Intervista a B.Hopper’s

Eccoci qui, sulle pagine di System Failure, con la band pugliese B.Hopper’s, in occasione dell’uscita con Virgin Music Group del loro nuovo singolo e video Come stai? Ciao ragazzi, tornate a far parlare di voi, a qualche tempo dalla vostra ultima uscita discografica, con un singolo di tutto rispetto! Come è nata l’idea dietro a questo brano?

In realtà è un brano nato per caso. È stato scritto in una domenica pomeriggio di noia totale. Questo mio amico, Matteo Colella, mi chiede e allo stesso tempo mi sfida a scrivere un brano. Un brano che parlasse dell’elaborazione del lutto. Un brano che parlasse di tutte quelle emozioni che come una cascata ti travolgono, in quei momenti di crisi quando è finito o hai perso qualcosa o qualcuno. Così siamo andati in studio, ho cablato chitarra, microfono e synth e in due ore è nata COME STAI?(Bacco)

Un testo che, con parole “quotidiane”, nasconde una grande profondità: c’è ancora spazio oggigiorno per i buoni sentimenti?

Noi pensiamo di sì. In realtà oggi ci sarebbe spazio per tutto. La difficoltà sta nel sapere raccontare. Cerchiamo nei nostri testi di essere universali, in modo che a ognuno possa arrivare il nostro messaggio.

Fuori con Virgin Music Group. Un traguardo o una partenza?

Un bellissimo traguardo. Ma si sa, ogni traguardo è anche un nuovo punto di partenza. Noi suoniamo e cerchiamo di metterci tutta la nostra passione. Non sappiamo dove arriveremo, ma in ogni caso cerchiamo di goderci al meglio il viaggio.

Bellissimo il videoclip, come nasce?

Nasce dalla voglia di sviscerare ancora di più le sensazioni raccontate nella canzone. Avevamo la possibilità di girare in un hotel abbandonato e allora abbiamo adattato la storia del video alla location. Abbiamo cercato di dare un carattere decadente e onirico allo stesso tempo. Dare l’idea del loop in cui ci sembra di entrare quando si è in una situazione di forte depressione.

Vi sentite più Rock o più Pop?

Dipende dalle giornate. Oggi, per esempio, ci sentiamo fusion. A parte gli scherzi, tutti e cinque abbiamo background musicali molto variegati che a volte si incontrano e altre volte si scontrano. Cerchiamo di non identificarci in un genere. Alla fine è la musica che ci porta dove vuole lei…

Quanto conta l’aspetto live per voi?

È fondamentale! La dimensione live è il punto di arrivo di tutto il nostro lavoro. Salire sul palco, suonare e divertirci. Alla fine è per questo che lo facciamo. Poi ogni live per noi è diverso. Impostiamo il live in base al contesto, alla location e così via. Possiamo essere acustici e intimi o elettrici e dirompenti, dipende.

Gli artisti con cui vi piacerebbe collaborare in futuro?

Ne potremmo citare almeno un migliaio…vabbè voliamo basso , diciamo Childish Gambino!

Prossimi passi?

Registrare gli altri inediti che abbiamo pronti entro l’estate e suonarli in più posti possibili. Niente di ché, dai!

Grazie di tutto ragazzi! Un abbraccio!