Santandrea: fuori il video di “Sono Solo”

Fuori su Youtube il video di “Sono Solo” di Santandrea: la regista Beatrice Chima (Carl Brave x Franco126, Gomma, Mèsa, Ketama126) spia la vita di due persone sole, come tante di passaggio in un hotel dall’aspetto voyeuristico/futuristico. Le due vite si sviluppano in parallelo fino ad intrecciarsi casualmente dando vita a una relazione “day use”, per usare un termine alberghiero. Come animali da zoo i due protagonisti mettono in vetrina i propri sentimenti e intimità, simulando il palco della vita su cui siamo tutti esposti. Protagonista del video è lo stesso Santandrea insieme a Giulia Zadra.

Sono Solo è il secondo singolo estratto dall’album d’esordio di Santandrea, in uscita nel 2019 per l’etichetta romana Romolo Dischi con distribuzione Pirames International. Il pezzo è un flash rapido tra passato e presente come il treno vuoto su cui è ambientato. Tra solitudine e riflettori, i sentimenti prendono luce per poi tornare nel buio rapidamente, come i neon che si alternano sfrecciando all’interno di una galleria.

L’album è suddiviso in 7 tracce registrate a Roma da Federico Nardelli (Ligabue, Gazzelle, Galeffi, Mox, Lorenzo Fragola) poi missate e masterizzate a Bologna presso l’Alpha Dept. Studio di Giacomo Fiorenza e Andrea Suriani. È un’opera sussurrata, elegante, scritta di notte in hotel.

Biografia:

“Sono nato e cresciuto nella periferia nord di Roma, nel quartiere Sant’Andrea dal quale prendo il nome e di cui conosco ogni angolo e persona. Imparo quel po’ d’inglese a 7 anni traducendo i testi contenuti nelle musicassette degli U2, Alanis Morissette e Oasis di mio fratello con il quale metto su una band indie rock, gli Absent Feet. Qualche anno dopo ci sciogliamo e nel giro di poche ore decido di intraprendere un percorso solista. Ogni notte prendo un bus per la Fontana di Trevi dove lavoro come portiere notturno di un piccolo hotel di lusso. È proprio mentre la città eterna dorme, tra escort e businessman, gente che va e gente che viene, gente che scappa e gente che scopa, su un divano in una sala colazioni a luci spente, scrivo le mie canzoni”.