Zero – Waves of Griefs, Seas of Regrets

Marco Zavagnin(voce), Jacopo Bidese(batteria), Tommaso Corrà(chitarra) e Matteo Nardello(basso) formano gli Zero, band progressive/metalcore di Thiene (VI). Qui parliamo del loro album intitolato “Waves of Griefs, Seas of Regrets”. System failure lo ha ascoltato e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.

Piano iniziale per l’opener/intro “Overwhelming Waves”: davvero incantevole nell’intro a sua volta nidificato. Poi la canzone parte con sferzate sonore arrembanti. Con “Goodbye, Brother Sea” parte il growl magnifico di Marco Zavagnin su breakdown altrettanto stupendi. Subito da notare l’ottima esecuzione e produzione sonora. Variazioni improvvise e tanta creatività sfornano un songwriting labirintico che non passa inosservato, anzi. Il progressive e il metalcore si contaminano a vicenda come se uno fosse il simbionte dell’altro. Bello l’intro gotico della successiva “Before you judge” con riff sempre prestanti e tanta ma tanta aggressività sonora che ci travolge. Stupefacente Jacopo Bidese alla batteria: un vera mitragliatrice. Sound sempre tanto strong nelle seguenti “Stronger than ever”e “The Way Through”, un vero e proprio muro invalicabile. Drumming, riffing e vari soli si intrecciano in modo magnifico: una band davvero tosta in tutti i sensi! La title-track “Waves of Griefs, Seas of Regrets” e la successiva “Future debts” hanno un esordio terribilmente travolgente. “Choosing Oblivion” e “Yearning shores” ti rapiscono con alcune loro sequenze in stile alternative metal, per spezzare un po il continuum del disco. Di certo non mancano anche sonorità death metal.

Le tracce sono molto simili fra loro quindi l’ascolto è molto fluido oltre che scioccante come abbiamo già accennato per il vigore sonoro messo in campo. Non si cede all’alternanza tra clean e growl/scream come spesso succede nel metalcore perché qui si preferisce spostare l’asticella della bilancia verso la potenza e verso il già citato ibrido metalcore/progressive. Nonostante questo appena detto non manca una certa importanza data alla melodia in certi passaggi.

Di metalcore ne ascoltiamo tanto ai nostri giorni e spesso le band si somigliano tanto fra loro. Gli Zero hanno cercato di trovare la loro strada con tanta sperimentazione condotta con sapienza e maestria. “Waves of Griefs, Seas of Regrets” è il loro manifesto fulgido e scioccante, manifesto che ci lascia impietriti e gridiamo che ne vogliamo ancora del loro sound tanto magnetico, maturo, avvolgente. Non bisogna puntare all’appeal a volte ma a rompere il ghiaccio con un punteruolo fatto in casa e non comprato da nessuno…