Poco più di una settimana al grande ritorno dei FLUXUS

 La storica hardcore band torinese sta per pubblicare un nuovo album. S’intitola “NON SI SA DOVE METTERSI” e uscirà l’8 febbraio. È un grande e atteso ritorno a 17 anni dal loro ultimo disco, l’omonimo “Fluxus” (2001).

Oggi è difficile dire a cosa appartieni, sia come scena musicale che nei rapporti con gli altri. A livello politico, ma anche sociale e antropologico, sono cambiate le cose. È più difficile trovare la strada giusta per dire quello che senti.
Quando non hai niente da dire, o non sei sicuro di quello che vuoi dire, è inutile produrre qualcosa, perché diventa solo un esercizio sterile. In questo momento forse la situazione stessa è diventata un soggetto, nel senso che alla fine vale la pena parlare del caos che ti circonda, delle contraddizioni. Anche la mancanza di chiarezza diventa un soggetto che abbiamo scoperto può essere interessante da affrontare, può essere un argomento di cui parlare in modo convincente… Il titolo “Non si sa dove mettersi” è una citazione degli Stormy Six ed è una frase che riassume bene la situazione. Non si sa dove mettersi, c’è una mancanza di posto. È una descrizione della dimensione in cui ci troviamo tutti. È come se ti fossi alzato un attimo e ti avessero preso il posto in cui stavi prima, un po’ come il gioco delle sedie.”Fluxus

FLUXUS
I fluxus sono un gruppo collettivo verticistico autodisorganizzato nato nel 1991 a Torino. 
Pubblicano il loro primo disco nel 1994/95 il cui titolo “Vita in un pacifico nuovo mondo” è preso in prestito dalla rivista “La Torre di Guardia” distribuita dai testimoni di Geova e caratterizzata da una copertina rappresentante un mondo utopico psichedelico in cui belve feroci ed esseri umani convivono in pace.

Nel 1996, insieme a Marco Mathieu e Tax Farano (Negazione) e con la produzione artistica di Iain Burgess (Big Black, Tar, Mega City Four) pubblicano l’album “Non Esistere”. Che ad oggi non esiste più in quanto le copie restanti dalle vendite non pagate dall’allora produttore esecutivo vennero in seguito date al macero dal distributore Self che le custodiva in magazzino. E’ il disco più raro.

Nel 1998 esce per le edizioni de il Manifesto “Pura Lana Vergine” le cui 15.000 copie vendute hanno contribuito, insieme ad altri titoli di altri artisti, alla sopravvivenza del giornale e meno a quella dei fluxus.

Nel 2001 esce il disco omonimo “fluxus”, caratterizzato da una copertina rosa e l’immagine di un maiale crociato. I vegani lo amano anche se i fluxus non sono mai stati vegani. Roy Paci inserirà una visionaria tromba eclettica su gran parte del disco.
Teo Theardo curerà il remix del brano “Talidomide”.

Nel 2005 viene registrato un disco dal titolo “Satelliti e Marziani”. Disco che nessuno ha mai ascoltato e che non è mai stato pubblicato, tutt’ora inedito, prodotto da Kotami Araichi, famosissimo produttore giapponese inventato e mai esistito.

Nel 2014, dopo 9 anni di pausa, i fluxus tornano a suonare insieme e dopo due uniche date dal vivo decidono di registrare un nuovo disco.

Le registrazioni in presa diretta del nuovo disco sono state completamente autoprodotte.
Il nuovo disco si intitola “Non si sa dove mettersi” e per pubblicarlo viene scelta la strada del crowdfunding attraverso la piattaforma Musicraiser.
Viene stampato un VINILE a tiratura limitata (300 copie numerate).

I fluxus sono:
Franz Goria – Voce e chitarra
Luca Pastore – Chitarra basso
Roberto Rabellino – Batteria
Fabio Lombardo – Chitarra