RedNeko Plane – RedNeko Plane

Marco Scipione(sassofono modificato), Jimmi Straniero(basso elettrico, EFX) e Alessandro Ferrari(batteria) sono i RedNeko Plane, una band di Pavia che fonde jazz, stoner e ambient. Da qualche giorno è uscito il loro primo lavoro discografico omonimo. System failure lo ha ascoltato e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.

L’opener “Red” ci propone sonorità marziali che si fondono con altre tanto melodiche ed evocative: il tutto si esprime con riff che rapiscono l’attenzione dell’ascoltatore e alcune sequenze electro che fanno pensare a qualcosa di Vangelis. “The Seed” propone alcune sonorità che fanno pensare a colonne sonore dei film di David Lynch, sonorità tanto cinematografiche. Qui, come nella canzone precedente, il sax si alterna col basso tanto distorto caro allo stoner. Infatti, a tratti, ascoltando questa band, pensiamo a una Fu manchu modificata con contorno di sax elettrificato. Bello davvero il solo di sax verso metà pezzo e non solo.

“Skywhale” parte in modo abbastanza morbido con un incedere tanto ritmato e il solito sax che fa da filo conduttore, la colonna portante di questa band di sicuro. Marco Scipione è davvero una forza della natura! Le distorsioni spesso marcate conferiscono alle sonorità jazz un colore alquanto dark e fanno da ottimo contrasto alla melodia offerta dal sax. A tratti in questo pezzo possiamo assaporare una batteria discretamente convulsa che vuol dire la sua in questo mix sonoro che risulta tanto stupefacente.

“#3” comincia con un drumming prepotente e un’attitudine tanto incalzante. Variazioni tanto azzeccate qui come altrove e alcuni passaggi che sono di un’intensità prodigiosa. Verso la metà la batteria disegna un beat che sembra electro con effetti sonori d’accompagnamento e basso: sembra quasi electro minimal alla Apparat. Ma poi il sax ci ricorda che siamo sempre nel jazz, ma un jazz d’avanguardia, un jazz dal sapore tanto sperimentale e contaminato con cose tanto divergenti.

“Tbilisi” è un pezzo a tratti tanto lento con il sax sempre a farla da padrone, un sax che disegna atmosfere sonore malinconiche che potrebbero stare benissimo sotto vari film di Francesco Nuti. Dopo la metà inserti simil-ambient rendono la canzone ancora più interessante e toccante soprattutto. Qui pensiamo pure ai Pink Floyd di alcune canzoni. “Born in the echoes” parte con un basso tanto trascinatore seguito poi da batteria e dal sax e il tutto offre una cavalcata sonora tanto elettrizzante. Verso la metà una variazione con sonorità che mandano la mente ancora ai Pink Floyd: infatti, la musica di RedNeko Plane, tra le tante cose, sembra un art rock come quello dei Pink Floyd. Il sax di Marco Scipione sembra esaltarsi come la chitarra di David Gilmour di alcuni passaggi.

“Omega” ci offre impressioni sonore tanto mentali, oniriche. Davvero incantevole questa canzone, tanto cinematografica. Verso i 4 minuti entra la batteria e c’è tanto ritmo e i RedNeko Plane dimostrano qua, come in altre canzoni, che sanno come far esaltare l’ascoltatore con slanci improvvisi ed inaspettati. “Castalia” chiude il tutto con la sua violenza sonora iniziale e i suoi passaggi tanto ipnotici. Il tutto, nel complesso, assume sempre i connotati di un dark jazz di tanto estro. Dopo la metà altri passaggi marziali che sembrano portarci all’inizio del disco in un ciclo senza fine concepito per travolgere ed emozionare l’ascoltatore.

I RedNeko Plane grazie alla loro strabiliante inventiva, grazie ad una produzione sonora eccellente e ad un songwriting ottimo ci offrono un prodotto musicale di alto livello, un disco per coloro che sanno apprezzare la musica fatta per bene. Come non dirlo, alcuni passaggi sono proprio memorabili nel loro disco omonimo. Oltretutto, la loro musica rompe gli schemi, insomma, è quello che cerchiamo su System failure per attrarre i nostri lettori affamati di musica tanto sperimentale ed innovatrice…