Intervista a mantovano

Benvenuto su system failure. “Laureato in Musicologia a Bologna dove presenta una tesi di laurea sull’alternative rock anni Novanta e le sue ripercussioni artistiche e culturali in Italia”, leggiamo dal comunicato stampa. Cosa puoi dirci a grandi linee di questa tua tesi? Quali sono state queste ripercussioni artistiche e culturali in Italia?

Grazie ragazzi. La mia tesi di laurea è stato un lavoro di ricerca che ho sempre desiderato realizzare. Il fatto di scorgere in parecchie sonorità di band italiane di quegli anni le peculiarità stilistiche di alcune realtà musicali oltreoceano mi hanno spinto a pormi delle domande e a darmi delle risposte. Il Grunge americano ha dato il la al nostro Alternative. Molti gruppi si lasciarono influenzare da quelle suggestioni e da quel mood sonoro: chi solamente nella stesura dei testi (il ‘cut up’ di Cobain, ad esempio), chi nella prassi compositiva, chi invece totalmente. Sicuramente “Nevermind” dei Nirvana (uscito nel ‘91) spalancò le porte del mercato discografico mondiale ad un genere che fino a quel momento era stato relegato alle nicchie (l’Alternative Rock per l’appunto). In secondo luogo il Grunge dei Novanta è stato anche culla di una rivoluzione estetica, promotore di nuove tendenze stilistiche in ambito artistico, di abbigliamento, etc, il tutto con proporzioni gigantesche: il mondo andava incontro ad un’ultima grande rivoluzione culturale.

Hai suonato con artisti quali Rachele Bastreghi (Baustelle), Modena City Ramblers, Paolo Vivaldi etc. Che emozioni hai provato a condividere il palco con loro?

Sì, è stato bello. Ci sono sempre tante emozioni contrastanti quando ci si confronta con artisti di questo calibro. So che di sicuro il mio pensiero fisso era quello di voler dare il massimo per essere all’altezza della situazione.

La sua penna tende ad uno stile molto spesso criptico, elegante e sarcastico”, leggiamo pure dal comunicato. Cosa puoi dirci a riguardo?

Mi piace costruire delle frasi per creare delle immagini ben precise da insinuare nella mente di chi mi ascolta, così da potergli provocare delle suggestioni e degli stati d’animo prima ancora che diano un senso alle parole. Tutto questo è il primo step, poi si dovrebbe passare ad un ascolto più dedicato per cercare di estrapolarne un proprio significato. Nei miei testi non ci sono filtri, non c’è nessun freno, sono flussi di pensiero che cerco di rimodellare per renderli più accessibili, ma cercando di mantenere quella natura conturbante che hanno di fondo.

Quale è la differenza tra suonare per una band e suonare per se stessi?

In una band c’è un lavoro costante di team dove bisogna mettere d’accordo sullo stesso punto più persone, prendere decisioni insieme, lavorare insieme (dove le mancanze da parte di uno dei componenti comporta l’arresto – seppur temporaneo – degli altri). Il progetto solista ti dà inevitabilmente molte più libertà.

“Tempi Interessanti” è il singolo d’esordio di mantovano. Di cosa parla questa canzone? Ci puoi parlare della sua genesi?

Tempi Interessanti parla del nostro passato recente – ma anche del nostro presente – dove il nostro è un mondo in cui le certezze diventano angosciose incognite: mentre la pandemia e le guerre minano il futuro di tutti noi, le realtà virtuali ci tolgono la prontezza e l’accortezza nel renderci conto che forse qualcosa la si potrebbe cambiare partendo semplicemente dalle nostre azioni.

Mr. Robot viene nominato per quanto riguarda il singolo…Cosa puoi dirci, invece, di questa splendida serie televisiva?

Sì, nella serie c’è il protagonista che ripete spesso – “Viviamo tempi molto interessanti” – con fare ironico e provocatorio nei confronti di una società in mano alla perdizione, all’idea di un interesse individualistico dettato dalla venerazione per il denaro (cosa non molto distante da quella che è la nostra di società). Il periodo in cui mi sono approcciato timidamente a questa serie televisiva (non sono un grande fan delle serie TV – anche se non denigro questa forma di intrattenimento) combaciava con il secondo post-pandemia, da lì a poco sarebbe scoppiata la guerra tra Russia e Ucraina. Ho talmente introiettato quei messaggi di ribellione che mi sono sentito un po’ come il protagonista per cui avevo fatto il tifo. Indubbiamente stiamo vivendo Tempi Interessanti.

tu sai fare altrimenti?” è una domanda fondamentale di questo tuo singolo di esordio. Riferendoci al fenomeno crescente del femminicidio come bisogna fare altrimenti secondo te?

Di sicuro ci vuole tanta sensibilizzazione, bisogna arginare il problema partendo dalla radice. La sensibilizzazione va fatta partendo in famiglia, passando dalle scuole per l’infanzia, finendo alle università e/o ai luoghi di lavoro e non solo, bisogna farla ogni qual volta se ne ha modo. Ho ideato da pochi mesi un collettivo di nome ‘Suoni Sporchi’ con cui organizzo eventi di natura artistico/culturale e spesso di sensibilizzazione: uno degli ultimi eventi aveva il nome “Frida Kahlo Theme” in cui si sono esibite due ragazze in set acustico e l’artista Burgello ha esposto le proprie opere – olio su tela – raffiguranti delle figure femminili. Lo scopo dell’evento era proprio questo: rendere palese e concreta una problematica che ci attanaglia e che solamente noi possiamo fermare.

eventi estremi come la pandemia e le guerre ci hanno condotto ad un vero e proprio senso di baratro imminente” dice pure il comunicato stampa. Io ci metterei il cambiamento climatico pure…Quale è il ruolo della musica in questo mondo sul baratro…?

Credo che la musica debba fare di più: ha il potere di scuotere le coscienze, gli animi, è un mezzo piacevole che arriva ovunque e a chiunque, dai più piccoli ai più grandi. Oggi la discografia ci propina roba facile, già metabolizzata e digerita. C’è bisogno di denunciare le bruttezze che ci stanno intorno e che la gente abbia consapevolezza di esse.

Cosa pensi dell’impatto dell’intelligenza artificiale sull’ambito artistico e non solo?

Di sicuro rappresenta un’innovazione, una rivoluzione sotto ogni punto di vista. Credo ci siano dei pro e dei contro. Mi viene in mente l’ultima uscita dei Beatles “Now and Then”, il brano in questione era stato già ripreso a metà anni ‘90 ma non si era riusciti ad isolare la voce di Lennon dalla traccia originale (che contemplava una registrazione piano-voce). Con l’intelligenza artificiale si è riusciti in questo intento e i restanti Beatles hanno arrangiato ed ultimato il brano firmando così un ultimo grande capolavoro. Usata in quest’ottica potrebbe solamente far del bene, oltrepassare confini prima inimmaginabili. Per quanto riguarda invece le infinite possibilità di dar vita a lavori ex-novo in ambito artistico e, quindi, sostituirsi alla sensibilità e all’intelletto umano, credo sia una direzione del tutto funesta.

Per finire, saluta i nostri lettori e parlaci dei tuoi progetti futuri…

Sto lavorando ad un nuovo Ep, c’è tanta nuova musica e nuove idee da farvi ascoltare, spero che abbiate la voglia di seguirmi in questo nuovo viaggio. Ciao ragazzi, buona vita!

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