Intervista a Le Bisce

1. Le Bisce, come, dove e quando?

Io (Damiano) e Paolo eravamo nella punk rock band GREEDO, nata insieme ad altri amici con l’idea di riprendere a suonare dopo qualche anno di inattività dai palchi. Dalle intenzioni iniziali, in poco tempo abbiamo iniziato a capire che il feeling e la voglia di fare qualcosa di più di un gioco era concreta, arrivando alla consapevolezza di dover uscire dagli “schemi” del punk e di provare con l’italiano per metterci in gioco al 100%. Siamo così diventati LE BISCE nel 2017, provando appunto a fare qualcosa di più. La scelta ci ha portato a perdere in poco tempo due bassisti e il batterista, costringendoci di fatto ad esibirci in acustico per quasi un anno, senza poterci esprimere al massimo e, soprattutto, senza poter sperimentare ed evolvere il nostro sound come avremmo voluto. È stato solo nel 2019, con l’ingresso in pianta stabile di Alessandro al basso e Pablo alla batteria che la band ha trovato la quadra. Ale è anche produttore e compositore ed ha portato tantissimo in fase di scrittura e arrangiamento. Pablo è il batterista con cui avrei sempre voluto suonare e in più è anche uno creativo, che sa lavorare sulla grafica e sui video. Abbiamo stabilito il nostro quartier generale a Codogno (dove abitano Ale e Paolo), abbiamo uno studio di registrazione e realizziamo in autonomia i nostri dischi, videoclip, grafiche…

2. “Il Tempo Dell’Attesa” è il vostro nuovo singolo, video e brano molto toccanti, ci volete spiegare brevemente il significato che si cela dietro a questo vostro nuovo singolo?

Il brano era già stato scritto oltre un anno fa e prodotto da diversi mesi (lo abbiamo anche eseguito dal vivo), e tratta la tematica dell’attesa come tempo da spendere e non da perdere. Quando ci siamo trovati ad affrontare la pandemia, abbiamo pensato che questa canzone potesse essere, in questo momento, uno stimolo a vivere questa attesa dando importanza a tutte quelle cose che diamo per scontate, ma che questo virus ci ha tolto: gli abbracci, le strette di mano, il contatto con gli amici e i parenti… Anche il video dimostra la voglia di unione e di “riempirci le vite”: oltre 100 italiani in giro per l’Italia e il mondo hanno risposto al nostro appello inviandoci video delle strade vuote dai luoghi dove abitano…qualcosa di inquietante e bellissimo allo stesso tempo!

3. Voi siete di Codogno, forse il maggior focolaio d’Italia… La vostra città in qualche modo vi ha ispirato?

Senz’altro Codogno ci sta ispirando in questi mesi. Siamo finiti sulle prime pagine dei notiziari di tutto il mondo, siamo passati per untori, appestati, delinquenti. Il centro del mondo, dato che per giorni chiunque fosse infetto era passato da Codogno, mancavano solo gli alieni all’appello. Abbiamo conosciuto persone nuove, vecchie conoscenze si sono riavvicinate, alcuni rapporti si sono intensificati…credo di poter dire che l’influenza di Codogno sicuramente si farà sentire in quello che sarà il nostro futuro.

4. Altri big del mondo musicale in qualche modo si sono ispirati a voi per la realizzazione dei loro video, come vi sentite ad essere i precursori di questa tipologia di video?

Abbiamo visto che anche il TG 2 ha parlato di voi… Quando abbiamo visto il video dei Rolling Stones abbiamo avuto un sussulto e il nostro manager Marco Biondi ha scherzato sul fatto che ci avessero copiato…ma con un altro tipo di budget ahah..Siamo convinti che un’idea supportata da un messaggio forte e positivo possa arrivare lontano, se e solo se autentica. E la nostra lo è al 100%. Fa piacere sapere che anche altri hanno avuto la nostra idea, sia che si siano ispirati a noi o meno. Il TG2 è stata una bellissima cosa, una botta di autostima che ci spinge a continuare nonostante tutto ciò che ci sta accadendo.

5. Come state vivendo il periodo Covid-19?

Dal punto di vista personale, due di noi sono di Codogno (Ale e Paolo) e hanno vissuto il tutto molto più intensamente. Purtroppo questo virus ci ha portato via Romano, il padre di Alessandro, al quale abbiamo dedicato il videoclip de “Il tempo dell’attesa”. Come band abbiamo perso concerti e occasioni importanti pianificate da tempo, che purtroppo sono state annullate o congelate. Non ci vediamo da tre mesi, ma siamo costantemente al lavoro a distanza e, nonostante la lontananza fisica, credo di poter dire che questa situazione ci ha unito come band.

6. Quando tutto questo sarà finito cosa ci dobbiamo aspettare dal progetto Le Bisce?

Purtroppo non sapendo quando finirà, stiamo cercando di riempire “il tempo dell’attesa” inventandocene una al giorno. A breve usciremo con una nuova versione de Il tempo dell’attesa, realizzata in collaborazione con oltre 60 musicisti, stiamo ultimando un nuovo singolo, diversi video e contenuti social. Non appena sarà possibile, vorremmo poterci esibire in un concerto…è quella la nostra dimensione ideale. Ma nel frattempo, ci diamo comunque dentro! Grazie per lo spazio!