Intervista a Adolfo Durante

Benvenuto sul nostro sito. Puoi presentarci il tuo progetto musicale?

È la naturale evoluzione di un disco di inediti, il mio primo disco del 2015,’Libertà ‘, in cui potevo finalmente esprimere tutte le mie sfaccettature musicali e che mi permetteva di spaziare da sonorità pop, a quelle rock, folk e jazz.

Come hai elaborato il tuo sound?

In verità il sound delle mie produzioni sono nate sulla mia tessitura vocale, che cambia “abito” a seconda del tipo di produzione. In questo ho avuto la fortuna di incontrare produttori che hanno creduto nella mia espressività di interprete e assecondato questa mia versatilità e mi hanno permesso di essere credibile: io sono entrambe le cose, raffinato e piuttosto articolato nell’uso della voce, ma allo stesso tempo un interprete che regala ai brani un’inaspettata energia e forza vocale.

Come è nata in te la passione per la musica?

Credo da sempre, ricordo mia madre che racconta spesso di me, di quando fin da piccolo,  a  5 /6 anni guardavo programmi televisivi o ascoltavo la radio e già ballavo al ritmo di ciò che ascoltavo. Credo abbia sempre fatto parte della mia vita.

Quale è il filo rosso che unisce le tue canzoni?

L’interpretazione,  il peso che do alle parole,  mai lasciate al caso. I testi, mai banali, affidati a sapienti mani come quelle di Sandra von Borries ed Alessandro Hellmann, sanno “vestire” perfettamente la mia dimensione di interprete, qualunque sia il genere musicale del brano.

Come nasce e prende forma una tua canzone?

A questo non saprei cosa rispondere, dal momento che io sono l’interprete delle canzoni che scelgo di cantare, ma non sono l’autore. I testi nascono sulla base di conversazioni che ho con gli autori, dalle riflessioni personali di chi scrive e di cui condivido il pensiero. Non potrei mai cantare qualcosa che non mi rappresenti.

Alberto Lombardi. Come è collaborare con lui?

Alberto ha rappresentato una svolta nella mia carriera artistica di solista, ero in un periodo in cui attraversavo la necessità di abbandonare i panni dell’artista d’élite, “per pochi e per chi ha gusti sopraffini”, avevo voglia di riappropriarmi di quella parte più energica, che ha sempre fatto parte di me e che non mi abbandona mai, anche quando ho periodi più introspettivi. Con lui significa attraversare la musica a 360 gradi, stilisticamente un eclettico, un fuoriclasse, un grande professionista e umanamente fantastico.

“La vita che va”. Di cosa parla la tua nuova canzone?  Enrico Andreini e Sandra von Borries. Come è stato, invece, collaborare con loro ?

Nel brano canto il trascorrere della vita in chiave intima e personale nel suo passaggio eternamente votato a una felicità utopistica, in cui l’unico antidoto agli affanni e alle sofferenze è rappresentato dalla consapevolezza dei propri sentimenti vissuti nella loro interezza e in piena libertà. A loro devo moltissimo, sono i primi che hanno davvero creduto in me, al punto da investire in una megaproduzione, ‘Libertà ‘, album che vede la collaborazione di musicisti illustri del panorama italiano ed internazionale: Andrea Zuppini (Rossana Casale, Alex Baroni..) , Evangelista e Guerra (duo che collabora con Bollani), Oscar Avogadro (autore per Oxa, Bertè, Vanoni), Lorenzo Forti (Morandi..) e molti altri. Essere tornato a lavorare con loro, già dallo scorso anno con “Quanto amore c’è”, è stato per me un momento di gioia profondo.

“La vita che va”. Dove è stato girato il video? Cosa puoi dirci a riguardo?

Il video è  stato girato presso il Teatro Comunale Mauro Pagano di Canneto sull’Oglio (MN), un gioiello del 1826 su disegno dall’architetto Giovanbattista Vergani. Con questo video ho sentito forte la necessità di raccontare le ipocrisie di coloro che non hanno il coraggio di essere sé stessi nella vita di tutti i giorni. È un incoraggiamento all’individualità, in un mondo che spesso impone modelli precostituiti, reprimendo ciò che vorrebbero vivere ed essere e che il coraggio imporrebbe, se solo le persone trovassero la forza di raccontarsi per quello che sono veramente. L’ambiente teatro diventa il luogo più intimo dove essere se stessi”. Ad impersonare tutto questo ho voluto con me Giacomo Liuzzi, in arte Peperita, drag queen e performer di successo, nota per i suoi spettacoli in tutta Italia e finalista al cooking talent “Bake Off Italia”. Nel video Giacomo impersona lo scorrere del tempo in chiave poetica e felliniana: il trucco di scena dell’artista diventa metafora della vita e delle sue contraddizioni.

Chi sono i tuoi miti musicali? Con quali band o artisti del passato o del presente vorresti collaborare?

Quando penso agli artisti con cui mi sarebbe piaciuto duettare,  penso fondamentalmente al passato, mi vengono in mente Fossati e Alice (Carla Bissi). Attualmente, se devo essere onesto, non sono affascinato da nessuno.

Nel luglio 2015 con il brano “Libertà” hai vinto il concorso “Voci per la libertà – Una canzone per Amnesty” nella sezione Emergenti. Che emozioni hai provato?

Beh è stata un’emozione forte perché assolutamente inaspettata, perché è uno dei pochissimi contest dove hanno partecipato i più importanti artisti del panorama musicale italiano e per la portata del significato che quel festival ha: promuovere i diritti umani attraverso la musica. Dare voce a coloro a cui viene negata la possibilità di esprimersi, perché vittime di soprusi, violenze, regimi autoritari e contro ogni forma di espressione libera del pensiero.

Per finire, saluta i nostri lettori e parlaci dei tuoi progetti futuri….

Al momento sono concentrato sul lancio di questo singolo, per cui mi sto dedicando alla promozione in tutte le sue forme. Spero di tornare live molto presto, ma al momento non ho in previsione nulla. Molte idee, vedremo se troveranno concretezza. Sicuramente ho in progetto altre produzioni, ma credo sia prematuro parlarne ora. Ringrazio i vostri lettori per il tempo che vorranno dedicare alla lettura di questa intervista e auguro loro di essere attraversati da quell’attimo fuggente che è la felicità. Un caro saluto.