SkoM – “Chi Odi Sei”
Uscito il 9 giugno su Pippola Music con distribuzione Audioglobe “Chi Odi Sei” è il primo album degli SKoM, il trio formato da Ester ‘La Cruz’ Santacroce (chitarre, voci), Gianluca ‘Graeme’ Grementieri (chitarre, voci) e Martin Rush (basso, synth, beats, voci). System failure ha ascoltato “Chi Odi Sei” con attenzione e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.
Si parte con Arpie che, al suo inizio, ci offre sonorità profonde, dilatate con un cantato appena sussurrato. Verso la metà del pezzo abbiamo un climax sonoro fantastico: il sound diventa potente ed intenso. Dopo una pausa un altro climax e partono distorsioni nerborute che ci travolgono come un fiume in piena e ci fanno pensare a band del tipo Sonic Youth.
Sei chi odi ci offre un beat tanto ritmato e incalzante su tappeti sonori cupi che mandano la mente ad alcune canzoni dei CSI di Gianni Lindo Ferretti. Qui, infatti, giungono parti electro proprio azzeccate. Il cantato è diverso da quello di Ferretti è molto più alternative rock. Anche qui tante distorsioni che portano la mente anche ai Marlene Kuntz o ai Verdena di alcune canzoni.
Con Circe la cupezza e la tetraggine aumentano e il tutto diventa davvero interessante, intrigante. È il mellotron di Simona Norato e il cantato di Ester ‘La Cruz’ Santacroce che portano quel qualcosa di più a questa canzone. Le sonorità che ascoltiamo ci trasmettono senso dell’arcano, senso di ancestrale. Come nelle altre canzoni anche qui un climax dopo la metà, una vera e propria esplosione sonora.
Penelope, insieme alla precedente, è uno dei pezzi migliori dell’album. Qui le parti electro e il cantato si sposano a meraviglia. Troviamo sonorità ruvide in questa canzone, troviamo la solita “amarezza sonora” made by SkoM. La loro musica trasmette, tra l’altro, un insanabile senso di sofferenza, trasmette tanta afflizione. Allo stesso tempo alcuni passaggi sonori risultano stupefacenti per il loro vigore. Penelope è la vetta di questo album, senza dubbio.
Polifè ci propone sferzate sonore laceranti ed un cantato abbastanza irruente: il tutto condito con distorsioni magnifiche che mandano la mente al noise italiano dei Marlene Kunts, dei Verdena o degli Afterhours. Scilla sembra continuare la canzone precedente con il suo beat secco al suo inizio ed esplosione sonora in tipico stile SkoM verso la fine. Altro pezzo degno di nota Scilla.
Motsu Zai O Ku Kai ci ripresenta il cantato di Ester ‘La Cruz’ Santacroce sicuramente sensuale ed ammaliante. Nausicaa chiude il tutto con il suo beat tribale e le incursioni vocali che sembrano arrivare da un altro mondo. Anche qui tanta gravità sonora che ci affligge e ci emoziona tanto. Un’annotazione: disperse per il disco troviamo anche sonorità alla Nine Inch Nails.
Chi Odi Sei mostra sicuramente l’amarezza sonora degli SkoM, marchio di fabbrica della band, “amarezza sonora” che si fonde spesso con distorsioni graffianti ma anche con un cantato sempre carismatico ed interessante. Una band che sa come stimolare il suo pubblico questa: ascoltate gli SkoM e siamo sicuri che non vi annoierete! Anzi, aiuteranno la vostra mente a connettersi a tante cose….