Intervista a Raphael

Benvenuto su System failure. Come è nata in te la passione per la musica?

Ciao, grazie! Mi sono appassionato alla musica sin da piccolo, grazie ai tanti vinili, audiocassette e cd che avevo in casa e potevo ascoltare nello stereo di mio padre. C’era di tutto, dal soul al reggae, dall’afrobeat al pop. Ho poi studiato un po’ di pianoforte e chitarra ma ho davvero concretizzato in adolescenza, quando a sedici anni fondai la prima band, Eazy Skankers.

“TIME OUT”, il tuo primo album cantato interamente in italiano. Puoi presentarlo ai nostri lettori? Quale traccia preferisci di questo album?

È un album dove, facilitato dal lockdown e dalla situazione di “stop generale”, mi sono preso una pausa e tolto la soddisfazione di esplorare stili diversi dal reggae con cui mi sono espresso in questi primi vent’anni di musica, stili che comunque mi rappresentano a pieno in virtù delle influenze a 360 gradi che ho sempre avuto. Inoltre scrivere e cantare in Italiano è stata una bella sfida e fonte di crescita personale, una sorta di uscita dalla comfort zone, dove le persone che mi ascoltano in Italia possono finalmente capire parola per parola. Una traccia preferita ovviamene non c’è ma segnalo “Va bene così” la canzone di apertura, per la sua energia.

Come prende forma una tua canzone? Qual è il filo rosso che le unisce?

A volte parte da un giro di accordi sulla chitarra a cui poi aggiungo la melodia vocale, e poi le parole. Altre volte il contrario, parte da una frase che non mi riesco a togliere dalla testa, a cui aggiungo poi una melodia, e costruisco una struttura armonica trasformandola in canzone. Penso che il filo conduttore sia la sincerità dei testi, spesso parlano in maniera diretta di emozioni molto personali.

Hai pubblicato 3 album. Ora, a lavoro fatto, secondo te quali sono le differenze fra i tre?

Sicuramente i primi due sono stati pensati e realizzati con dei grossi paletti stilistici, dovevano essere album reggae per un tipo preciso di audience, abituata a certi canoni e a certe parole chiave. TIME OUT è un disco molto più libero in questo senso, ho letteralmente scritto e composto in totale autonomia e senza pensare al prodotto finale o al pubblico di destinazione, ma solamente seguendo la mia anima.

Leggo dal comunicato stampa: A impreziosire il tutto, le collaborazioni con gli afro-italiani Awa Fall e Tommy Kuti e i compagni di scuderia Foresta e Miriam Masala. Come è stato collaborare con loro?

Molto stimolante! Con Miriam e Foresta siamo stati in studio insieme, loro si conoscono e sono amici da tempo e collaborano attivamente, quando cantano insieme sono incredibili! Tommy e Awa li conosco da più tempo, sono felice della loro partecipazione al disco e girare il video con Tommy è stato molto divertente!

Cosa dobbiamo aspettarci da te in futuro?

Porterò le canzoni di Time Out dal vivo, con la band, e spero di farlo in più città possibili!

In un mondo al collasso per tanti aspetti qual è il ruolo della musica secondo te?

Far staccare dalla quotidianità. La musica ha il potere di portarci in un mondo tutto nostro. Unire le persone, perché da sempre la musica è portavoce di mondi e culture lontani. Ma anche far riflettere, perché può e deve essere veicolo di messaggi importanti.

Oltre alla musica che arti preferisci?

Letteratura e cinema, in quale ordine non lo so! Mi piace molto leggere, dal thriller al fantasy, e ci sono delle trasposizioni in film che sono vere opere d’arte basate su opere d’arte!

Sei stato a The Voice of Italy. Che emozioni hai provato? Cosa ti ha trasmesso questa esperienza?

Un bellissimo ricordo che porterò sempre, come l’affetto delle tante persone che mi hanno visto in TV e poi scritto messaggi di supporto. C’erano i miei figli, mia mamma e mio fratello in studio con me a darmi forza, è stato speciale. Avrei però dovuto farlo anni prima, al giorno d’oggi a trent’anni spesso sei considerato “vecchio” dai discografici…

E invece cosa ti hanno trasmesso i tour al fianco di Roy Paci & Aretuska?

Sono stati quasi cinque anni pieni di date in bellissime città con musicisti meravigliosi. Siamo andati anche a Buenos Aires ed è stata davvero un’esperienza magica! Sicuramente mi ha fatto crescere, a livello umano e musicale.

Per finire saluta i nostri lettori e invogliali ad ascoltare la tua musica…

Un saluto a tutti gli amici di System Failure! Time Out è su tutte le piattaforme! Premete play, chiudete gli occhi e lasciatevi trasportare!