I’m Not A Blonde – THE BLONDE ALBUM

THE BLONDE ALBUM è il secondo album delle I’m Not A Blonde, il duo “arty-electro-pop” milanese, in uscita il 26 gennaio per INRI. Dopo Introducing I’m Not A Blonde e anticipato dai singoli A Reason, Daughter e The Road, Chiara “Oakland” Castello e Camilla Matley presentano questo nuovo disco che vede la collaborazione di Daniel Hunt dei Ladytron e di Gian Maria Accusani dei Sick Tamburo dei famosi Prozac+. System failure ha ascoltato con attenzione THE BLONDE ALBUM e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.

L’iniziale Daughter e la successiva Walls Coming Down ci mostrano suggestioni sonore tra dreampop e synthpop alquanto luminose che mandano la mente sicuramente a CHVRCHES. Invece, Not today ci porta sonorità più dure, più aspre, tra l’altro. Senza dubbio troviamo sempre le solite atmosfere electropop piene di fulgore ma c’è anche un sentore new wave in questa canzone, in alcuni passaggi sonori.

A reason è la classica hit poppeggiante e catchy: le sue melodie, i suoi refrain, i suoi vocalizzi non possono che attrarre irresistibilmente l’ascoltatore. Questa e altre canzoni ci fanno pensare ai Ladytron più “luminosi” di Gravity the Seducer anche se in questo duo electropop non si raggiunge mai la “gravità intelletualistica” dei Ladytron. Come non pensare anche ad un altro duo italiano che si muove con sonorità simili ossia le Lilies on Mars: queste ultime sono più “space dreampop” rispetto a I’m Not A Blonde.

Sonorità un po più scure, a tratti, si trovano in Five days. Qua e là affiora una sorta di velo di malinconia di derivazione dark new-wave, una delle peculiarità più lampanti di questa band che non ci risparmia ritmi e synth degli anni ’80 e chitarre e voci dal sapore punk anni ’90. I vocalizzi sono fantastici ed ammalianti non c’è che dire come anche i passaggi ambient di Five Days.

Waterfall si contraddistingue per sonorità molleggianti ed ambientazioni sonore tanto profonde. Una canzone sicuramente dinamica che manda il pensiero a Burial o ad Apparat per alcune impressioni sonore particolarmente convulse. Una canzone tra le più interessanti del disco insieme alla successiva Pinball, canzone tipicamente anni 80.

Rain in august si caratterizza per sonorità marcate che si contrappongono al solito cantato soffice e delicato oltre che bambinesco, caratteristiche del cantato dreampop. Questa è la canzone più entusiasmante del disco a nostro giudizio. Belle le pause sonore, azzeccate le “ripartenze”. The road conclude il tutto con le sue ambientazioni sonore romantiche e leggiadre. È l’epilogo giusto per questo album stupendo che subito ci ha colpito. Lavoro da 80/100 per le nostre I’m Not A Blonde, un duo che si presenta con un sound tanto riconoscibile, un sound superbamente ricercato.