Alan Elettronico – Electric Mind
“What am I”: inizia tutto con questo refrain electro magnetico e tastiere tanto mentali, ambient. Poi parte la ritmica in doppio colpo e arpeggiatore/synth basso abbastanza marziale. Poi bridge che porta suoni abbastanza lievi, bambineschi. Poi riparte la tastiera d’esordio. Il tutto risulta sia ambient che synthwave: tutto rigorosamente anni ’80. Non mancano spoken electro. “Videogirl” offre altro arpeggiatore con questi refrain di contorno che arricchiscono il tema portante. Ancora la tastiera del pezzo precedente: infatti i due pezzi sembrano complementari. Aria sci-fi senza dubbio nella musica di Alan Elettronico, un degno rappresentante dell’attuale scena electro indipendente in Italia. Qua e là è facile pensare a Vangelis per alcune spirali sonore.
Poi passiamo a “Love like a chain” con queste suggestioni orientaleggianti che si affiancano a quelle fantascientifiche. La cassa dritta ci fa pulsare il cuore e il solito arpeggiatore marcato ci rapisce, catalizza tanto la nostra attenzione. “Space beyond” offre questo esordio tanto evocativo. Siamo nello spazio profondo ed arrivano epifanie sonore stupefacenti. Stupendo come si fondono i delay, alcuni suoni distorti e la ritmica. Splendido pezzo surreal onirico “Space beyond” con questo stacco tanto indovinato. Il migliore fino ad adesso a mio parere grazie all’eccelso songwriting. “This Ain’t Love” ci fa proseguire in questa dimensione aliena con altri “spoken”. Qui il beat è fenomentale, un beat tra trip hop e downtempo, un beat tosto davvero con qualche suggestione sonora alla Depeche Mode.
“Electric dream” con altri arpeggiatori tanto sci-fi ci porta ancora lontano, nell’oltre, in un wormhole sonoro formidabile con questo beat e basso che risultano tanto pungenti con alcuni refrain d’ambiente che arricchiscono il tutto e lo rendono straordinario. “Diva” presenta ancora impressioni sonore evocative oltre a questa ritmica tanto sci-fi, tanto solida. I refrain ripetitivi scatenano tanto appeal mentre gli stacchi con basso quasi predominante ci portano la mente in una caverna sonora dove l’oscurità a tratti è “frammentata” da bagliori sonori. “Make it one” conclude il tutto con il solito synth basso che “detta legge” oltre alla cassa imponente.
Alan Elettronico con “Electric Mind” mi ha impressionato non poco: con non molti suoni ha generato un prodotto musicale degno di nota. Grande produzione sonora e sound design, non c’è che dire. Inoltre annoveriamo tanto appeal ed un indovinato songwriting. Il synthwave di Alan Elettronico è per gli amanti del genere come pure per i non amanti: la sua musica è tanto figa e mentale che secondo noi possiede il potere di attrarre anche qualche distratto ascoltatore che si troverà come catapultato in una dimensione sonora “inconcepibile”, dimensione sonora nella quale fare un full dive sbalorditivo ed indimenticabile….
Link streaming su Bandcamp: https://projektrecords.bandcamp.com/album/electric-mind-name-your-price
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