Intervista a ANZWART

Benvenuto sul nostro sito. Come è nata in te la passione per la musica elettronica?

Ciao, grazie dell’opportunità!  Ho suonato per diversi anni in varie band il basso elettrico, ma la parte creativa dentro di me mi ha spinto a sperimentare nel mio studio i suoni sintetici e arpeggianti di un mio vecchio sintetizzatore. Con il tempo poi ho iniziato ad investire nell’ascolto, nello studio di registrazione e nella strumentazione, fino ad arrivare a produrre il mio primo EP, uscito nel febbraio del 2021.

Chi sono i tuoi miti musicali?

Pink Floyd, Radiohead e Apparat. Ma anche Alessandro Cortini, Rival Consoles, Moderat, John Hopkins, Max Cooper e Trentemøller.

Quale è il filo rosso che unisce le tue canzoni? Come nascono? Come prendono forma?

In ogni composizione c’è sempre un suono naturale registrato analogicamente, per esempio nel pezzo Berlin ci sono delle cicale e una sega circolare. Attorno a questi suoni elaborati a dovere, inizio ad immaginarmi loop e melodie che registro direttamente nel mio studio utilizzando vari strumenti. Il tutto poi prende forma in modo naturale in base all’ispirazione del momento.

Che tools o programmi usi per comporre la tua musica?

Logic Pro X.

Time. Ci puoi parlare della genesi di questo pezzo?

Tutti i miei pezzi nascono di getto e poi vengono raffinati con il tempo. “Time” racchiude una fase di un periodo molto complicato nella quale ero sommerso da responsabilità non indifferenti. Riassume il percorso di vita di una persona a me carissima, che ho accompagnato fino all’ultimo respiro nel suo viaggio di vita.

Come è la scena indipendente nella tua regione?

Siamo tutti un po’ figli del movimento artistico The Great Complotto, che agli inizi degli anni ‘80 a Pordenone ha dato una svolta assoluta all’indipendenza musicale. Quello che manca sono le opportunità di poter far ascoltare l’ottima musica che viene prodotta da producers o gruppi musicali.

“Le performance dell’artista friulano sono spesso accompagnate da visual” leggiamo dal comunicato stampa. Cosa ci puoi dire a riguardo?

La musica strumentale fa scaturire nella mia mente una serie di immagini al punto da portarmi a costruire un film. I visual che creo e che mi accompagnano durante i live, aiutano l’ascoltatore ad immaginare cosa mi è passato per la mente mentre scrivevo quella traccia.

Hai suonato in apertura ai Nova Materia per la rassegna Scenasonica. Cosa ti ha trasmesso questa esperienza?

Diverse emozioni, ma in primis la paura. È stato il mio esordio al grande pubblico e per un perfezionista come me che cerca ogni difetto nei propri live, mi ha trasmesso la consapevolezza di poter fare qualcosa che adoro e di trasmettere le mie emozioni espresse in musica, senza aver paura del giudizio del pubblico. Alla fine, è andata alla grande, tanto da essere chiamato per aprire il concerto di Teho Teardo a Sexto’nplugged che è uno dei festival più importanti del Nord Est ed a livello nazionale.

IsulaFactory. Come è collaborare con loro?

È come sedersi al tavolo e sorseggiare un bicchiere di vino mentre si parla piacevolmente di qualsiasi cosa e come ben sapete, sia in Sicilia che in Friuli, ci sono ottimi vini e quindi è veramente un piacere e sono estremamente felice di collaborare con loro!

Siamo in un mondo al collasso per diversi aspetti. Quale il ruolo della musica in questo mondo?

Sbronza di idee in un calderone confuso.

Cosa bolle in pentola per Anzwart?

Stanno bollendo altri due singoli con la prospettiva di fare uscire l’album nei primi mesi del 2024. La creatività e la voglia di comporre non mancano.

Per finire, saluta i nostri lettori ed invogliali ad ascoltare la tua musica…

Innanzitutto, grazie per la bella intervista. Sono veramente felice di questa opportunità che mi è stata data. Ai lettori posso semplicemente dire che ho sempre definito la mia musica come “Parole non dette”. Se vi va di ascoltare le mie emozioni che difficilmente esprimo a parole, potete cercarmi, il mio nome è Anzwart.

Per info e contatti:
[email protected]
www.isulafactory.it