Intervista a Lonesome Heroes

Benvenuti su system failure. Potete presentarci il vostro progetto musicale? Come vi siete conosciuti?

La definizione progetto forse per noi non è proprio azzeccata. Ci siamo incontrati come persone, amici e poi come musicisti. Volevamo creare una band che facesse coesistere in un modo più o meno piacevole il punk, il metal, ma anche il rockabilly ed il blues, ma non lo abbiamo progettato, è stata una conseguenza naturale.

Come prendono vita le vostre canzoni? Parlate del processo creativo alla base…

Di solito partiamo sempre da una linea melodica sulla quale ci divertiamo a montare riffs e cambi di tempo finché il risultato non ci sembra abbastanza divertente. Ad oggi non potrei immaginare di scrivere una canzone senza le intuizioni di ognuno dei componenti della band.

Chi sono i vostri miti musicali? Nominate anche 3 album che hanno segnato la vostra vita…

Tre miti musicali da scegliere è una domanda veramente difficile, probabilmente dovendo scegliere Social distortion, Guns n Roses e Breaking Benjamin. Per gli album molto personalmente Seal the Deal lets Boogie dei Volbeat, Sex Love and Rock n roll dei Social Distortion, Phobia dei Breaking Benjamin.

Abbiamo ascoltato il vostro disco “On fire”. Dove è stato registrato? Difficoltà nel processo di registrazione?

Abbiamo registrato ad Officina Musicale a Roma, sotto la cura di Roberto Mascia, considerando che abbiamo registrato metà album durante la prima maledetta ondata del Covid abbiamo si, avuto parecchie difficoltà ma ce l’abbiamo fatta comunque.

C’è una traccia di “On fire” che preferite?

In realtà ognuno ha la traccia a cui è più affezionato, dovendo scegliere forse “On Fire”.

Quali sono le differenze tra “On fire” e i vostri lavori precedenti?

Nei lavori precedenti sicuramente c’ è meno cura del dettaglio, dei suoni e dei contenuti.

Di “On fire”, il singolo, c’è anche un video su Youtube. Ci parlate della genesi di questo pezzo?

Volevano incarnare l‘anima del disco ed il conseguente messaggio di ribellione: quindi serviva un brano veloce, diretto, divertente ma con una vena dura e pesante ed é nato “On Fire”.

Quali sono le fonti di ispirazione per i vostri testi?

Ci piace parlare di esperienze vissute a volte usando metafore e licenze. Siamo ragazzi di strada non abbiamo avuto la strada spianata in nessuna occasione: credo che questo abbia contribuito in modo fondamentale nei testi e nei contenuti.

Qualche aneddoto da raccontare dei vostri live passati?

I live sono sempre una festa…qualche volta abbiamo esagerato con l’alcool aahhaa ma aneddoti particolari non ne ricordo…forse proprio per l’ alcool…

Siamo in emergenza coronavirus. Quanto questa emergenza vi ha penalizzato dal punto di vista dei concerti? Abbiamo visto da facebook che avete suonato al Kill joy dopo quasi un anno. Cosa avete provato?

Si abbiamo suonato al KillJoy che è un locale molto prestigioso, è stato fantastico il palco ci mancava da un anno è stato molto emozionante…purtroppo a causa dell’emergenza abbiamo dovuto rinunciare ad una grande quantità di date in giro per l’Italia.

Come è collaborare con Ghost record label?

Con la Ghost Record ci siamo trovati subito bene: abbiamo capito subito di aver fatto la scelta giusta, c’ é una grande serietà e un grande amore dietro al loro lavoro. Non sono mai passati più di 3 giorni senza che avessimo un contatto per pianificare qualsiasi cosa.

Siamo in un mondo in emergenza economica, climatica e sanitaria. Ebbene, quale è il ruolo della musica in questo mondo?

La musica nei momenti duri non ti abbandona mai, è lì per tenderti una mano in qualsiasi momento. In questo momento terribile credo che il suo ruolo sia indiscutibilmente proprio questo, più che mai.

Oltre la musica quali arti preferite?

Siamo molto appassionati di cinema: i nostri video infatti sono totalmente girati e montati da noi. Non siamo naturalmente professionisti ma è comunque un ulteriore modo di esprimerci.

Per finire, salutate i nostri lettori e date qualche consiglio a qualche band che sta muovendo i suoi primi passi…..

Salutiamo chiunque abbia speso qualche minuto a leggere questa intervista…Non credo siamo ancora in grado di dare consigli, ma sicuramente se si vuole essere una band prima di esserlo sul palco bisogna esserlo nella vita altrimenti non funzionerà e perseverare contro tutti e tutto.