Canzoni soprappensiero – Pietro Saino
“Canzoni Sovrappensiero” (La Stanza Nascosta Records) è un album sorprendentemente ricco di sfumature, situazioni, sonorità. Il viaggio comincia laddove il ritmo del cuore s’espone al vento della paura (Fabrizio Resca); ecco, l “emergente” (che brutta etichetta, oggi fin troppo usata) Saino non ha timore di esporsi, di scavare, di soffrire, di inabissarsi in profondità oceaniche per poi riemergere in maniera ardita, raggiungendo vette che sembravano proibitive.
Vero e proprio funambolo della voce, il cantautore magentino disegna scenari nuovi, si arrampica sulle spalle dei giganti del passato e riesce a vedere più lontano, oltre le sterili classificazioni di genere, imprimendo al suo viaggio una direzione nuova. Si ascolti la sperimentale “Autunno giapponese”, emblema di un disco di ricerca, che si interroga senza pretese di infallibilità.
“Canzoni soprappensiero” è un album denso di suggestioni, evocativo come il carillon di “Nelle gocce”, auto-ironico ed energetico come l’arrangiamento di pianoforte elettrico, clavinet e hammond, che sorregge l’apertura dei fiati ne “L’elogio dell’errore”; visionario come “Il mago di Oz”.
Pietro Saino non ha timore di raccontare, di indagare, di analizzarsi; ci consegna così un album profondamente filosofico, che affonda le unghie nell’interiorità senza mai scadere nell’auto-referenzialità; un album capace di parlare all’ascoltatore, se solo lo si ascolterà con l’attenzione che merita.