Viva Lion – Bona fide
Fraseggi e arpeggi di chitarra, estro indie folk, tappeti sonori ampi e laceranti per la loro potenza sonora, elettronica, effettistica tanto curata: questo e tanto altro troviamo in “Bona fide” di Viva Lion. Come non notare i refrain costruiti ad arte per ammaliare l’ascoltatore che viene catapultato in un universo sonoro ancestrale, archetipico. Come non notare melodie ed armonie per palati che esigono un quid di eccentrico e prezioso.
Dal comunicato stampa giunto in redazione leggiamo che il disco è stato “prodotto da Federico Nardelli, Federico Coderoni e Giampaolo Speziale, “Bona Fide” è stato registrato e mixato tra Roma e Berlino, un disco dai confini sottili, risultato del lavoro di un singolo autore e tre diversi produttori. Come sostengono gli addetti ai lavori il sound di Viva Lion ha un’identità riconoscibile e all’interno di questo suo nuovo lavoro troviamo ballate acustiche, chitarre elettriche, strumenti vintage, synth digitali ed effetti analogici”.
Secondo la nostra opinione grande lavoro è stato fatto sia in fase di esecuzione e composizione che in fase di produzione sonora, mastering e mixing. L’album trasmette tanto spessore tecnico ed artistico, come non notarlo. Rendere l’indie folk così sbalorditivo nel sound e così vario, arioso, disteso non è cosa da poco. Tanta dinamica sonora notiamo per un prodotto dal livello internazionale oltre che tanto sperimentale ed arguto.
“Bona fide” è anche un disco tanto sofisticato ed elegante. Definire Viva Lion semplicemente un cantautore è davvero riduttivo: è un creatore di atmosfere sonore tanto mentali ed emozionali allo stesso tempo. L’artista poi si è circondato dei collaboratori giusti per dar vita ad una “creatura aliena” per il panorama indipendente italiano, una creatura che non può passare inosservata per la sua pregiata fattura.
“Fair loyal road” è un pezzo tanto intimo e l’ho scelto non a caso nella serie: una vera poesia/ballad che muove a tirare fuori una lacrima presiosa…Come non andare lontano con la mente ascoltandolo e lasciandosi trasportare dagli innesti electro tanto psych…Come non notare anche le impressioni sonore 70’s(Agata; Lola) o un rap(“Deal – Chef Ragoo”) che arrivano all’improvviso e ci stupiscono…
C’è uno spirito hippie o beatnik in questo disco: è l’espressione artistica e filtrata di un’anima viaggiante che vaga tra le vibrazioni dell’assoluto e anche un semplice arpeggio nel contesto nel quale è messo sembra acquistare un valore immenso.
Esprimere l’immensità della bellezza e della verità è un’impresa ardua: Viva Lion con “Bona fide” ci ha provato e ci è riuscito in modo davvero encomiabile secondo noi. Ascoltando questo disco viene la voglia di diventare dei bikers e di viaggiare nell’immensità della natura o semplicemente di salire sul vascello incommensurabile che può produrre la nostra immaginazione….