Intervista a Silversnake Michelle

1)Ciao Michelle. Benvenuta su System failure. Ci racconti il tuo percorso artistico fino a qui in poche righe?

Ciao!! Diciamo che fin da piccolina, per gioco, scrivevo canzoni e mio fratello mi accompagnava al piano. Poi ho fatto recitazione per tantissimi anni, la musica restava solo una passione da ascoltare. Ma ho sempre sentito la necessità di scrivere qualcosa di mio e nel 2012 ho scritto la mia prima canzone “Silversnake”. Da lì non ho più smesso.

2)Che musica ascolti Michelle? Parlaci del tuo background musicale…

Da ragazza ascoltavo molto musica pop, dance e house, fino all’età di 17 anni circa quando mi sono “convertita” al rock e al grunge. Tra i miei gruppi preferiti ci sono Cranberries, Red Hot, Deep Purple, Beatles, Nirvana e moltissimi altri. Mi piace tanto anche il rap, arriva in modo diretto e senza filtri. Il mio preferito? beh il Rap God Eminem

3)Come è nata in te la passione per la musica?

Attraverso la danza. Da bambina studiavo danza moderna. E li capisci che la musica è un “fatto naturale”. Il battito cardiaco d’altronde è ritmo. Ed è altrettanto naturale comunicare con movimenti corporei associati a dei suoni, le emozioni nel frattempo fluiscono e danzano anche loro. Si realizza la magia, e le emozioni infinite riescono a manifestarsi attraverso qualcosa di materiale e finito, che è l’arte in tutte le sue forme.

4)Su System failure abbiamo ospitato il tuo video I MARRY MY PAIN. Di cosa parla? Come è nato? Dove è stato girato? Insomma raccontaci tutto per bene…

“I marry my pain” è la consapevolizza dell’esistenza del mio dolore. Non voglio più scacciarlo, ma starci dentro, conoscerlo. Il matrimonio simboleggia l’unione duratura con esso. L’idea di non aver più paura di una parte di me, dei miei demoni. E’ una canzone di svolta e di transizione dove esce rabbia ma anche voglia di cambiare. Racconto attraverso metafore come mi sento e la mia ossessione del doppio. Questo viene rappresentato poi nel video, che rappresenta appunto la cerimonia nuziale tra le due opposte versioni di me stessa, la bianca e la nera. Ma è solo un percorso interiore che porta a percepire che il Tutto non si spezza mai in parti e io sono Uno. E’ stato girato a fine novembre 2017 a Schignano (Valle d’Intelvi) nei dintorni del Lago di Como. Gli interni sono girati nell’agriturismo di un carissimo amico proprio lì a Schignano. E’ stata una giornata intensa, faticosa, il tempo era splendido sebbene i costumi che indossavo non erano l’ideale per le temperature a 600 metri di altitudine in questa stagione… ma nonostante il freddo gelido è mi sono divertita tantissimo e approfitto ancora per ringraziare di cuore tutti coloro che hanno collaborato e hanno reso possibile questa esperienza unica.

5)I MARRY MY PAIN fa parte dell’Ep “BURIES THE SECRET OF..”. Ci parli delle sonorità di questo Ep? Inoltre, dove è stato registrato? C’è qualche aneddoto a riguardo?

E’ un ep che vuole ossessionare. Note ripetute in modo assillante. Rappresenta un tormento interiore così violento da far quasi impazzire. Sonorità dark e testi ombrosi, che vogliono palesare ed esprimere un disagio interiore sempre più forte. E’ un lavoro realizzato molto d’impulso. Tutti i brani hanno un’ ossatura registrata “live” in sala, e successivamente sono stati arricchiti con qualche aggiunta arrangiativa. Resta comunque un EP dal sound molto fresco e genuino proprio perché meno pianificato in studio confronto al precedente Her Snakeness. Non a caso la squadra di musicisti che mi ha seguito in questo EP era la stessa del secondo album ed è stato molto divertente e interessante rimettersi in gioco con loro in una situazione più artigianale e immediata. Abbiamo deciso di chiudere un capitolo, iniziato appunto con Her Snakeness, regalandoci le impagabili sensazioni del registrare “dal vivo” in sala tutti insieme. Sensazioni di cui troppo spesso oggi i musicisti si privano per via dei vantaggi tecnologici e della voglia di perfezione a tutti i costi.

6)Quali sono le differenze tra “BURIES THE SECRET OF..” e i tuoi lavori precedenti?

Le differenze sono tante a partire dalla motivazione emozionale che sta alla base di ciascuno di essi e che ne influenza le sonorità. SO IN MY MIND, il primo album, è un disco d’esordio in cui ancora non sapevo bene cosa esprimere con la musica e con la voce. Era un tentativo di uscire dal guscio, di rappresentarmi in qualcosa, sentire che ero ancora viva e farmi notare sotto una veste nuova. Usavo linee melodiche semplici, testi molto poetici. HER SNAKENESS è stato un disco molto complesso, talvolta frustrante poiché cercavo di esprimere delle emozioni, ma mi si palesavano vuoto e freddezza. E’ il disco dalle emozioni interrotte. Linee melodiche e testi contorti, arrangiamenti in stile un po’ “progressive” e una teatralità visionaria e onirica. Rimane per me un disco ancora molto inconsapevole, un tentativo di nascondermi dietro una forma. BURIES THE SECRET OF…è un concept il cui titolo prosegue la frase degli album precedenti. So in my mind, Her Snakeness, Buries the secret of……(to be continued 🙂
Ha sonorità ancora più scure, cupe. E’ un’evoluzione verso la semplicità. Cercavo qualcosa di più diretto, ma anche di più ossessivo. Qualcosa di più profondo e solitario. Più un dialogo rivolto a me stessa che agli altri.

7)Se la tua musica fosse una città a quale assomiglierebbe? E se fosse un quadro?

La musica che creo vuole rappresentare la realtà attraverso il sogno e l’immagine. Se fosse una città sarebbe Ushuaia (Argentina), una città che ho visitato, fredda ma al tempo stessa accogliente. Una città che si trova quasi alla “fine del mondo”, nella Terra del Fuoco. Se fosse un’ opera pittorica sarebbe un quadro surrealista, in particolare Magritte e il suo illusionismo onirico.

8)Con quale band o artista indipendente vorresti collaborare?

Cercherei degli artisti con un messaggio e una proposta artistica simile, per poter scambiare dei contenuti. Ma forse anche con artisti di generi differenti che mi catturano emotivamente, per dare un colore diverso al percorso di crescita personale.

9)Su quale palco sogni di suonare?

Il mio sogno è cantare su un palco posizionato sull’acqua. Esattamente sul lago di Como. A parte questo mi “accontenterei” di esibirmi al Madison Square Garden

10)Riesci a conciliare la tua vita con la tua carriera artistica?

Inizialmente avevo delle difficoltà; c’erano sempre dei sensi di colpa per il tempo tolto alla vita privata a favore della musica (che non tutti concepiscono come un lavoro.) Ma poi ho capito che le due cose coincidono. La mia vita è la mia arte, e viceversa.

11)Progetti per il futuro?

Sto lavorando ad un nuovo progetto che prosegue emotivamente la scia di BURIES THE SECRET, sperimentando però sonorità più elettroniche. Non dico di più 😉

12)Per finire, un messaggio ai nostri lettori. Grazie per la tua collaborazione…

Se il mondo è stato dominato da rettili per milioni di anni un motivo c’è….;). Grazie a System Failure Magazine e a tutti i suoi lettori!