Intervista a Loiola

Benvenuti su System failure. I vostri inizi con la musica come sono stati? Come si è formata la vostra band?

Eros: Io, Fabio e Valerio abbiamo avuto diverse esperienze musicali in altre formazioni. Ci siamo poi trovati nell’ottobre del 2017 con Giusi e abbiamo tirato su questo nuovo progetto di inediti in italiano che rappresenta il nostro gusto musicale.

Come è nata in voi la passione per la musica?

Eros: Ascolto musica da quando sono nato: i miei genitori mi hanno trasmesso la passione per la musica soprattutto italiana.

Giusi: Per me la musica è quasi una terapia. Anche io ho avuto un ambiente familiare molto stimolante sul piano musicale e amavo scrivere canzoni per divertimento da ragazzina, ma non mi ero mai presa davvero sul serio: ho ripreso a farlo con entusiasmo grazie al supporto creativo della band.

Quali sono gli artisti che influenzano le vostre scelte musicali? Nominate qualche album che ha segnato la vostra vita….

Eros: Penso di parlare a nome di tutti riassumendo con Velvet Underground, “Unknown Pleasures” dei Joy division, “La voce del padrone” di Battiato, “The White album” dei Beatles, “This is hardcore” dei Pulp.

Essere emergenti ora. Che Italia discografica vi trovate davanti?

Eros: Dal nostro punto di vista una vera e propria Italia discografica non la abbiamo ancora incrociata, essendo il nostro progetto auto-prodotto. Siamo convinti che a parte la trap ci sia la rinascita di un suono di impatto tipicamente rock e indie-rock che si fa strada molto rapidamente.

Abbiamo recensito il vostro Ep “Non eroi ma opere di bene”. Dove è stato registrato? Che tecnica di registrazione è stata usata?

Giusi: Siamo stati supportati da Jungle Music Factory, dove abbiamo registrato tutti i brani: hanno fatto un lavoro eccezionale.

Eros: Abbiamo registrato su piste cercando di rispettare il più possibile la natura dei suoni. Francesco Grammatico in questo è stato determinante, bravissimo ad esaltare il sound di impatto bilanciandolo con la narrazione dei testi.

Su quale traccia dell’ep mi dovrei soffermare e perché?

Eros: abbiamo lavorato in maniera paritaria e non siamo approdati in sala di registrazione con l’idea del singolo da lanciare. Preferire una canzone ad altre per noi è davvero difficile.

Ci parlate della cover dell’ep(subito in figura sopra)?

La copertina del nostro EP è opera di Graziano Riccio, intitolato “Il bosco delle anime perdute”. Per saperne di più: https://grazianoriccio.wixsite.com/grazianoriccio

E’ in progetto qualche video per una delle canzoni dell’ep?

Sì e stiamo lavorando ad un progetto molto interessate con artisti del settore che stimiamo molto.

Di quale messaggio volete essere portatori con la vostra musica? Di cosa parlano i vostri testi?

Giusi: Ci piace raccontare delle storie e condividere i toni espressivi delle singole vicende.

Eros: La forma canzone rende concreti i pensieri e le emozioni che sentiamo di dover comunicare non solo con le parole ma anche dal suono che ne completa l’espressività.

C’è un filo rosso che collega le vostre canzoni?

Eros: Sì, i protagonisti sono tutti antieroi, grotteschi e drammatici che lottano sul piano interiore e sul piano esteriore.

Come nascono le vostre canzoni? Chi si occupa del songwriting?

Eros: La nostra fortuna sta nella capacità di condividere i vari input creativi che ciascuno di noi ha, trasformando il tutto in un processo collettivo.

Per finire salutate i nostri lettori….

Ciao lettori di System failure, grazie per l’attenzione e l’ascolto! Se volete venire ad ascoltarci dal vivo saremo il 29 maggio al Let it beer di Roma! Vi aspettiamo.