Intervista a Helen Aria

Lo scorso 25 novembre è uscito su tutte le piattaforme digitali “Proxima Centauri” (TdEproductionZ), il nuovo disco della cantautrice valdostana HELEN ARIA.

“Proxima Centauri” mescola passato e presente definendo una propria dimensione temporale. Arrangiamenti, suoni di drum machine e di tastiere in stile anni ‘80 passano attraverso una rivisitazione in chiave moderna dove predominano l’elettronica e il ritmo che, uniti all’utilizzo di strumenti inediti come autoharp e qchord, danno origine a un ambiente musicale ispirato all’universo e alle stelle.

Abbiamo intervistato l’artista….

È uscito “Proxima Centauri”, un disco che mescola presente e passato e che tratta tante tematiche. Ce ne parli meglio?

“Proxima Centauri” è un album in cui arrangiamenti, suoni di drum machine e di tastiere in stile anni ‘80 passano attraverso una rivisitazione in chiave moderna. Questo lavoro esprime la mia voglia di sperimentare con suoni e parole e il mio amore per tutte le forme d’arte. Il disco, inoltre, presenta numerosi riferimenti alla mitologia (Calliope, Cupido, Osiride), al cinema (Marilyn Monroe), alle arti visive (Frida Kahlo, René Magritte) e alla letteratura (Dante Alighieri). Penso possa essere un inno alla libertà di espressione in cui le tematiche principali sono la ricerca di se stessi, la tolleranza e l’uguaglianza.

Cosa è importante che il pubblico colga grazie alla tua musica?

All’interno delle mie canzoni c’è tutta me stessa: i miei ideali, la mia filosofia di vita, i miei sogni. L’obiettivo è quello di condividere con altre persone il mio mondo diffondendo messaggi di speranza, positività e pace. Non mi importa tanto di raccogliere consensi, quello che più conta, per me, è arrivare al cuore degli altri esattamente per ciò che sono.

Cosa ti ha fatto approdare alla musica? Come è nata questa passione?

Fin da piccola, a scuola, ero la bambina che rimaneva sempre un po’ in disparte, con qualche taglia in più rispetto alle altre ragazze del gruppo, con interessi differenti rispetto ai miei coetanei. Non mi sono mai riconosciuta nei canoni di nessun tipo e finivo spesso per sentirmi sbagliata. Da sempre la musica e l’arte mi hanno permesso di costruire una dimensione parallela in cui poter essere liberamente me stessa e mi hanno fornito gli strumenti per poter leggere al meglio la realtà, per comprendere ed esercitare la vita. Mi hanno insegnato che “Creare forse significa sbagliare quel passo nella danza. Significa dare di traverso quel colpo di scalpello nella pietra” (utilizzando le parole di Antoine de Saint-Exupéry). I nostri difetti, a questo punto, diventano i nostri elementi di forza permettendoci di affermarci in tutta la nostra unicità.

Fai musica in Italia, quali criticità pensi siano più evidenti per chi fa il tuo mestiere?

Per la concezione comune la musica e l’arte non sono considerate un lavoro. Per far fronte a questo enorme ostacolo è importante sapersi inventare, avere molta creatività e determinazione, cercare di comprendere lo spirito del tempo senza rifiutare i cambiamenti e i nuovi mezzi messi a disposizione dalla tecnologia.

Novità in vista?

Proseguirà la mia ricerca artistica. Continuerò a leggere libri, a sperimentare nuovi suoni musicali e a comporre. Ho già qualche nuova idea per il mio prossimo album e spero di potervene parlare presto a lavoro ultimato!

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