Intervista a Riki Cellini

In occasione della release del singolo “Quello che basta”, abbiamo incontrato il cantautore Riki Cellini, per conoscere meglio la sua musica. Un mix di passione, autoironia e voglia di raccontarsi.

Ciao Riki, hai appena pubblicato il tuo nuovo singolo Quello che basta quando e come è nato questo lavoro?

È nato dalla volontà di chiedersi dove stiamo andando e dal desiderio di poter rallentare per poter riprendere possesso di noi stessi. Troppi impulsi al giorno ci proiettano in un ipertutto dove riconnetterci con la nostra parte più intima diventa quasi un lusso impossibile. Questa canzone vuole essere una finestra da scavalcare per ritrovare quel poco di cui abbiamo veramente bisogno.

Ci sono delle realtà in Italia che hanno influenzato il tuo modo di fare musica? E fuori dall’Italia?

Certo, la mia musica ha mille influenze. Amo i grandi cantautori: Lucio Dalla, Rino Gaetano, Paolo Conte, Fabrizio De André ma anche Donatella Rettore, una delle cantautrici più libere e irriverenti di sempre. Non a caso ho dedicato alle sue intuizioni un intero album dal titolo “Rettoriano”, dove ho portato nel mio mondo musicale alcune delle sue perle nascoste, quelle meno conosciute al grande pubblico. Paul Weller, David Bowie, Elton John sono invece le mie icone internazionali.

Ti senti più a tuo agio in veste di solista o preferiresti una dimensione più da band in cui ci si divide i compiti e ci si sostiene?

Non sono mai stato un solista anche se nelle produzioni appare solo il mio nome. Anche Battisti ad esempio non lo era, aveva al suo fianco Mogol. Nel mio piccolo ho la fortuna di avere con me Valerio Baggio, il mio produttore artistico e Attilio Fontana co-autore e autore di molte delle mie produzioni. Insieme viaggiamo anche live accompagnati da altri preziosi musicisti che completano la nostra consolidata famiglia musicale.

C’è un album che avresti voluto scrivere tu?

Senza dubbio “The rise and fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars” del Duca Bianco. Un capolavoro.

Il tuo sogno nel cassetto?

Ne ho più di uno ma non posso raccontarteli se no non si realizzano…