Intervista a “Garage & Roll”

Come è nata l’idea di Garage & Roll?

L’idea di questo video format musicale, la maturavo già da tempo. Qualche anno fa suonavo in un garage con la mia band. Era un complesso di box numerosi situati molto metri sottoterra e per questo era frequentato da numerose band perché non davano fastidio al vicinato; un posto che viveva un grande fervore creativo fino a notte fonda. C’erano molte band ma non c’era un luogo e un momento per conoscerci e condividere le nostre esperienze. Nelle grandi città, ma forse in questa contemporaneità, inoltre, c’ è sempre un’aria di sfida come se fosse un contest dove si deve eleggere il più bravo, ma credo che siano il confronto e la condivisione ad aiutare a migliorare il proprio livello artistico. Questo mondo dei “box” mi veniva sempre amplificato dalle suggestioni di mio padre che negli anni 70 suonava la batteria con un complesso – per usare il termine italiano che in questi tempi è diventato più inglese e si è tramutato in band -; erano anni più poveri e semplici per quanto riguarda l’intrattenimento; chi suonava invitava i propri amici e diventava come una festa. Non esistevano sale prove con offerta commerciale, ci si portava amplificatori e strumenti e si passava del tempo insieme. Le cantine erano il luogo della creazione artistica e luogo di ritrovo per eccellenza; uno spazio intimo ma allo stesso tempo di condivisione dove poter dare voce all’espressività e coltivare idee e talenti. Forse è rimasto o si è salvato un po’ di quello spirito tra gruppi di amici che affittano un “box” per passare del tempo insieme senza porsi limiti di orario. In questi box – l’uno accanto all’altro-, vissuti giorno e notte da musicisti come un mondo parallelo, ho visto un ottimo spunto scenografico per realizzare una “web serie” che documentasse e raccontasse al pubblico una realtà, quella “boxofila”, tanto affascinante quanto sconosciuta.

Qual’e scopo del format?

Raccontare questi due mondi: quello contemporaneo e quello delle origini; dar voce alla musica emergente, libera ed indipendente; valorizzare progetti e produzioni ancora in “ombra” e puntare i riflettori sugli artisti e su tutto quello che accade nel “sotterraneo” delle nostre città. Il nostro motto è: ciò che non si vede, fa rumore: perché sottoterra c’è vita!

Cosa vi ha spinto a realizzare questo web format?

Giorgio: Credo che il mondo delle web serie non si debba ridurre alla fiction, You Tube, è un mezzo in continua espansione e così ho maturato la voglia di realizzare una web serie sperimentale in grado di mescolare il genere del reportage con il talk show senza tralasciare le live performance.

Lara: Il bisogno di raccontare gli artisti da un nuovo punto di vista, in una maniera autentica ed originale: direttamente nel proprio regno creativo, ma anche la necessità di dare un’opportunità concreta alle band nella promozione tramite una forma di intrattenimento – quella del “web video format” -, che sempre di più sta affermando come nuovo mezzo per diffondere cultura e informazione: una realtà in continua espansione.

Il format, è nato da poco, è un progetto a lungo termine?

Giorgio: Possiamo solo sperarlo. Ogni progetto artistico ha un punto di partenza chiaro e definito e un punto di arrivo che si scopre giorno per giorno, a maggior ragione se si utilizza il video, un linguaggio legato alla tecnologia e frutto di uno staff di più persone. Non ci limitiamo a creare una community virtuale, ma quello che vorremmo fare è creare una serie di eventi che possano mettere in contatto quel pubblico che abbiamo unito sul web.

Lara: Si, ci piacerebbe diventare un punto di riferimento per le band ed in generale per tutti musicisti che non hanno appeso la chitarra al chiodo e che al giorno di oggi continuano a frequentare le sale prove ed i garage con il giusto spirito.

Web format itinerante, perché?

