Yamaha, corso propedeutico che associa il gioco allo studio del pianoforte e allo sviluppo dell’orecchio musicale tramite la voce. Da quel momento non ho mai smesso di studiare. Per anni ho studiato il pianoforte classico ma sentivo che la voce era lo strumento che mi permetteva realmente di esprimere ciò che la musica mi richiamava e di entrare in armonia con le mie emozioni.

“Lasciami cadere” è il nuovo singolo. Di cosa parla questa canzone?

Il brano l’ho scritto quasi tre anni fa ma ancora non era il momento giusto per portarlo alla luce. È un brano totalmente autobiografico: non riuscirei a scrivere nulla di cui non conosca a fondo la reale intensità. È un complesso caotico di immagini e sensazioni del rapporto con il padre, che rappresenta una figura fondamentale per la crescita di una bambina, ovvero è il primo sguardo del mondo esterno che una ragazza sente su di sé. Una claustrofobica vicinanza e lontananza, l’uno il riflesso dall’altro da cui però ci si vuole affrancare; un amore che a volte non rispetta le nostre aspettative di figli perché l’unica cosa che vorremmo è poter sentirci liberi di essere, di sbagliare e quindi di cadere

Ci puoi parlare anche del videoclip, lo puoi presentare ai nostri lettori? Walter Molfese. Come è stato collaborare con lui?

Ho conosciuto Walter curiosando tra i videomaker su Instagram e mi hanno subito colpito i colori dei suoi lavori e i tanti video da lui realizzati in spazi naturali. La mia idea era di accompagnare “Lasciami cadere” ad immagini che non si servissero di una narrazione lineare quanto piuttosto della potenza espressiva e dove il montaggio servisse a dare ritmo e poetica al video stesso. Walter ha colto immediatamente con grande sensibilità ciò che avevo in mente e mi ha proposto una serie di scene che potessero tradurre al meglio il significato del brano. Ci siamo di seguito messi alla ricerca di una location in cui potessimo sfruttare le luci naturali di tutte le fasi del giorno per creare tagli di luce particolari e suggestivi ed abbiamo optato per Villa Emaldi a Faenza che è caratterizzata da ampi spazi e vetrate in cui poter ricreare giochi di luce e riflessi. È stato interessante vedere lavorare un professionista in un settore che non avevo mai conosciuto da vicino e anche molto divertente per me prendere parte ad un video, interpretare fisicamente quelle parole che per ora avevo solo sentito nella penna e nella voce.

Quanto è importante trasmettere se stessi con la musica?

Per me è necessario. Faccio la cantante perché non riuscivo a raccontare chi fossi realmente, mentre dentro di me sentivo bene la mia personalità seppur contraddittoria e cangiante. Ero in implosione e contemplavo senza relazionarmi realmente con la società. La musica mi ha fatto rompere questi muri. La voce è lo strumento più in relazione con l’emotività perché ne subisce gli effetti e i mutamenti, è l’abito che indossiamo per tutta la vita, abita dentro e fuori di noi ed è padrona e serva dei nostri pensieri.

Da dove prendi ispirazione per i testi delle tue canzoni? Come nasce una tua canzone?

Solitamente le canzoni nascono seduta ad un pianoforte: la melodia che esce libera dalla mia bocca e le parole che giorno dopo giorno si fanno più nitide, scritte su qualche foglietto di carta o tra le note del telefono. Scrivere i testi credo significhi fornire a chi ascolta un vocabolario più o meno complesso di emozioni, significa costringere chi ti ascolta a ripercorrere il percorso interiore che hai fatto quando hai scritto quei versi e per questo ci vuole la massima sincerità nella scrittura. C’è bisogno di raccontare qualcosa di cui si conosce veramente l’intensità perché la verità non è mai sbagliata. L’ispirazione dei miei testi arriva proprio da il mio vissuto e la musica diventa caricatura di esso, io posso dire una cosa e già con un accordo sotto, l’emozione viene caricata di senso.

In un mondo al collasso per tanti aspetti quale è il ruolo della musica secondo te?

La musica e tutta l’arte colora la nostra esistenza ed è la cifra della nostra epoca e con essa il modo in cui ne fruiamo. Credo che l’artista sia in grado di alimentare i sogni e di portare l’ascoltatore a vivere una dimensione meno materiale, ma più legata all’inconscio. L’artista non ha paura di addentrarsi nel mistero.

Per finire, saluta i nostri lettori e parlaci dei tuoi progetti per il futuro…

Dopo l’estate arriveranno altri brani e poi album o Ep. Mi piacerebbe portare la mia musica anche dal vivo magari aprendo qualche concerto ad artisti che stimo. Quest’estate prenderò parte a diversi Festival in cui proporrò un progetto live a cui sono molto affezionata “L’Urlo dell’Africanità” e poi chissà dove mi porterà questa nuova avventura. Un saluto a chi ha ancora voglia di immergersi nelle parole e nella musica! Ci vediamo su i miei canali social Instagram , Facebook , YouTube , il mio sito ufficiale e su tutte le piattaforme di streaming musicale! Ciao!!