Il potere della musica – boost per sport e concentrazione

È oramai un fatto riconosciuto che la musica sia in grado di esercitare una serie di stimoli su corpo e cervello, andando a influenzare lo stato psico-fisico. A seconda della melodia a cui prestiamo orecchio possiamo rilassarci, concentrarci o caricarci prima di una competizione. Non è affatto un caso che i maggiori sportivi, in qualunque disciplina, ascoltino le loro playlist personalizzate prima di una gara.

Musica e sport sono infatti strettamente correlati: l’ascolto di una melodia è in grado di ridurre il senso di affaticamento, aumentare la coordinazione motoria e fornire un benessere fisico, in quanto innesca il rilascio di endorfine e dopamina in grado di migliorare l’umore.

Addirittura, in alcuni casi la musica è stata indicata come elemento dopante e per questo è stata persino vietata in certe competizioni, poiché capace di alterare il rendimento. Non è un caso se quando andiamo in palestra o pratichiamo sport ci piace ascoltare musica. Le onde sonore sono in grado di aumentare la nostra resistenza alla fatica, permettendoci di svolgere gli esercizi in modo più veloce e intenso, distogliendoci dalla fatica. Naturalmente, non tutte le melodie provocano gli stessi effetti: la playlist ideale per allenarsi è composta infatti da brani che suonano da 120 a 140 battute al minuto. Qualche esempio? Chi non si è mai allenato ascoltando “Dont’ stop me now” dei Queen o “Eye of the Tiger” mimando Rocky Balboa?

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Le playlist dei campioni

Sono moltissimi gli atleti che non rinuncerebbero mai ad ascoltare musica prima di una gara. Michael Phelps, l’atleta che ha ottenuto più medaglie alle Olimpiadi, adora il sound di Eminem ma anche la musica elettronica di Afrojack e Steve Aoki. Un altro super campione, Usain Bolt, ha ammesso di ascoltare “One love” di Bob Marley e “Real Friends” di Christopher Martin prima di scendere in pista. Anche negli sport di abilità, dove mantenere alta la concentrazione è fondamentale, la musica è di grande aiuto. La poker player pro Fatima Moreira de Melo, nei suoi consigli per giocare dal vivo suggerisce di portarsi dietro cuffiette e powerbank per avere sempre  disponibile la propria musica preferita. Il tennista Rafael Nadal si prepara alle sfide più importanti ascoltando la musica di Alejandro Sanz e del gruppo pop spagnolo La Oreja de Van Gogh. Per Federica Pellegrini, invece, non esiste una playlist standard ma la adatta in base al suo livello di tensione e all’importanza della gara. Per lei, il massimo della concentrazione arriva ascoltando la colonna sonora di Fantasia della Walt Disney.
La musica, quindi, allenta la tensione e l’ansia pre gara ma al tempo stesso fornisce gli stimoli adeguati per raccogliere le forze e la concentrazione, aumentando l’autostima e migliorando la performance agonistica.

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Un aiuto per gli studenti

L’influenza della musica sulle capacità cognitive ha definitivamente ottenuto una conferma scientifica negli ultimi anni, per la sua capacità di rendere una persona più ricettiva e concentrata. La teoria sul fatto che ascoltare i migliori brani di musica classica, forse anche quella moderna di INRI Classic, rendesse effettivamente le persone più intelligenti è stata al centro di grandi dibattiti. Al punto che già negli anni ’90 il Governatore della Georgia (USA) donò un CD di musica classica a tutti i nuovi nati nello stato. Il cosiddetto ”effetto Mozart”, in grado di aumentare persino il QI, non è stato ancora avallato dalla comunità scientifica ma ha ispirato una serie di studi sulla relazione tra musica e capacità cognitive del cervello.

Sicuramente, certe melodie sono in grado di influenzare l’umore generando benessere, con la conseguenza di renderci più efficiente nello studio, favorire il sonno e ridurre lo stress. Diverse ricerche hanno evidenziato come studenti che ascoltano musica classica riescono a ottenere un punteggio migliore, rispetto a quelli che eseguono lo stesso esercizio in silenzio. Oltre che migliorare l’umore, in quanto l’ascolto di certe sinfonie è in grado di ridurre la pressione sanguigna degli ascoltatori.
Sia che siamo tristi o felici, è nella musica che finiamo per rifugiarci: un incubatore in grado di assecondare il nostro umore ma anche guarirci. E non stiamo parlando solo di Mozart: mettersi all’ascolto di musica allegra, come il reggae o lo ska, è un antidepressivo naturale. Melodie da ascoltare come cura per il cervello e cibo per l’anima.