Intervista a Lapolveriera

Benvenuti su system failure. Ciao 😊 Come è nata la vostra band?

Lapolveriera nasce nel luglio 2019, classica storia scanzonata di quattro ragazzi che hanno iniziato a suonare assieme. La chiave di volta è stato capire, dopo pochissimo tempo, che potevamo e SAPEVAMO scrivere insieme. Veniamo tutti e quattro da esperienze precedenti e – dopo il classico giro di gavetta tra i localini, feste, festival eccetera, sia con artisti nazionali sia con artisti internazionali – nasce Tempi Moderni, col quale ci presentiamo al mondo, sia di Verona sia di fuori.

Come vi siete conosciuti?

Ci siamo conosciuti in un’altra vita: eravamo (siamo) tuttora scout, ed è attorno al fuoco che abbiamo capito che ci piaceva suonare e cantare. Dopo qualche tempo durante il quale ciascuno ha fatto la sua vita, è cresciuto e si è evoluto, ci siamo “reincontrati”. Inizialmente il progetto nasce come supporto (per pochissimi live) di un’altra band Veronese, i Terzacorda, dei quali Giovanni, il cantante, faceva parte e che si sono sciolti a fine 2019 dopo una decina di anni di presenza sul territorio. L’alchimia che è nata nel corso di questo breve periodo ha fatto sì che, quando i tempi sono stati maturi, il passo è stato facile ed abbiamo iniziato a scrivere assieme e mettere in musica quel che si scriveva.

Chi sono i vostri miti musicali?

Veniamo tutti da esperienze pregresse, ed abbiamo gusti musicali diversi. Spaziamo da Chris Cornell a Tom Morello, Cory Wong, Eddie Vedder, Porcupine Tree, ai superclassici Pink Floyd, al folk dei Caamp o dei Lumineers, fino al cantautorato in tutte le sue sfumature. Dal cantautorato italiano “storico” alla De Gregori fino all’indie che più indie non si può, passando per gli artisti esteri che più ci ispirano. Se dovessimo inquadrarci, diremmo di collocarci, attualmente, nella frangia indie-rock. Sia come ispirazione, sia come produzione.

“Tempi moderni”, l’album d’esordio. Di cosa parlano le canzoni?

Metodologicamente, ci piace scrivere “descrivendo una foto o un’immagine che abbiamo nella testa”. Tentiamo poi di spersonalizzarla, per rendere l’esperienza di uno fruibile a tutti. O quantomeno fare in modo che il brano possa suscitare qualcosa in ciascun ascoltatore.

“Tempi moderni” è anche il titolo del singolo. Ci parlate della genesi di questa canzone?

Tempi Moderni è nata da un impulso di fastidio verso chi non aspetta altro che “mettersi comodo davanti alla TV”. Noi, che comodi non ci vogliamo stare, ci abbiamo messo una canzone sopra. Il resto è venuto da sé: le sonorità più rock, gli arrangiamenti belli e la potenza sono state raggiunte grazie all’importante presenza di Federico che ci ha prestato sia la sua chitarra, sia la sua voce. Grande Capitan Fede!

Federico Poggipollini. Come è stato collaborare con lui?

È stato un uragano. Appena avuto l’ok dal management, ci siamo confrontati direttamente con lui, lasciandogli sostanzialmente carta bianca tanto su arrangiamenti quanto sulle chitarre di un brano che per noi era già bello così, con il risultato di averlo portato a un altro livello. Anche molto più rock, se possiamo aggiungere! Vederci è stato molto bello, e confrontarsi con un rocker del suo calibro è sicuramente un’esperienza che prima lascia senza parole, poi insegna più di quanto si possa normalmente imparare in pochissimo tempo. Una sorta di masterclass. Molto fico!

Un live di cui conservate un ricordo indelebile?

In realtà ogni live ci regala qualcosa di indelebile. Sicuramente la prima volta sul palco di Fiamene, grande festa e grande palco sulle colline veronesi. Ma anche le prime (lunghe) trasferte al centro/sud Italia, i festival, l’ospitalità, gli artisti grandi con i quali abbiamo condiviso palchi, gli amici incontrati lungo il percorso e – una per tutti – le parole che un giorno ci disse Paolo Benvegnù al quale aprimmo un live: “Divertitevi, e siate felici!”. Da allora è un motto che ci accompagna, anche nel sopportare le scomodità del fare gavetta nel mondo della musica.

Viviamo in un mondo al collasso per certi aspetti. Ebbene, quale è il ruolo della musica in questo mondo?

Diffondere, parlare, dire, trasmettere. Tutti verbi direzionati al nostro prossimo. Diffondere cultura, diffondere consapevolezze, parlare di temi anche scomodi (anche questo è la genesi del nome Lapolveriera… il tentativo di arrivare a dire cose scomode, esplosive). La musica ha il solenne scopo di svegliare, incantare, far acquisire consapevolezze, suggerire le parole per esprimere quel pensiero che da sempre ti ronza in testa ma che non hai mai trovato le parole giuste per dire. Non abbiamo pretese di stravolgere il mondo. Ma provare a renderlo migliore di come l’abbiamo trovato, nel nostro piccolo, si.

Per finire salutate i nostri lettori e parlateci dei vostri progetti futuri….

Vi ringraziamo per questo spazio che ci dedicate, e salutiamo con affetto tutti i lettori che vi seguono. La nostra estate sarà intensa: abbiamo in programma alcuni open e concerti molto belli avanti e indietro per l’Italia, assieme ad artisti super (Modena City Ramblers, Marlene Kuntz, Federico Poggipollini,…). Per il dopo-estate, stiamo già scaldando i motori per scrivere cose nuove.
I riferimenti social sono, per Instagram: @lapolveriera_music
Per Spotify: lapolveriera.
Ci vediamo sotto qualche palco!
Grazie <3