Vetusta – Abituarsi
É uscito il 12 ottobre scorso, edito da Revubs, il nuovo album dei Vetusta dal titolo “Abituarsi”. I Vetusta sono: Marco Volpi(voce e chitarre), Giulio Peruzzi(chitarre elettriche), Leonardo Barni(batterie e cori), Lorenzo Grieco(bassi e cori) e Giulio Soldati(trombe, tastiere, synth e cori).
Dal comunicato arrivato in redazione leggiamo che: “Abituarsi è un racconto introspettivo, malinconico, quasi disilluso di situazioni, sogni e aspettative vissuti e raccontati con gli occhi di un ragazzo, legati assieme da quell’intenso quanto inevitabile provincialismo, tipico dell’inconsapevole abitante della cittadina, facilmente rintracciabile in quasi tutti i pezzi”. System failure lo ha ascoltato e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.
Il sound della band è tra pop rock ed alternative rock in salsa italiana e non è difficile pensare ai Lunapop di Cesare Cremonini o ai Verdena. Inquadrato bene il sound passiamo alla produzione sonora che è davvero buona: è stato fatto un lavoro pregevole. L’appeal di certo non manca alla band grazie al cantato tanto suadente di Marco Volpi e ai riff semplici e di impatto di Giulio Peruzzi. Gli arpeggi quando arrivano sono tanto azzeccati e creano gradevoli stacchi. L’elettronica arricchisce il tutto e dona tanta sostanza. Talvolta arriva e conferisce un afflato simil-dream pop e nel dire questo pensiamo a “Liceale”. Nel finale di canzone un’esplosione sonora davvero notevole. Anche il songwriting è niente male: le canzoni scorrono fluide e “Liceale”, “Autogrill” e “Ilarità” “tirano” di più decisamente. Quest’ultima contiene sequenze electro proprio azzeccate.
Vetusta ha un sound abbastanza definito: con un po di lavoro in più sul songwriting e con un po di cattiveria sonora(che secondo noi ci vuole sempre) in più possono ambire a tanto. Quindi, come vedete, i presupposti ci sono per farli emergere dalla massa: è proprio questo di cui necessita la band, un quid per farli emergere ancora di più tra tante band che suonano il loro stesso genere…