Intervista a I Malati Immaginari

Benvenuti su system failure. Come vi siete conosciuti?

LAURA: Grazie e un saluto a tutti i lettori. Ci siamo conosciuti nel 2018, quando in un locale della nostra Vasto suonava questo ragazzo sconosciuto chitarra e voce. Era nuovo di zona e dal giorno dopo lo portai in tutti i locali che conoscevo per farlo suonare…

DARIO: Sì, di fatto Laura è stata la mia “agente” e la mia fan numero 1. Sapevo che suonava la batteria, e dopo un anno da quell’incontro, ore di chiacchierate sulla musica e sui gruppi preferiti, le ho chiesto di suonare insieme. Quel giorno nacquero I Malati Immaginari, e da quel giorno la nostra vita è di fatto cambiata. In meglio, ovviamente…

Come avete elaborato il vostro sound?

DARIO: In modo molto semplice e spontaneo. Senza troppi progetti o parole, abbiamo sin da subito dato vita al nostro sound a partire da quelle che sono le nostre influenze, ovvero tanto post punk, dance ed elettronica anni Novanta. Abbiamo scelto la lingua italiana anche perché è inusuale per il nostro genere, che di solito prevede l’inglese.

LAURA: Tra l’altro, già dopo pochi mesi misi da parte la batteria per un set più smart e ibrido, con cajon e una serie di percussioni, proprio per meglio caratterizzare il nostro mash up di elementi acustici e quasi tribali con timbri sintetici ed elettronici.

Da ottobre in tour con Ys Lavey (progetto darkwave di Young Signorino), con il quale a breve daranno vita a una collaborazione discografica. Cosa potete dirci, invece, di questo?

DARIO: Con Ys abbiamo un rapporto umano e di amicizia che va ben oltre la musica in senso stretto. In tour insieme abbiamo condiviso tutto, nel bene e nel male, ansie, paure, e soprattutto tanti momenti divertenti. Ys dal vivo incarna perfettamente il prototipo di rockstar maledetta, ma dietro la sua maschera si nasconde un ragazzo di grande intelligenza e dall’animo buono. Abbiamo inoltre molti punti di contatto artistici e gli stessi gusti musicali, soprattutto da quando Ys ha trovato la sua evoluzione dark. La nostra amicizia troverà presto compimento con un featuring, ma purtroppo proprio di questo non possiamo anticipare nulla tranne il fatto che non vediamo l’ora.

Un concerto di cui avete un ricordo indelebile?

LAURA: Non fu un vero e proprio concerto, ma il Teatro Ariston non si dimentica. Siamo stati finalisti di Sanremo Rock 2022, che ci ha portato dritti su quel palco, dove abbiamo suonato la nostra canzone “Non Passa +”. Si respira un’aria diversa all’Ariston, ti senti addosso la responsabilità di esibirti in un tempio sacro della musica, dove sono passati tutti i nostri idoli o maestri. Questo peso sembra schiacciarti, finché poi salì sul palco e fai quello che semplicemente sai fare, ovvero suonare. Di certo questa esperienza la porteremo sempre nel cuore.

DARIO: Io ricordo la fifa che mi prese quando aprimmo il live di Morgan il Primo Maggio 2022 a Chieti. Una piazza colma di migliaia di persone, un colpo d’occhio che difficilmente dimenticheremo…

Come nasce e prende forma una vostra canzone?

LAURA: In modo molto naturale. Ci piace molto jammare per ore nella nostra saletta, a luci spente, lavorando e sviluppando un’idea iniziale. Suoniamo con il registratore acceso e poi a casa riascoltiamo tutto scegliendo i momenti più interessanti. E da lì iniziamo a scrivere di fatto la canzone, dandole una struttura e un’evoluzione. È un metodo molto produttivo e allo stesso tempo divertente, uno di quei momenti in cui ci sentiamo veramente liberi.

I Malati Immaginari hanno accompagnato in tour Meganoidi, Pierpaolo Capovilla e I Cattivi Maestri, Meg, Frankie Hi Nrg, Young Signorino, Cristiano Godano, Tre Allegri Ragazzi Morti, Morgan etc.. Che emozioni si provano a salire sul palco con band o artisti famosi?

LAURA: Inizialmente eravamo un po’ Alice nel Paese delle Meraviglie, per noi ogni concerto era un luna park, una specie di sogno che si stava avverando. Oggi andare in tour con nomi importanti è diventata per fortuna la routine, e il rapportarci con questi mostri sacri è diventato per noi normale. E questa “normalità” è per noi il vero successo.

DARIO: Tutti i nomi che hai citato, tra l’altro, ci hanno tutti insegnato il valore dell’umiltà in un mondo di squali come la musica. E più sono “grandi” e più volano basso. Ricordo il nostro primo live con Federico Poggipollini, uno abituato a suonare davanti a centinaia di migliaia di persone. Come bis di un suo concerto ci fece salire sul palco per improvvisare un paio di canzoni di Lucio Dalla. Una grande lezione di umiltà e umanità, senza dubbio.

“I love you”, il nuovo singolo. Ci parlate della sua genesi? Di cosa parla il testo?

DARIO: I Love You è la prima canzone che abbiamo scritto insieme quattro anni fa. Ed è l’unica che abbiamo suonato sempre in tutti i nostri 150 live, attraversando decine di arrangiamenti. Non potevamo non farla uscire come singolo prima o poi. I Love You non è una canzone d’amore, o meglio, il testo racconta lo stato d’animo, la disperazione di un amore non corrisposto, dopo una singola notte usa e getta. In questo senso, il ti amo del ritornello è un urlo straziante di dolore nella notte, nella speranza che possa giungere a destinazione…

Per la prossima primavera c’è l’uscita dell’ep “Emostatico”. Cosa potete dirci in anteprima?

LAURA: Sarà un disco molto compatto di cinque tracce che si muovono sulle stesse coordinate di I Love You. Emostatico è un disco claustrofobico e riflessivo, giunto al termine di un periodo molto difficile per noi sul profilo personale, che ha fortemente influenzato la nostra musica. Da un punto di vista sonoro, sarà un disco dal mood puramente darkwave che allo stesso vuol fare ballare come la disco anni Novanta.

“Emostatico”, interamente prodotto e registrato a Roma al Pepperpot Studio da Alessandro Forte. Come è collaborare con quest’ultimo?

DARIO: È stata innanzitutto una grande lezione di musica. Alessandro, che salutiamo, è un professionista del suono, e i suoi risultati e riconoscimenti parlano da soli. Il Disco di Platino con Aiello non è arrivato per caso, e lavorare a stretto contatto con lui giorno dopo giorno ci ha fatto crescere tantissimo come musicisti, oltre ad aver aperto la nostra musica a decine di nuove possibilità.

LAURA: Inoltre è molto piacevole lavorare con lui, molto sensibile da un punto di vista umano e ti mette perfettamente a tuo agio.

Per finire, salutate i nostri lettori ed invogliateli ad ascoltare la vostra musica….

DARIO: Ciao raga, sostenete tutta la musica inedita emergente, perché gli emergenti sono il futuro. E ci stiamo sempre più addentrando in un mondo musicale disseminato di tribute band. La musica inedita è l’unico antidoto a tutto ciò.

LAURA: Se poi vi piacciono le atmosfere nostalgiche e malinconiche, se volete riflettere e ballare allo stesso tempo, fossi in voi darei una chance ai Malati Immaginari, senza dubbio!