Intervista a Koffey’s Afka
Francesco Zovadelli(voce e chitarra), Tommaso Parmigiani(chitarra) e Jacopo Sgarzi(basso) sono i Koffey’s Afka. Qui(link) abbiamo recensito il loro disco “Chandra” che è in uscita il 25 febbraio. Li abbiamo intervistati….leggete cosa hanno da dire….
Benvenuti su System failure. Ci parlate del vostro percorso artistico fino a qui? I vostri inizi con la musica come sono stati?
I Koffey’s Afka nascono dall’iniziale sodalizio tra me (Tommaso Parmigiani, chitarra) e Francesco Zovadelli (chitarra e voce). Siamo partiti come tanti tardo adolescenti suonando cover punk rock ma ci siamo presto resi conto che avevamo qualcosa da dire aldilà di ripetere a pappagallo la musica di altri. Abbiamo cominciato scrivendo musica secondo le nostre influenze di allora (Pearl Jam, Clash e i lavori solisti di Joe Strummer su tutti) evolvendo, affinando e integrando piano piano gli ascolti e di conseguenza la nostra scrittura. Nel frattempo dopo vari cambi di formazione ci ha raggiunti Jacopo Sgarzi al basso che ha sposato in pieno le nostre idee musicali, supportando in pieno la nostra voglia di comporre musica originale, aiutandoci a limare gli spigoli che si creano quando ci sono due autori nella stessa band. Ad oggi lavoriamo con un ottimo batterista, Stefano Malchiodi, il quale ci ha supportato anche nella registrazione del disco.
Come è nata in voi la passione per la musica?
La passione per la musica è nata per tutti noi in modo abbastanza banale, veniamo tutti da famiglie che hanno sempre incoraggiato la nostra scelta di suonare, anche come forma di aggregazione alternativa ai soliti percorsi sportivo/ludici dei ragazzi.
Come nasce il nome della vostra band?
Il nome è una sorta di piccolo anagramma tra le parole Coffey e Kafka, è stato coniato qualche anno fa e forse adesso ora perso un po’ del suo significato originario, abbiamo scelto comunque di mantenerlo perché ormai ci siamo identificati molto con esso e di conseguenza il nostro pubblico. John Coffey è uno dei due protagonisti del libro “Il miglio verde” da cui è stato tratto l’omonimo film e rappresenta la parte meno logica e più onirica della nostra musica; Kafka invece ne rappresenta il carattere più assurdo e cervellotico.
Quali sono gli artisti che influenzano le vostre scelte musicali?
Nominate qualche album che ha segnato la vostra vita… I dischi della vita sono moltissimi e ci vorrebbe un libro intero solo per citarli, anche perché sia io che Francesco siamo, prima di essere musicisti, dei divoratori di musica; mi sento di dire però che in passato ci rifacevamo molto alla produzione solista di Joe Strummer and the Mescaleros, dischi comunque di nicchia ma che avevano una grossa componente interculturale che continua ad essere il fil rouge della nostra produzione. Oggi ascoltiamo molto tutta la musica proveniente dal sahel, il blues del deserto e dall’africa in generale, credo che nel disco questo sia evidente anche se proposto in maniera comunque non prominente.
Essere emergenti ora. Che Italia discografica vi trovate davanti?
Credo che questo non sia del tutto un brutto periodo per essere autori e musicisti emergenti; certo che non c’è una grandissima possibilità di suonare dal vivo e non è esattamente facile vivere della propria musica. Guardando però il lato positivo c’è per esempio una grandissima crescita delle vendite di dischi in vinile e credo che questo ci indichi che un pubblico, seppur più ristretto rispetto al passato, è interessato a godere al massimo della musica. Questo è incoraggiante perché ti stimola ad essere originale e a credere nel tuo potenziale e a svilupparlo al massimo. Bisogna sgomitare molto per uscire dal buio ma credo che alla fine la qualità e l’originalità vincano sul prodotto preconfezionato.
Abbiamo recensito “Chandra”. Ci parlate della genesi di questo disco? Dove è stato registrato? Che tecnica di registrazione è stata usata?
