Intervista a Chrome Sky
Benvenuti su system failure. Potete parlarci del vostro percorso artistico fino a qui? Come vi siete conosciuti?
Mario: Grazie per averci accolto! Ho suonato per anni il basso elettrico in alcune band locali, metal, prog-rock e black/death, finche’ non sono venuto in possesso di una batteria elettronica Roland R8-Mk II. Questo accadeva nella prima metà degli anni ‘90. Incidentalmente, quando ho incontrato per la prima volta Paolo al di fuori della sala prove, gli diedi una cassetta con delle demo registrate direttamente dalla batteria suddetta, programmate via MIDI da DOS su un processore Intel 286. Da allora, abbiamo registrato un EP mai pubblicato nel 1997 e l’album di esordio, Artificial, nel 2017, ed in mezzo un’innumerevole serie di demo.
Paolo: In realtà ci presentò nel 1996 un conoscente comune che sapeva che Mario cercava un cantante, poi le cose andarono come ha detto lui. Nel 2003 Mario si trasferì ad Amsterdam e ci perdemmo. Ci ritrovammo su MySpace nel 2009 ed abbiamo ripreso la nostra collaborazione”
“Metal, industrial, trance, prog, goth e molte altre influenze” come leggo dal comunicato stampa. Come riuscite a mettere insieme queste sonorità?
Paolo: Questo meglio chiederlo a Mario, che compone tutta la parte strumentale
Mario: Con Paolo siamo stati in grado di veicolare le nostre rispettive influenze in una scommessa nata per esplorare quello che ci piaceva fare con la musica. In effetti, abbiamo sperimentato per anni il crossover fra metal ed elettronica e tutto il resto con l’ausilio di multi-traccia su computer. Senza il progresso tecnologico degli ultimi decenni, Chrome Sky non esisterebbe. Chrome Sky è una simbiosi, ma anche una sfida nel migliorare sempre quello che ognuno di noi offre al progetto.
Quali sono i vostri ascolti? Nominate anche 3 album che hanno segnato la vostra vita….
Mario: Ultimamente ascolto molto Cattle Decapitation, Carcass, Anaal Nathraak, Rotting Christ, Carcass. Ma ho cominciato con i dischi dei miei: i Beatles, i classici delle musica classica; poi il rock progressivo, l’hard rock, il metal, il thrash, i Faith No More, il prog-metal, il death metal, l’industrial, l’EBM, la darkwave, il grindcore, il black metal, eccetera eccetera.
I miei 3 album fondamentali: Coroner – Grin, Cynic – Focus, Fear Factory – Remanufacture.
Paolo: Da adolescente ascoltavo rock classico, blues, soul e tanto metal, poi negli anni ‘90 ho spostato la mia attenzione sull’alternative. Ma ho allargato molto i miei orizzonti più o meno su tutto, anche il pop. Gli album seminali per me sono più di 3 ma se devo scegliere, mi limito a due: Physical Graffiti dei Led Zeppelin e Nevermind dei Nirvana.
Da dove nasce il nome del vostro duo?
Mario: Dal brano strumentale di Artificial, The Chrome Sky.
“Condizione esistenziale alienata dell’uomo contemporaneo”. Potete commentare queste parole?
Paolo: Intendiamo il senso di smarrimento che prova l’umanità attuale in un’epoca in cui le certezze delle vecchie credenze o ideologie sono state spazzate via senza essere sostituite da un nuovo sistema di valori realmente umanistico. I nostri progenitori erano sottoposti a molte più restrizioni di noi alle quali nessuno, a parte i fondamentalisti religiosi, vuole tornare, eppure erano in grado di sopportare la fatica del vivere con molta più resistenza. Siamo in un’epoca di passaggio ma non sono pessimista.
L’album di esordio si chiama “Artificial”. Potete presentarlo ai nostri lettori?
Mario: Il nome dell’album deriva dall’opener, Artificial Man. Trovo che si sposi alla perfezione con il modo in cui facciamo musica. È tutto completamente programmato, ad eccezione della voce di Paolo. Il mio “vocabolario” è soprattutto metal, ma non disdegno l’elettronica e quello che si può sentire nei Chrome Sky.
Paolo: Io poi ci metto del mio e vengono fuori tutte le influenza che hai citato prima mescolate tutte insieme. E’ un album pieno di sfaccettature: metal e industrial ovviamente ma anche punk, alternative, progressive, darkwave e perfino dance.
Nel febbraio 2021, i Chrome Sky tornano in attività con il singolo “Kleenex” che abbiamo pubblicato. Potete parlarci di questo singolo? Il testo tratta di violenza sulle donne prendendo spunto da un agghiacciante fatto di cronaca tra minorenni avvenuto nell’entroterra siciliano nel lontano 2009….Raccontate tutto per bene….
Paolo: L’episodio fu davvero agghiacciante: un branco di minorenni uccise una coetanea che stupravano abitualmente perché era rimasta incinta e non volevano si scoprisse tutto. La cosa che mi colpì di più e che mi spinse a scrivere il testo, fu il candore con cui uno di loro, dopo aver confessato, chiese al GIP che lo stava interrogando se poteva tornare a casa e questo mi ha fatto riflettere su come spesso la vita altrui venga considerata un bene di consumo usa-e-getta, come un Kleenex, appunto.
Qualche anticipazione sul secondo album?
Paolo: Avrà 8 brani e sarà molto più duro del precedente, con una maggiore prevalenza del metal e dell’industrial.
C’è un filo rosso che collega le vostre canzoni?
Paolo: Un filo rosso proprio no ma la maggior parte tratta temi esistenziali. In Artificial però ci sono due canzoni, Corruption e Redemption, che sono l’una il contraltare dell’altra.
Come nasce una vostra canzone? Parlate del processo creativo alla base….
Mario: Non esiste un metodo che vale per tutte, ma partiamo sempre da basi strumentali: un riff, un pattern, un groove. Poi ci rimpalliamo la canzone finche’ non concordiamo sul risultato finale.
Paolo: Sì. Mario mi manda degli strumentali, io scelgo quelli che mi ispirano di più, tiro giù melodia e testo e gli rimando il tutto. Poi lui fa le opportune modifiche fino alla versione finale.
Come state vivendo questo periodo di emergenza sanitaria?
Mario: In compagnia di mia moglie e 6 gatti.
Paolo: Approfitto della mancanza quasi totale di interferenze per dedicarmi ad attività creative. Ultimamente mi sto dedicando a ben tre progetti musicali diversi.
Quale è il ruolo della musica in un mondo al collasso sotto tanti punti di vista?
Mario: Non trovo che il mondo sia più al collasso di uno o due o tre decenni fa, onestamente. La musica, nonostante tutto, oggi è ancora più pervasiva nelle nostre vite di quanto lo fosse, che ne so, prima di Napster e degli mp3 player. Oggi, letteralmente chiunque può permettersi un computer, una DAW gratis, e cominciare a fare musica per conto proprio, e poi caricarla online per condividerla con altri.
Paolo: Questo però ha anche un aspetto negativo, ossia la difficoltà di trovare visibilità e continuità in un ambiente sovraccarico di novità spesso senza qualità. Sarà anche per questo che paradossalmente il pubblico si appassiona sempre meno e consuma le canzoni senza legarsi troppo emotivamente.
Per finire, date un consiglio a chi sta muovendo i primi passi nel mondo della musica…..
Mario: Due consigli:
1) Fallo per te stesso/a: perché devi, non perché puoi.
2) Non credere a chi ti dice che “è stato già fatto tutto”.
Paolo: Mi ricollego a quanto detto da Mario: cercate di esprimere la vostra unica personalità.