
>>Symphonia – Reign of illusion
Oggi parliamo di Symphonia, una band symphonic metal. Come leggiamo dalla pagina facebook della band le influenze sono tante: Dream Theater, Symphony X, Iron Maiden, Within Temptation, Nightwish, Evanescence, Blind Guardian, Queensrÿche, Black Sabbath. Symphonia, nel 2015, ha pubblicato un disco dal nome Reign of illusion, disco in streaming su Bandcamp. System failure lo ha ascoltato e queste che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.
Reign of illusion parte con Erynies dove ascoltiamo subito suggestioni progressive metal. La chitarra di Roberto Cimellaro subito si fa sentire insieme alla stupenda voce di Melissa Bruschi, voce potente ma anche tanto leggiadra. Entrambi sono le colonne portanti di questa band, sono loro ad offrire la marcia in più. Anche la tastiera di Upul Pamodya Marasinghe offre il suo discreto contributo in questo prodotto musicale di pregiata fattura.
Dopo arriva Angel of night e continuiamo ad incantarci con atmosfere soffuse e colme di fiabesco e meraviglioso. Infatti, questa band, con un sound spesso poderoso ed imponente, mira ad incantare l’ascoltatore, a portarlo nel regno dell’illusione come dice anche il titolo dell’album. Ai nomi su citati aggiungiamo anche Sonata Arctica e Lacuna Coil tra le influenze.
Lamia inizia con tappeti sonori che spingono la mente ad inoltrarsi in foreste incantate: la voce di Melissa si erge imperiosa con tutto il suo vigore sonoro su un ritmica solida ed evoluzioni sonore alquanto azzeccate. Symphonia offre un metal ricco di stimoli, un metal anche tanto variegato, sofisticato e raffinato. I riff sono ben ponderati, gli assoli spesso strabilianti e la voce della lead vocalist Melissa Bruschi talvolta raggiunge altezze considerevoli. Insomma, in questa band sembra essere tutto particolarmente equilibrato e benignamente presentato al pubblico.
Come le canzoni precedenti anche Paradise Lost offre scariche metalliche degne di riguardo. Da quello che ascoltiamo le influenze principali tra quelle citate sono quelle di Nightwish e Dream Theater. Le ambientazioni gothic metal/symphonic metal sono davvero ammalianti. Ascoltando Paradise Lost, a tratti, pensiamo sia ad Unsun che ad Evanescence. Anche qui la chitarra di Roberto Cimellaro offre spirali sonore notevoli.
Lady of shalot inizia con un’ambientazione sonora delicata, leggiadra e alquanto elegante. Qui pensiamo o ad Evanescence o a Nightwish. Come avete ben capito questa band possiede un background musicale di tutto rispetto. Con Orpheus ci avviciniamo alla fine dell’album: qui arriva tanta solennità ed austerità sonora. La voce di Melissa Bruschi è dirompente e ci assale con linee sonore procaci. Orpheus è il miglior pezzo dell’album a nostro giudizio. È anche il più accattivante. Quello nel quale l’influenza di Lacuna Coil sembra più evidente. Myrrah chiude il tutto con le sue atmosfere sonore ancora una volta meravigliose e piene di malia. In alcuni passaggi questa canzone è proprio emozionante e toccante. La ritmica spesso convulsa si sposa con muri sonori di grande profondità.
Siamo arrivati alla fine e questo album è pienamente promosso da System failure che pone Symphonia accanto ad altre band symphonic metal di valore di cui abbiamo parlato in questo sito: Oniricide, Kimera ed Aenigma. Come le appena citate, Symphonia offre un symphonic metal a tratti esplosivo e dirompente, un symphonic metal che da anche tanta importanza al lato melodico. Non perdetevi questi ragazzi che sanno quello che fanno: è una goduria ascoltarli!