Intervista a Superportua

1)Benvenuti su System failure. Ci raccontate il vostro percorso artistico fino a qui?

Ci siamo formati a fine 2011, poi ci sono stati sei anni e più di prove, concerti e due EP, “Abbastanza memorabile” e “Vecchi diluvi”. Nel 2017 abbiamo registrato il nostro primo LP, “Resterai sempre uno”, uscito lo scorso aprile, preceduto dal singolo e dal video “Credervi santi”.

2)Ci parlate del vostro background musicale? Nominate anche 3 album che hanno segnato la vostra vita.

Siamo in sei e deriviamo da background molto diversi, dal punk al cantautorato, dal metal allo shoegaze. Scegliere tre dischi per sei vite… è un po’ difficile.

3)Da dove è scaturita la vostra passione per la musica?

Da un’emergenza esistenziale che ci ha messo sulla stessa strada facendoci incontrare e scontrare per lanciarci un po’ più in là di dove ognuno di noi sarebbe potuto arrivare da solo. E’ una passione libertaria e liberatoria.

4)Abbiamo recensito il il vostro album dal titolo “Resterai sempre uno”. Come è nato? Dove è stato registrato. Avete trovato difficoltà nella registrazione? Qualche aneddoto a riguardo?

Il disco è nato dalla combinazione delle nostre vite pregresse, musicali e non. È stato registrato al Groove Studio di Casale sul Sile (TV) da Tommaso Mantelli che si è anche occupato della produzione artistica. Le difficoltà…siamo abili a crearle. E’ stato un anno e mezzo molto intenso che ci ha tolto molte energie, tutte riversate nella registrazione e nella produzione del disco. Possiamo dire che “Resterai sempre uno” porta dentro sorrisi e malumori di ognuno di noi. Se fai attenzione puoi ascoltarne qualcuno in ogni pezzo.

5)Su quale traccia di questo album mi dovrei soffermare e perché?

Ti rigiriamo la domanda: qual è la traccia che ti invita a soffermarti per meglio analizzarla?

6)Ci parlate per benino della cover di questo album?

La copertina dell’album riflette le percezioni di Madalina Antal che, ascoltando il disco, ha messo insieme pezzi di colori vecchi e nuovi, immagini di un tempo che fu e visioni di uno che sarà.

7)Per voi quanto è importante impressionare ed emozionare il vostro pubblico?

Non parliamo mai di “pubblico” ma di persone che vengono ai nostri concerti in modo più o meno consapevole. Il nostro obiettivo non è quello di impressionare ma di riuscire ad esprimerci al meglio per stabilire un contatto umano significativo con chi ci sta ascoltando. Sono il tempo e l’attenzione che le persone ci dedicano a “impressionare ed emozionare” noi.

8)Come è il vostro concerto perfetto?

Il concerto in cui tutti si sentono collegati e pulsanti, il concerto che nessuno vorrebbe finisse.

9)Su quale palco sognate di suonare?

L’importante è che ci sia abbastanza spazio per tutti e sei e che ci sia un pubblico che ci voglia bene.

10)Con quale artista o band indipendente vorreste collaborare?

Domanda molto difficile alla quale rispondere. In sei persone potremmo dire sei artisti diversi, però in “Resterai sempre uno” hanno collaborato molti Artisti che hanno saputo dare tanto per la riuscita del disco: Daniele Rosa che è stato parte dei Superportua fino all’anno scorso, Sergio Pomante (Ulan Bator, Captain Mantell), Thomas Zane (Kleinkief), Alessandro Brunetta (Gli Incolti), Nicola Manzan (Bologna Violenta), Sergio Orso (Glincolti, Harmonic Pillow ed ora nuovo componente dei Superportua), Alberto De Lazzari (Industria Onirica. Anche lui ex componente dei Superportua), Lorenzo Dal Pan (Heathens).

11)Dove vi vedete fra 5 anni? Quali sono le vostre ambizioni come band?

Per il momento cerchiamo di guardare al presente, portando in giro “Resterai sempre uno” e, nel frattempo, abbiamo già cominciato a scrivere pezzi nuovi. Da poco sono entrati due nuovi musicisti nel gruppo e la cosa risulta assolutamente stimolante per il processo creativo della band.

12)Riuscite a conciliare la vostra vita con la vostra carriera musicale? Quanto tempo provate a settimana?

Proviamo molto a casa, per poi trovarci a rimescolare le idee in sala, una volta a settimana.

13)A questo punto, ci dite di cosa parlano le vostre canzoni? Come nascono? Parlateci del processo creativo alla base…

Le nostre canzoni parlano di noi, e speriamo anche di voi. Sono la trascrizione dei percorsi fisici e mentali che ci hanno formato e sformato. Per quanto riguarda la nascita dei pezzi: finora abbiamo unito il classico lavoro collettivo in sala prove con il lavoro di ogni singolo. In alcuni casi i pezzi sono stati interamente proposti da qualcuno di noi e arrangiati assieme, in altri è nato tutto da alcune serate di prove particolarmente proficue. Come detto prima ora dobbiamo riassettare il tutto con Sergio e Matteo, i nuovi del gruppo.

14)Come avete elaborato il vostro particolare sound?

Si è evoluto nel tempo, passando da suoni più scarni (i primi due EP) fino a “Resterai sempre uno” che è esattamente l’opposto. La nascita di questo disco parte proprio dalla necessità di avere un nuovo suono, più pieno e meno “grezzo”. Fateci sapere se ci siamo riusciti. Ci teniamo.