Astray Valley – Unneth

Clau Violette(voce/screams), Joan Aneris(chitarra), Jorge Romero(basso) e Erny Roca(batteria) formano la band spagnola nu metal/gothic metal/modern metal dal nome Astray Valley. Costoro arrivano da Barcellona con il loro sound a tratti granitico con riff superbi e a tratti tanto melodico e profondo. Qui parliamo del loro album Unneth che abbiamo avuto la fortuna di ascoltare. Quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.

La prima cosa che si nota in questa band è l’alternanza tra il cantato in clean e il cantato in growl/scream della lead vocalist Clau Violette, davvero imperiosa in alcuni passaggi sonori. Stessa cosa possiamo dire per le sezioni ritmiche esplosive sia di basso che di batteria che i riff poderosi che contribuiscono a rendere tanto roccioso il sound della band. Clau Violette conferisce tanta melodia al suo cantato in clean e si contrappone sia al suo stesso cantato “urlato” che ai passaggi violenti e vigorosi che sa offrire la sua band. Non mancano passaggi sonori tanto viaggianti da gothic metal, tanto catchy, per davvero.

Questa formazione ci ricorda almeno 3 band che abbiamo osannato su System failure, ossia i Lacuna Coil, gli Infected Rain e i Jinjer. Sembrano metterli tutti assieme in modo prodigioso. Non a caso questa band è con un colosso come Wormholedeath: sono pieni di talento e il loro sound non risulta mai noioso: anzi è tanto potente ma altrettanto cool e scoppiettante.

Le canzoni sono abbastanza simili fra loro e l’ascolto di Unneth risulta veloce e tanto entusiasmante per gli amanti di un modern metal particolarmente energico. Infatti, quello che gli Astray Valley non ci fanno sicuramente mancare è un’energia poderosa espressa in onde sonore. Come non dirlo, poi, i passaggi melodici sono incredibilmente profondi e penetranti oltre ad essere tanto ammalianti. Questi i tratti distintivi della band che offre qua e là anche un qualcosina di heavy metal: infatti, il sound a tratti sembra scarno, impetuoso ed immediato, a tratti tanto stratificato e composito.

Il capolavoro dell’album è certamente Singularity, una sorta di compendio abbastanza esaustivo di tutto quello che abbiamo detto fino ad adesso. E’ qui che la band diventa un pochino più “orecchiabile” ma per questo non meno interessante, anzi…Siamo sicuri che tra violenza sonora e passaggi melodici questa band vi saprà strappare il cuore dal petto. A noi ci hanno condotto in un mondo sonoro senza dubbio stupefacente. Ultima cosa da annotare: Unneth è ricco di sfumature e va ascoltato molte volte per essere compreso del tutto. Un lavoro da 87/100 per noi!