Intervista a Andrew Hurth

Benvenuto su System Failure. Ci puoi parlare del tuo percorso artistico fino a qui?

Ciao System Failure! È bellissimo poter parlare un pò con voi; più che percorso artistico vorrei parlarvi del mio percorso di vita, che mi ha portato verso l’arte della musica. La musica mi ha permesso di rinascere ogni volta qualcosa nella mia vita non andava, di esprimere quello che con le parole non riuscivo, e a fare cose che senza una bella melodia ad accompagnarmi probabilmente non avrei potuto fare. È questo che mi piace condividere con chi mi ascolta e chi mi segue, un percorso di vita semplice, comune, la ricerca di se stessi e di quel qualcosa che ci fa stare bene indipendentemente da cosa, la libertà e l’essere se stessi senza farsi condizionare dalla negatività. Con la musica ho trovato la mia chiave di violino, che non ha dato vita solo ai miei singoli “Crazy About You”, “Feel The Light”, “Around Town” e “Real”, ma mi ha permesso di aprirmi al mondo e di connettere me con chi mi ascolta. Spero che questi miei valori si rafforzino sempre più e che la mia musica possa essere sempre più lo specchio di chi la ascolta.

Quali sono gli artisti che ti influenzano?

Ho avuto inizialmente le influenze di Avicii per quanto riguarda il modo di fare musica, del modo di comunicare le canzoni, i pensieri. Lo reputo un grande artista, poeta, molto sensibile e capace di arrivare a chi ascolta. È un peccato che sia andato via così presto, ma senza dubbio ha lasciato pensieri che vivranno in eterno. Dal punto di vista musicale e del sound, senza dubbio i suoi pop/dance e il carattere energico di Robin Schulz e Klingande mi hanno dato spunto per creare un mio stile che sto personalizzando sempre di più.

Come nasce una tua canzone? Parla del processo creativo alla base….

Una canzone nasce da uno stato d’animo, da un pensiero, e successivamente, lato musicale da una linea di basso, un loop di ritmica e dall’intuizione. L’ispirazione penso sia la cosa più importante nel creare un bel brano, è importante non programmare, ma lasciarsi trasportare da ciò che accade in quell’istante. Mi capita spesso di iniziare una base e non completarla mai più, oppure viceversa di iniziare e terminarla dopo 3 ore. Tutto parte dall’ispirazione.

Abbiamo pubblicato il lyric video di “Real”. Da chi è stato creato?

Il lyric video è stato creato da un professionista del settore che mi ha consigliato il template, e le varie grafiche. Penso sia molto intuitivo e in linea col mood del brano. Mi piacerebbe in futuro poter fare un video più impegnativo.

Di cosa parla “Real”?

“Real” è un viaggio alla ricerca di se stessi nella dura realtà. È un viaggio alla ricerca di un cuore che batte nonostante tutto, nonostante la realtà possa impedirci di farlo. Troppo spesso siamo presi dalle mille problematiche della vita e ci dimentichiamo di noi stessi, di fare ciò che ci piace e ci fa stare bene. Ad un certo punto però a venire meno è proprio la nostra parte più bella, che subisce la routine della vita e ci rende apatici, privi di gioie e che non ci fa vibrare più davanti a niente. L’invito di “Real” è di cercare quelle vibrazioni positive nella quotidianità e di tenere il proprio cuore sempre al ritmo.

Come è stato collaborare con Matt Sky?

Collaborare con Matt Sky è stata una bellissima esperienza, è un cantante molto bravo dal punto di vista musicale e ritengo sia perfetto per interpretare la parte cantata, lui è molto timido e sensibile pertanto è riuscito a immergersi completamente nello scenario che avevamo immaginato nella creazione di “Real”.

Che strumentazione usi per la tua musica?

Per la mia musica utilizzo spesso il piano, a volte la chitarra e sempre l’armonica. Ritengo sia uno strumento bellissimo, che riesce a dar vivacità e calore a qualsiasi melodia. È il mio segno distintivo.

Quanto è importante per te arrivare al cuore di chi ascolta?

Arrivare al cuore di chi mi ascolta è per me la cosa più importante, in un mondo in cui la gente è sempre più diffidente e fredda, poter essere in contatto con se stessi ritengo sia la cosa più importante, è per questo che come dicevo prima mi piacerebbe che la mia musica fosse un pò lo specchio quotidiano che abbiamo in cameretta, dove ognuno si possa guardare, o ritrovare se stesso, in una situazione o in un particolare stato d’animo.

Hai collaborato con artisti internazionali. Cosa hai tratto da queste esperienze che ancora ti aiuta adesso?

Collaborare con artisti internazionali mi ha fatto crescere sia a livello artistico ma anche personale, ho tratto un insegnamento da ogni situazione ed esperienza. La musica e capace di annullare le distanze, di far guardare nella stessa direzione e mettere in sintonia qualsiasi cosa. Con The Dissent, ma anche John o Matt ho instaurato bellissimi rapporti anche d’amicizia che mi porta avanti da circa 4 anni.

Quali sono le differenze tra “Real” e “Around Town”?

“Around Town” ha un tono più allegro e spensierato, quasi estivo ed esuberante. “Real” invita a fermarsi un attimo a riflettere e trovare se stessi, i bpm del brano sono più lenti e improvvisamente diventano energici come a indicare che c’è sempre un brivido dietro la tranquilla quotidianità, basta saperlo trovare.

Se la tua musica fosse un cocktail quale sarebbe? E se fosse una città di oggi?

Se fosse un cocktail sarebbe probabilmente un Aperol Spritz: semplice, rinfrescante e con qualche “bollicina” di vivacità. Se fosse una città, probabilmente Milano, un mix tra storia, arte e spontaneità.

Per finire, saluta i nostri lettori ed invogliali ad ascoltare la tua musica….

Grazie direttore e un abbraccio a tutti voi, spero possiate diventare sempre di più! A presto!

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