“Stanze vuote”, il secondo album di Saimon Fedeli

Disponibile dal 12 ottobre su tutte le piattaforme digitali “Stanze vuote”, il secondo album di Saimon Fedeli. Il disco è stato anticipato dai singoli “Capita capita”, “Sola” e “Finisce così”. Fil rouge di tutto il lavoro è la solitudine e la verità, non a caso il primo brano si intitola “Verità”.

Le Stanze Vuote di Saimon Fedeli, oggi al suo secondo album, ci raccontano di perdite e abbandoni. “Abbiamo avuto tutti quanti almeno una occasione”, ci svela il cantautore nella sua Verità. “E quasi sempre è stata una occasione non colta”. Sono stanze dove ci scopriamo dolorosamente incapaci di amare ma così facilmente capaci di rinunciare. Quasi che in questo modo possiamo proteggerci dalla disillusione che certamente arriverà. “Ti ho ammirata tanto e condivisa poco. E solo nelle Favole si può pensare che sarebbe stato eterno a prescindere da te”.

Il disco rappresenta un po’ il percorso dell’artista attraverso una presa di coscienza di sé tra difetti ed errori. Saimon racconta sé, della difficoltà a buttarsi a pieno in una storia. Racconta delle persone attorno a sé che per orgoglio spesso rimangono sole. Racconta la solitudine, le disillusioni, ma alla fine si perdona.

Eppure. Eppure, si intravede una via. Forse non deve per forza essere sempre così. Forse si può scegliere diversamente. Visto da vicino nessuno è così strano, ma servono porte aperte e generosità. E Saimon sembra quasi perdonarsi, alla fine. In fondo capita. Capita che si finisce a terra. Capita che non si ha più un motivo. Ma poi ci si rialza. E forse proprio in quel momento ci si accorge che quelle stanze possono diventare, magia, Stanze Piene.

“Le stanze vuote sono quelle in cui entriamo quando dolorosamente facciamo i conti tra ciò che avremmo voluto essere e ciò che siamo diventati.”

recensione del disco:

“La verità”, opener del disco, con la sua delicatezza, il suo piano incantevole, sembra adatta per alcune scene di qualche film con Francesco Nuti tipo “Tutta colpa del paradiso”. Una canzone intrisa di lirismo, meravigliosa. “Capita capita” si offre con quel groove sbarazzino a tratti electro. Il chorus scatena senza dubbio tanto appeal come pure l’elettronica. “Finisce così” propone un beat tanto ritmato con chitarra di accompagnamento e il cantato di Saimon sempre tanto carismatico. In questa canzone, ma pure altrove, mi sembra di ascoltare una sorta di Alex Britti. “Un’inutile preghiera” e “Con o senza di me” sembrano riprendere il mood dell’opener con la loro leggiadria.

“Sola” offre questo ritmo burlesco che fa ondeggiare la testa. Come detto nella recensione del singolo, ascoltandolo “sembra di stare in una spiaggia sudamericana baciata dal sole”. Anche in “Le favole” un sound tanto ovattato ci coccola. Arrivano pure gli archi a rendere il tutto tanto magico, una sorta di nenia per bambini che piano piano si apre e mostra vibrazioni sonore ampie e distese. “Statuine d’argilla” chiude il tutto e sembra di approfondire la canzone precedente, una sorta di secondo tempo.

Saimon Fedeli è ben inquadrabile in un cantautorato tanto lirico che si concede a qualche impressione electro o a qualche sonorità latina. La sua musica “gentile” si sposa con un’oceano di parole nel quale possiamo navigare e far viaggiare la nostra testa troppo stressata dal quotidiano.

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