Intervista a Baschira

Baschira. Perché questo nome?

Il nome viene dal brigante contadino Prospero Baschieri che è vissuto agli inizi dell’ottocento nel paese dove sono cresciuto, Budrio. Baschira è il suo soprannome dialettale. In realtà ho scelto lui perché era un brigante anomalo, che non amava la violenza. Scappato due volte alla leva obbligatoria di Napoleone, si organizzò con i suoi compaesani per difendersi dai soprusi dei soldati francesi. Passò alla storia come un brigante ma in realtà aiutava semplicemente i contadini e la povera gente a resistere.

Come è nata in te la passione per la musica?

Ascoltare mio padre che suonava la chitarra quando ero bambino è stato forse uno dei primi passi verso l’interesse nella musica. Ho avuto la fortuna di crescere quando si poteva ancora ascoltare la musica su cassette e vinili, quando artisti come Battisti, Dalla, Pino Daniele erano ancora vivi. Poi lo zio mi regalò una chitarra per il mio undicesimo compleanno e da allora non c’è più stato ritorno.

Quale è il filo rosso che unisce le tue canzoni?

Le mie sono canzoni di denuncia. Osservo quel che mi succede e quel che succede alle persone che mi circondano. Quando sento che quel che è successo non mi piace o che non riesco ad accettarlo, lo trasformo in una canzone. E nella canzone posso riderci su e smettere di soffrirci, posso decidere come raccontarlo e soprattutto, come va a finire.

“Controcorrente”, il nuovo singolo. Di cosa parla questa canzone?

Mi sono immaginato questa folla di gente camminare come automi, tutti nella stessa direzione ma tutti soli, con lo sguardo basso. Mentre cammino nella direzione opposta mi accorgo che qualcun altro come me sta camminando controcorrente. Non mi sento più solo, non mi sento più pazzo: qualcuno la pensa come me. Poi mi sveglio. Controcorrente viene da un sogno.

Angelica Foschi e Mauro Rolfini. Come è stato collaborare con loro?

É stato un enorme piacere lavorare insieme a loro. Anzi colgo l’occasione per ringraziarli per la loro terrificante competenza artistica e simpatia. Con Mauro c’è un rapporto di amicizia che dura dagli anni del conservatorio, mentre con Angelica c’è stata una sorprendente sintonia.

Ci puoi dare qualche anticipazione sul nuovo disco in uscita nel 2024?

Certo, il disco si chiama Demofonia, e uscirà nella primavera del 2024. Sarà preceduto dall’uscita di un altro singolo e sarà un disco elettro-folk.

Ci puoi dire anche qualcosa del tuo album “Zdasdat”?

Sono molto soddisfatto del lavoro fatto con il primo album. È stato interamente auto-prodotto e sono contento del suono da street-band che abbiamo ottenuto. Questo sound fa da collante tra le canzoni, mentre si spazia tra i generi musicali. Ho potuto imparare molto da questa esperienza, e credo che sentirete l’evoluzione che c’è stata paragonandolo a questi nuovi brani in collaborazione con Alka records.

Per finire, quali sono i tuoi progetti futuri?

Stiamo programmando per il 2024 un tour estivo di presentazione dell’album. Sto preparando uno spettacolo insieme a Roleda, un artista curdo con il quale abbiamo già suonato qui ad Amsterdam e in Italia le canzoni di Zdasdat, le sue canzoni e canzoni popolari, con l’intento di creare ponti e connessioni tra la cultura italiana e quella curda. La prossima estate porteremo in giro le nuove canzoni, non mancate!