La sigla di “Garage & Roll” è emblematica in questo. Ogni puntata inizia con la nostra macchina che si accende e in ogni episodio raggiunge un luogo nuovo, come se fosse la macchina dei Ghost Busters o Batman che esce dalla sua caverna. Non ci piace ospitare la gente, ma scoprirla. Il web ci fa vedere cose nuove stando seduti sul salotto di casa, ma la vera conoscenza è allacciarsi le scarpe e uscire. Per questo in ogni puntata di “Garage & Roll”, troverete una nuova band, un nuovo box, una nuova location, e tanta tanta musica. Ci piace anche contestualizzare ogni puntata, cercando di raccontare un luogo nuovo e di realizzare una sorta di mappatura musicale delle nostre città, perché ogni idea artistica è frutto del luogo dove è nata.

Testimonianze di ieri e di oggi, in che senso?

Il format vuole ripercorrere un viaggio musicale nella storia dei garage di ieri e di oggi. Al momento ci stiamo limitando a raccontare la contemporaneità, ma come dicevamo prima, il garage ha rappresentato un inizio per molti musicisti – anche affermati -, e ci piacerebbe poter raccogliere le loro testimonianze e aneddoti che potrebbero essere utili per i giovani di oggi.

Com’è strutturata una puntata?

Dopo una breve sigla di apertura, abbiamo inserito un sommario/rubrica sul genere musicale che sarà il tema della puntata (che andrà a suonare la band) una maniera per non parlare solo ad un pubblico di nicchia, bensì ad un pubblico più vasto, fornendogli strumenti necessari per calarsi nel mood della puntata ed avere nuovi suggerimenti per l’ascolto. Il resto dell’episodio è incentrato sull’esibizione live della band alternata dall’intervista. Un’altra parte importante è la live performance della band perché pensiamo che il modo migliore per farsi conoscere è di mostrare di saper suonare o cantare bene. Durante l’intervista attendiamo tutti quanti l’uscita del caffè, una maniera per calarci in un tono confidenziale ed informale come una chiaccherata al bar con 4 amici.

Come mai avete chiamato il vostro web format Garage & Roll?

Il nome deriva da un connubio: “Garage Rock” (il genere) quest’ultimo una forma di Rock n’ Roll più grezza; chiamato così perché molte band utilizzavano il garage di casa come sala prove; e da “Rock’n’ Roll”: il genere che ha rivoluzionato un’intera generazione e che ha cambiato per sempre la storia della musica.

Con quale criterio scegliete gli artisti?

Di base, non ci sono restrizioni di genere musicale. Le proposte che ci arrivano via email, le selezioniamo con cura. Per ora scegliamo gli artisti in base ad esigenze di palinsesto e geografiche; l’importante è che ci siano storie da raccontare. Altro requisito indispensabile per ora? Realizzare musica originale e suonare e provare in un box/cantina/ sotterraneo/garage. Ah! e tanta voglia di farsi sentire!

Comè la risposta delle band? (Ci sono molte band che si candidano?)

Non facciamo domande complesse e fino ad oggi nessuno ha mai fatto scena muta ahahah a parte gli scherzi, molte band sono interessate ma è complicato mettere insieme e d’accordo più persone.

In un momento dove i cantautori sembrano essere i massimi rappresentanti del disagio generazionale, le band resistono?

Eh, la risposta la troverete nel nostro programma 

Immaginiamo che dietro una puntata ci sia tanto lavoro, siete riusciti a trovare degli sponsor o degli investitori per poter realizzare il format?

Si, il lavoro è tanto, soprattutto perché, per ora, siamo solamente in due a realizzarlo; per ora quello che ci fa “spostare” è la passione in primis; fino ad ora abbiamo investito quello che era nelle nostre possibilità e disponibilità, per il futuro prossimo, stiamo cercando con degli sponsor che ci aiutino a soddisfare tutte le richieste, o quasi.

Come si fa per partecipare?

Per ora riceviamo le proposte al nostro indirizzo email [email protected]; vorremmo dar voce a tutti, per questo stiamo lanciando una nuova iniziativa per poter dare voce a tutti coloro che ci scrivono e realizzano musica originale: seguiteci sui nostri canali per rimanere aggiornati!

Per finire, un augurio per il futuro?

Che si ritorni a vivere la musica con lo spirito di un tempo: pura condivisione! Grazie ed un saluto a tutti i lettori di System failure