Droning Maud ci parla della sua musica

1)Benvenuti su System failure. Presentate la vostra band ai nostri lettori. Parlateci di come si è formata. Insomma raccontateci tutto…

Fare musica a tempo pieno non è certo una cosa da deboli di cuore, perciò sapersi scegliere dei buoni compagni di viaggio è cruciale. Per fare in modo che un gruppo di lavoro funzioni bene, ogni membro deve avere un ruolo definito e sapere cosa questo comporta. Un gruppo in cui i ruoli sono ben definiti funziona in maniera più efficiente, rimane insieme più a lungo ed è più divertente da vivere. In questo momento i membri della band sono: Maurizio, Vincenzino, Andrea, Marco e Silvio.

2)Ora parlateci del vostro background musicale e nominate 3 album che hanno segnato la vostra vita…

Scrivendo e analizzando le nostre canzoni cerchiamo di essere originali e aggiungere qualche ingrediente personale alle ricette già esistenti che ci piacciano. Studiando a fondo la nostra collezione di dischi non possiamo non citare Ok Computer – Radiohead; The Ideal Crash – dEUS; Millencolin And The Infinite Sadness – Smashing Pumpkins.

3)Come nasce in voi la passione per la musica?

Semplicemente abbiamo scelto la musica perché è la nostra vita e non sappiamo fare nient’altro.

4)Su System failure abbiamo recensito il vostro album dal titolo “Beautiful Mistakes”. Come è nato? E’ stato difficile registrarlo? Avete qualche particolare aneddoto da raccontare?

La musica non è solo comunicare con il pubblico, ma è anche, e soprattutto, comunicare con gli altri musicisti. Spesso capita di innamorarsi delle proprie idee fino a rischiare di perdere un punto di vista obiettivo. Il suonare “insieme” ci ha aiutato a recuperare la giusta prospettiva sulle cose e a dare forma concreta alle nostre idee.

5)Nella recensione abbiamo scelto References come migliore traccia dell’album. Voi quale traccia preferite in particolare? Una alla quale siete molto legati dal punto di vista affettivo ed emozionale…

Le nostre canzoni preferite sono state la cassa di risonanza per emozioni già presenti dentro di noi. Non si tratta solo di “essere tristi” o “essere felici”, esistono canzoni aggressive, nostalgiche, di protesta …non c’è un pezzo che preferiamo in particolare ogni singolo brano ha un proprio peso all’interno dell’album; la nostra musica e le nostre parole devono rappresentare chi siamo, comunicare la nostra verità.

6)Ci parlate della cover di “Beautiful Mistakes”?

La copertina dell’album è stata realizzata da Halo Calo[Alessandro La Civita – https://halocalo.org/] e cerca di graficizzare il concetto di errore creativo. Mi piace pensare che possiamo riconsiderare così anche tutti i nostri errori: non come sgorbi da cancellare dalla nostra vita, ma come buffi inciampi ricchi di significato e fecondi di nuove storie.

7)Quali sono le differenze tra “Beautiful Mistakes” e i vostri lavori precedenti?

Le differenze sostanziali sono nel processo compositivo. Ascoltarsi l’uno con l’altro per dare spazio alla creatività, senza imporre le proprie idee, produce sempre risultati ottimali.

8)Come nasce una vostra canzone. Parlateci del processo creativo…

Prima la musica, poi le parole, ma pensandoci bene nelle grandi canzoni è il perfetto matrimonio delle due a fare la magia. Teoricamente non ci sono regole riguardo alla struttura. Non abbiamo fretta. Riascoltiamo le canzoni, le analizziamo, cerchiamo di capire cosa secondo noi funziona meglio e cosa peggio. Dobbiamo essere sicuri di aver provato ogni idea che ci passa per la mente – proviamo a cambiare il tempo del pezzo, l’atmosfera, l’arrangiamento, …tutto! – prima di iniziare le registrazioni. Il resto è storia nota.

9)Se la vostra musica fosse una città a quale assomiglierebbe?

Aria fresca, atmosfera tranquilla e silenziosa, semplicità e naturalezza… una piccola città di provincia?!

10)Quali sono i vostri punti forza?

Il pubblico apprezza la nostra genuinità e si fida di noi. Sapere chiaramente cosa possiamo offrire, cosa è per noi fonte di ispirazione e cosa vogliamo comunicare al mondo, rende autentica la nostra musica.

11)C’è un filo rosso che lega tutte le vostre canzoni?

L’onestà.

12)Quale è la vostra massima aspirazione come band?

Il “successo” è un concetto oggettivo. Alcune persone vogliono conquistare il mondo, altri si accontentano di vivere della propria musica. Firmare con un’etichetta per anni è stato il sogno di tutti gli aspiranti musicisti. Comunque la pensiate, la nostra unica preoccupazione è scuotere le persone attraverso la musica e i testi. Le grandi canzoni comunicano emozioni.

13)Con quale artista/band indipendente vorreste collaborare?

Ritengo che lo “status indie” debba essere riferito unicamente a un fattore: la poetica. Detto ciò, ci piacerebbe poter lavorare con…

14)In quale festival italiano o straniero sognate di suonare?

Mi Ami/Milano [il festival di Rockit], Handmade/Guastalla [l’ordinario relax], IndieRocket/Pescara [l’estate parte con le marce alte], Siren/Vasto [il colpaccio dell’anno]. Per gli “stranieri” la lista è interminabile.

15)E’ stato un piacere intervistarvi. Per concludere la nostra chiacchierata lasciate un messaggio ai nostri lettori…

Seguiteci perché non finisce qui …ci sentiremo presto!