Intervista a i Conigli Rosa Uccidono

1)Benvenuti su System failure. Ci parlate del vostro percorso artistico fino a qui?

[Gigio] Ciao ragazzi! Grazie a voi per averci aperto le vostre porte! Guarda in generale quando si parla di percorsi, ci piace fantasticare su quello che verrà. Siamo troppo giovani (?) per sederci a riflettere sui bei vecchi tempi!

[Gianni] Ad oggi siamo carichi e concentrati sulle cose che abbiamo appena pubblicato e che stanno riscontrando un ottimo successo! Senza contare che nelle prossime settimane usciranno due nuovi EP. Non vediamo l’ora di portare la nostra musica fuori dai nostri confini per poter entrare in contatto con nuove e stimolanti realtà.

2)Nel comunicato stampa giunto in redazione ho letto che: “I principali riferimenti estetici e musicali sono la vena notturna della scena post punk e new wave degli anni ‘80 (Visage, The Sound, New Order) e la componente acida della musica elettronica degli anni ‘90 (Chemical Brothers, Daft Punk, Fat Boy Slim)”. Potete commentare queste parole indicando anche qualche album che ha segnato la vostra vita?

[Gianni]Le band che hai citato sono sicuramente rintracciabili in quello che facciamo. Però se mi chiedi quali dischi hanno segnato la mia vita, allora te ne dico subito tre: Axis: bold as love (Hendrix), che ho letteralmente consumato mentre imparavo a suonare; Evil empire (Rage against the machine), perchè quello che tirava fuori Tom Morello dalla sua chitarra era qualcosa di non convenzionale e talmente forte che mi spinge ancora adesso a cercare suoni nuovi e differenti; Kid A (Radiohead), perchè mi ha fatto fare definitivamente la pace con la musica elettronica: dopo quel disco ho apprezzato tante cose che prima non riuscivo a capire come i Kraftwerk, Aphex twin e gli Underworld per dirne alcuni.

[Gigio] Esteticamente ci rifacciamo a quel mondo a cavallo tra gli anni 80 e 90 che sta vivendo una seconda giovinezza nelle produzioni retrowave, lo-fi e sci-fi dell’ultimo periodo. Ci piacciono il buio, la nebbia, l’indefinito quando sono contrapposti alla fluorescenza dei neon e al ritmo di una batteria elettronica.

3)Come è nata in voi la passione per la musica?

[Gianni] La passione è una cosa che c’è sempre stata: da bambino la musica mi stregava, da ragazzo era un mezzo di autoaffermazione e di emancipazione. Ora è qualcosa che mi fa stare bene: a volte è un rifugio, a volte uno sfogo, a volte un mondo da esplorare.

[Gigio] Con una pianola bontempi prima e con un ghetto blaster dopo!

4)Come prendono forma le vostre canzoni? Parlate del processo creativo alla base…

[Gianni] Non scriviamo canzoni in maniera classica a partire da una bozza “chitarra e voce”. In genere iniziamo da un suono che suscita una particolare sensazione o da un campione che magari ci cattura e da lì cominciamo a costruire tutto. La melodia della voce arriva sempre dopo; per quanto riguarda il testo, cerco sempre di tirarlo fuori dall’atmosfera del pezzo su cui stiamo lavorando.

5)Perchè non usare synth e computer? Spiegate ai nostri lettori il perché di questa vostra scelta…

[Gigio] La rivoluzione tecnologica ha permesso a tutti di fare bellissime foto, video incredibili e canzoni superbe. Tuttavia quando vedo dei live dove ci si limita schiacciare una barra spaziatrice o a girare un potenziomentro mi viene un po’ di tristezza. Perciò abbiamo deciso di porci dei limiti artistici per spingerci a cercare soluzioni nuove e diverse.

[Gianni] In un certo senso abbiamo fissato dei paletti che ci costringono a pensare gli arrangiamenti e le strutture dei pezzi in modo funzionale alla nostra strumentazione e al suo utilizzo. E poi, dai!, i computer sono brutti!

6)Abbiamo recensito il vostro EP “Luci Al Neon”(cover in figura a fianco). Ci raccontate la sua genesi?

[Gianni] Abbiamo voluto scegliere un pezzo che rappresentasse bene il nostro mondo: la base ritmica deriva dal punk, mentre il sound alterna le sonorità morbide della chitarra a momenti elettronici più duri.

[Gigio] Per la registrazione abbiamo fatto tutto in casa. Non siamo maniaci dell’auto-produzione, però era sicuramente un modo per metterci alla prova.

7)Avete altri progetti in cantiere? Dal comunicato sembra che ci sono in programma altri EP…

[Gianni] A Febbraio e Aprile usciranno altre due pubblicazioni sempre con questa idea di abbinare un nostro pezzo e una cover rivisitata col nostro sound.

8)Che strumentazione usate?

[Gigio] Tieninti forte: tutto quello che senti è suonato da una chitarra e un basso sopra a delle sequenze di batteria elettronica! Il sound stratificato su più livelli che senti il frutto di una serie di ri-campionamenti live.

[Gianni] A volte finiamo per ottenere ottenere delle sonorità che richiamano arpeggiatori e synth. [Gigio] Mi piace l’idea di suonare la chitarra come una tastiera; probabilmente se usassi la tastiera la farei suonare come una chitarra.

9)Il vostro live “oscilla costantemente tra il concerto rock e il dj set”. Spiegatevi meglio…

[Gianni] Alterniamo pezzi più tirati a ritmi ballabili e cerchiamo di unirli creando dei passaggi tra un brano e l’altro. Poi ci sono dei momenti in cui abbandoniamo la chitarra e il basso e passiamo sui campionatori o sugli effetti. Secondo me quello che ne viene fuori è qualcosa di ibrido, che può funzionare sia all’interno di un festival di musica dal vivo, sia in apertura ad un dj.

10)Per finire, salutate i lettori di System failure e invogliateli ad ascoltare la vostra
musica…

[Gigio] Beh che dire grazie per essere stati in nostra compagnia. Speriamo di incontrarvi prossimamente in una data dal vivo! Per restare in contatto seguite I Conigli Rosa Uccidono su Instagram e Spotify! Ciao! 🙂

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