Gli Happy Fear Club pubblicano il video di “Red Tip”

Gli Happy Fear Club nascono per impulso del bassista Massimiliano Amoroso e della sua continua ricerca musicale. La band nasce inizialmente con la volontà di riesumare il repertorio del suo progetto solista “Sailormob” che lo portò nel 2011 a pubblicare un album intitolato “Tidy Monster” che vedeva la distribuzione ufficiale di Amazon (che allora si affacciava al mondo della distribuzione musicale). Di lì, dopo 13 anni, la voglia di coagularlo in un vero e proprio gruppo.

Questo nuovo capitolo, di una storia lunghissima fatta di moltissime proposte Alternative Rock, si ispira alle produzioni di Third Man Records, l’etichetta di Jack White .

Suoni decisamente “bluesy” si affiancano ad effettistica accattivante e diretta, senza mai perdere di spontaneità ed efficacia. Soluzioni ritmico-armoniche apparentemente semplici, ma che ad uno studio più attento, si palesano come complesse e particolarmente curate.

In questo senso il primo singolo (Red Tip), appare quasi un manifesto di ciò che si vuole fare. Nonostante la voce di Brenda Taormina sia completamente diversa da quella di Alison Mosshart, c’è la voglia di ispirarsi a band quali Dead Weather e The Kills, senza scimmiotarne né i suoni, né l’attitudine.

La musica degli Happy Fear Club, vorrebbe infatti più inserirsi in un contesto, piuttosto che copiare o citare altre esperienze. Come del resto sono stati i Betty Ford Center, i Milk White, i Bye Bye Japan, giusto per citare i progetti più riusciti del musicista calabro-ciociaro, trasferitosi prima quindici anni a Roma ed ormai da dodici a Palermo. Assieme a lui, un manipolo di musicisti appassionati e un po’ matti, che in pieno XXI secolo hanno (insieme a Massimiliano) ancora tanta voglia di suonare e proporre musica inedita, in direzione ostinata e contraria rispetto a quanto avviene in questo momento storico, in cui sembra che tutti preferiscano proporre cover o impegnarsi in tribute band, lasciando ad uno sparuto numero di “coraggiosi”, la voglia e gli spazi (sempre più esigui) che si riservano ai progetti inediti.

Gli Happy Fear Club si sono formati nel novembre del 2023 e ad oggi hanno un repertorio completo composto praticamente di soli brani originali (eccezion fatta di due sole cover: “Dress” di PJ Harvey e “Dirty Boots” dei Sonic Youth). In questo senso le cover, più che per compiacere gli spettatori, servono per inquadrare meglio il campo da gioco in cui vuole scendere questa band. Da un lato, come detto, si confina con i Dead Weather, dal versante noise ci si affaccia alle sonorità complesse della “Gioventù Sonica”, con i “Metric” alla cordigliera Indie/pop e con gli Yeah Yeah Yehas ai marosi del post-punk.

Ma a 50 anni (forse) non si ha più la voglia di saltare da una parte all’altra del palco, scalando amplificatori. Massimiliano, insieme a Vincenzo Polizzi, Brenda Taormina ed Enrico Tomaselli (rispettivamente: basso, chitarra, voce, batteria) si presentano come una band riflessiva, quasi compassata. Che vuole raccontare storie, vivere nuovi mondi e dimensioni “altre”, emozionare ed emozionarsi, guardando tutto attraverso una lente caleidospica che, rifrangendo la luce, ci restituisce le mille visioni dell’animo umano.

Graficamente hanno scelto di rappresentarsi come fossero un capitolo di quei libri del terrore per bambini (“I Piccoli Brividi”), decidendo di narrare storie anche cruente, vere, ma filtrate da una saggia ironia. Niente più del logo scelto vuole dire questo: un fantasmino gentile, che non vuole dare fastidio a nessuno ed il cui unico intento è fare da guida in questo viaggio, in questo mondo a metà tra l’onirico e il quotidiano, tra il fantastico e il terribile, in cui Voo-Doo, magia rossa, leggende di marinai e sabbie di deserti interiori, si fondono con le storie di tutti noi.

A pochi mesi dalla fondazione gli HFC propongono un singolo (presentato in anteprima nel programma Vukset, dell’emittente inglese XRP Radio), un video (che il 20 aprile verrà presentato in anteprima sul sito di In Your Eyes ‘zine) e risultando, sin dall’esordio, tra i 9 finalisti selezionati per la finale regionale di uno dei più grandi concorsi italiani (Sanremo Rock). A loro stessi, pare già tantissimo.

Recensione del singolo

Una chitarra bluesy fa da intro e poi entra il cantato della frontwoman Brenda Taormina. Sonorità luminose, dorate per un singolo che fa pensare a qualcosa di Sunflower Bean o Wolf Alice. Infatti siamo di fronte ad un blues alternative rock dalle tinte psych, una sorta di ballad tanto elettrizzante che mira a toccare il nostro cuore e farlo palpitare non poco. Stupendi i climax e le melodie creati. Musica di alto livello, di grande spessore da parte di Happy Fear Club che scelgono di partire con il loro progetto con qualcosa di assolutamente pungente e penetrante, nudo e crudo, estremamente “wild”….Il cantato di Brenda Taormina nel suo essere lieve e pieno di pathos allo stesso tempo ben si accompagna alla chitarra e agli altri pattern sonori in generale.

Livello tecnico eccellente, non c’è dubbio, mix perfetto e sound design pronto ed elaborato. Master e LUFS vibranti e nitidi. Il tutto esce dall’impianto squillante e rombante soprattutto nei climax del pezzo. Le frasi di chitarra sono come bagliori di luce all’alba e l’effettistica è stata usata in modo magistrale.

L’esordio di Happy Fear Club promette davvero bene, il loro giro di formazione nel circuito indipendente italiano, Red Tip dimostra che stanno appena scaldando i motori e siamo sicuri che ne vedremo delle belle…mettetevi comodi sotto al palco…perché questi “ragazzi” minacciano di farvi perdere letteralmente la testa come quell’amico “pazzo” che ti sconvolge la vita o quella ragazza “wild” e scapestrata appena conosciuta ad un concerto o ad un festival…e niente sarà più come prima….