
Protean Circus – Rhymes in the Voice of River
I Protean Circus sono una band progressive rock formatasi nel 2016, composta da Daniele Imperioli alla voce, Marco Cutini e Lorenzo Zanelli alle chitarre, Andrea Piacentini alle tastiere, Simone Todini al basso e Luca Cutini alla batteria. Il genere della band spazia da sonorità più dolci e pop al rock classico fino ad arrivare ad accenni di metal, con interessanti sfumature progressive. Il loro primo disco “Rhymes in the Voice of River” è un concept album ispirato alle leggende del ciclo bretone, con sonorità che riprendono molto quelle proprie della musica tradizionale celtica. Lo scopo principale della band è comunque quello di sperimentare diversi generi e creare commistioni nuove, senza etichettarsi in un genere musicale ben definito. System failure ha ascoltato “Rhymes in the Voice of River” e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.
“Whisper” parte con arpeggio e tastiere e inserimento del cantato tanto leggiadro. Dopo i 2 minuti partono tutti gli strumenti insieme e il tutto sembra una sorta di ballad. Poi segue “The Vision” con altro arpeggio e tastiere iniziali che introducono una sezione strumentale abbastanza spigliata ma anche evocativa. Notevole i soli di chitarra. Azzeccati gli stacchi. La batteria procede robusta come un architrave e sostiene il pezzo in modo più discreto, parole che possiamo usare anche per altre parti del disco. “Deception is revelead” arriva a noi con sonorità tra l’altro tra hard rock e metal. Sicuramente il progressive rock prende il sopravvento sul tutto e riallaccia questa band, tra l’altro, alla grande tradizione progressive italiana di band come Area, PFM, Banco del Mutuo Soccorso, etc. Fantastiche variazioni e progressioni in questa canzone.
“Imprisoned” è davvero tanto evocativa ed ipnotica allo stesso tempo. Qui lo psych rock si fa avanti e il cantato di Daniele Imperioli, supportato da sonorità “hippie”, rende la song emotiva e toccante. La canzone più elettrizzante per noi. Di “Imprisoned” è presente anche un video su youtube di animazione.
“Ancient rhymes” è la prima della serie un po più lunga. Ingresso di tastiere e arpeggio creano subito un “clima” ancora tanto evocativo e toccante. Poi si passa a sonorità tipicamente progressive tanto esaltanti. Songwriting labirintico e tanta tecnica rendono la song pregiata. Miglior pezzo secondo il nostro parere. Dopo arriva la ancora più lunga “A Mild Immortal Nymph of River”. Esordio di tastiere e cantato poi seguito dall’ingresso degli altri strumenti tutto in modo abbastanza vellutato. Un climax sonoro esalta la canzone. Più avanti c’è un piano incantevole, un solo apocalittico e alcune progressioni che non sono da meno.
Ecco che arriva “Wild waves” con alcune sonorità sia soffici e melodiche sia abbastanza dinamiche. Alcune “ripartenze”, se così le possiamo definire, sono importanti in questa band e “Wild waves” è testimonianza di queste nostre parole. Qui, come altrove, sempre soli degni di nota. Segue “Alone” con alcuni riff che catalizzano tanta attenzione da parte dell’ascoltatore. Stesse parole anche per alcuni climax e progressioni. Dopo metà pezzo abbiamo una parte della canzone tanto “viaggiante” che porta la nostra mente lontano. Il finale è superbo e ci inchioda al muro.
Si aggiunge poi “The Land of Fortress” con la sua dirompente solennità, parole che possono essere usate anche altrove senza dubbio. Alcune parti di questa canzone sono proprio sorprendenti e ti conquistano subito. “The End of the King” conclude il tutto con chitarre distorte hard rock e fraseggi di tastiera sempre tanto curati. Batteria sempre presente all’appello.
Il sound dei Protean Circus è essenzialmente progressive rock e fa pensare a band come Pink Floyd, Genesis, King Crimson, Van der graaf generator, Emerson Lake and Palmer etc. La produzione sonora è più che discreta come pure il songwriting e il mixing. Stupende alcune variazioni e le progressioni sono notevoli. Il cantato di Daniele Imperioli conferisce spesso un tocco magico alle canzoni. Molto apprezzabile come si alternano, in alcuni passaggi, le due chitarre. La sezione ritmica è abbastanza solida. Le tastiere conferiscono sostanza qua e là. Come non apprezzare anche esecuzione e tecnica in quest band.
Il progressive rock è stata sempre musica colta e i Protean Circus rispettano la tradizione. La cover del disco già è tutto un programma: sembra il frontespizio di un manoscritto del medioevo. Infatti, i Protean Circus ci offrono un viaggio sonoro altamente intellettuale, prezioso, ci offrono un disco da custodire come una gemma di valore.
N.B. Potete ascoltare “Rhymes in the Voice of River” sul canale Youtube della band:
https://www.youtube.com/channel/UCkhfbBjQgmAmS9p4h9ur3NQ
pagina facebook della band:
https://www.facebook.com/ProteanCircus/
pagina instagram: