Celeb Car Crash – The World Is Busy, Try Again Later

Fuori dal 23 luglio, “The World Is Busy, Try Again Later” è il nuovo album dei Celeb Car Crash.

Il terzo album della band è la conclusione di un lavoro lungo più di un anno. Il titolo è stato profetico: il Covid ha messo in attesa il mondo intero. L’album vede la collaborazione di Steve Albini, produttore di “In Utero” dei Nirvana, e il mastering è stato affidato a Giovanni Versari, che ha invece lavorato con i Muse.

Riff di chitarra corposi, ritmica possente, distorsioni ruggenti, tratti punk/stoner/hard rock, cantato carismatico ed estro che ti trasmette voglia di fare guai. Perchè? Il sound è quello grunge/alternative metal di band come Audioslave, Soundgarden, Alice in Chains, Nirvana, Velvet Revolver ed altri mostri sacri simili. E quel sound per chi è cresciuto in quegli anni (90/ inizio 2000) è sinonimo di “guai”. Ma riprendiamo questo discorso dopo…

Dopo le “scalmanate” “Comet” e “Disconnected – this is gonna hurt”(canzoni tra le migliori dell’album a mio parere) arriva “Divine” e la violenza di inizio album si stempera. Per essere precisi: i tratti sonori sono più o meno gli stessi ma la veemenza sembra diminuire di un pochino.

Con “Red dawn rising” tornano le bordate sonore. Stupendo come la violenza sonora si mette in equilibrio su un’astratta bilancia con alcuni passaggi melodici. Il chorus di questa canzone è pazzesco con alcuni riff degni di Tom Morello. Bello lo stacco di più o meno metà pezzo. Insomma, è musica che fa sangue: e mi tornano in mente i “guai”….ma ne parliamo dopo…

“Drown me in the water” mi porta in mente pomeriggi interi di “sudore musicale”: eh si quando ascolti musica che ti piace ed è estate sudi tanto ma senti vibrazioni pazzesche. Qui come altrove avvertiamo una grande cura nel songwriting. Come non sottolineare la produzione alquanto sporca degna del grunge e dell’alternative metal. Così deve essere e basta….per abbinarsi al senso di “sporco” dovuto al genere musicale, quel “Dirt” che non a caso è il nome di uno degli album degli Alice in chains. Su system failure spesso facciamo delle apologie dello sporco ed è ora di parlare dei “guai”…La musica di Celeb Car Crash…o che siete nel letto con il/la vostro/a partner…che siete in una festa liceale megagalattica o che siete in un’auto sgangherata diretti verso un concerto….insomma in tantissimi casi della vostra spettinata e adulterata e dissoluta esistenza la musica di Celeb Car Crash rappresenta la colonna sonora ideale….è lo sporco, è lo sporco sublime che avete dentro che è sinonimo di purezza ancestrale….polverosa, sconquassata insomma grunge…..

“Pretend we are fine” presenta un esordio pazzesco con tutti gli strumenti in tiro e poi parte la strofa sostenuta da questo refrain e cassa roboante. Poi la canzone ci porta dinamismo e variazioni da paura e queste rappresentano un po’ le peculiarità di questo album per gli amanti del “disfacimento totale”, per quelli senza speranza che sono “rotti dentro”. La ritmica di “Poor me” è da capogiro, una ritmica “vigorosa” che ti cambia la giornata…

Come non notare qua e là qualche accenno punk, punk americano alla Green Day o Blink 182. Eh si perché il grunge è roba tosta e contiene tante cose…davvero tante cose….e mentre scriviamo questo stiamo ascoltando “Life in a Wes Anderson’s movie” , “Hole” e “Down to the core”.