Erano almeno tre o quattro anni che stavamo raccogliendo il materiale musicale che sarebbe dovuto confluire in “Chandra”- ci tengo a precisare che il novanta percento delle risorse economiche per gestire l’uscita del disco derivano dalla nostra attività live, non abbiamo fatto nessun crowdfunding e di questo ne andiamo orgogliosi in un periodo così lungo i gusti e le attitudini di un gruppo cambiano, a volte anche radicalmente; quando ci siamo trovati a registrare i provini, d’accordo con il nostro produttore Marco Franzoni abbiamo sforbiciato e buttato gran parte del vecchio materiale, da li è nata una grossa riflessione sul sound e i colori prominenti che dovevamo adottare. Abbiamo rielaborato alcuni vecchi brani e ne abbiamo scritti di nuovi, più attuali e più maturi; abbiamo rivisto ed imparato molte cose durante la stesura del disco, dal come lavorare in studio a come ottimizzare un arrangiamento. Il disco è stato prodotto, registrato e mixato al Bluefemme Stereorec di Brescia da Marco Franzoni che ha scelto di registrarlo in digitale anche per integrare al meglio la componente di sampling di percussioni che si evince all’ascolto.
Su quale traccia di “Chandra” dovrei soffermarmi e perché?
Ti direi tutte, perché ognuna è stata curata al massimo, in ogni traccia c’è il nostro impegno per offrire una musica fresca, coinvolgente e originale. D’altronde il disco ha una durata contenuta per essere fruito al meglio senza stancare l’ascoltatore.
Ci parlate della cover del disco(subito a fianco)?
La cover è liberamente ispirata al lavoro della “Mutoid Waste Company”, un collettivo artistico di origine londinese ma di stanza a Sant’Arcangelo di Romagna che si occupa principalmente di realizzare sculture con rifiuti metallici di ogni genere. Francesco ha realizzato il soggetto nel suo laboratorio con i rifiuti trovati nella sua rimessa, successivamente è stato fotografato e rielaborato a computer. Rappresenta un po’ una visione di libera interpretazione del dio Chandra di origine induista. L’abbiamo scelto addirittura come titolo del disco perché ci piaceva l’idea di introdurre un elemento mistico ed extraterreno che ben si sposa con la nostra visone un po’ “fricchettona” della produzione musicale.
Di quale messaggio volete essere portatori con la vostra musica?
Non ti saprei rispondere chiaramente, non credo che nessuno di noi voglia portare messaggi di alcun genere, non credo nemmeno che portare messaggi sia uno dei compiti principali della musica. Posso dirti che certamente possiamo incarnare in un certo senso delle attitudini e dei valori, come la curiosità l’apertura mentale, il senso critico, la multi-culturalità.
Potete anticiparci qualcosa sui vostri prossimi progetti musicali?
Adesso siamo molto concentrati sulla programmazione e la promozione di questo disco. Stiamo cercando di organizzare una buona serie di live, di fare dei concorsi, di farci ascoltare il più possibile insomma. Per un po’ saremo ben concentrati su questo, se andrà bene continueremo su questa strada.
Come nascono le vostre canzoni? Parlate del processo creativo alla base…
Spesso l’idea scatenante è un ritmo o una parte comunque strumentale. Partiamo sempre da un elemento fondamentale della musica, che sia un timbro particolare, una cellula ritmica o una certa dinamica. La vocalità e il testo vengono quasi sempre successivamente; è un processo un po’ più complicato della normale stesura di una canzone ma è l’unico che ci permette di essere coerenti con noi stessi.
Fate un appello ai nostri lettori ed invogliateli ad ascoltare la vostra musica…
Se i vostri lettori hanno voglia di sperimentare qualcosa di diverso dal solito indie rock – ormai molto stigmatizzato in italia – ma comunque molto vicino all’attualità e al gusto musicale di oggi, questo disco fa al caso loro. Li invitiamo a rimanere aggiornati sulla nostra attività live dove potranno avere anche una copia fisica di “Chandra”.
Per finire, diteci dove possiamo trovare la vostra musica e le vostre info…
La musica sarà disponibile su tutte le principali piattaforme di download digitale e di streaming a partire dal 25 Febbraio. Potete già trovare il primo singolo estratto da “Chandra” su Spotify e su itunes. L’11 Febbraio uscirà il secondo singolo corredato da videoclip. Per ricevere una copia fisica basta contattarci sui nostri profili social Instagram e Facebook; a breve sarà disponibile anche il nostro profilo Bandcamp corredato dal merchandising.