Paolo Ronchetti – l’album “Cose da fare”

Male di vivere, nuove e vecchie ossessioni. Una fra tutte… il tempo…più delle altre. Il tempo…soprattutto il suo passaggio e la sua mancanza che come la goccia che scava la pietra, mette in crisi rapporti, identità, consapevolezze… ma molto più in fretta. Equilibri gia’ incrinati dalla quotidianita’ e dalla routine vengono proprio spaccati dall’ascia del tempo… che non uccide, ma ti lascia li sanguinante a contemplare quello che in teoria non avresti più.

In teoria… pero’…

Si… perché c’é…ci sarebbe un antidoto… e non dite che é la musica…. anche quella richiede tempo ed ha un’ascia altrettanto affilata…se usi tempo e musica per guardarti dentro, riscoprirti, raccontarti e donarti…accettarti, perdonarti e perdonare….allora entrambi si fermano… per scorrere nella direzione che vorrai dargli.

Questo é più o meno il senso concettuale espresso al meglio in “Donna”… dove la nuda melodia popolare della canzone fa da base ad un solo ad libitum di sax impazzito. Trovarle queste cose nel pop di oggi! Come é possibile? Come ci si arriva?!

Paolo Ronchetti, anche lui, come me avanti con l’eta…anche più di me…ha sentito l’esigenza di fare un album ‘familiare’ e se per famiglia intendi non solo gli effettivi legami di sangue ma anche quelli di sangue e musica…con i suoi musicisti (con)fratelli compagni di e da una vita crea atmosfere di intimità rara, espressa anche nella la produzione e nel mastering…mix di grande profondità, voce sussurrata e narrativa…per poi librarsi sull’ottava alta, intonata ma come un albatros che mostra le cicatrici sotto le ali mentre le spiega.

I suoi affanni sono gli affanni di tutti, universali…non estremamente tragici, ma quel morire un po’ ogni giorno…istantanee di vita(ccia) quotidiana come scene di un libro o di un film…o fusione di realtà e fiction, dove libri e film servono da lente o chiave interpretativa…

L’album “Cose da fare” offre numerosi spunti per la riflessione, per fermare il nostro tempo in modo fecondo, ma anche qualche momento di reazione come “Quando Piove Forte”, il singolo già da me recensito su questo blog…andatevelo a cercare…. Un’esplosione di soul alla Wilson Picket, ma troviamo nell’album momenti di Jazz con punte di sperimentazione a blues, per poi tornare ad un beat-pop italiano più canonico.

Per la Delta Records, già uscito il 20 Maggio…sia su supporto fisico che sulle piattaforme streaming, andate a scoprire Paolo Ronchetti con “Cose da Fare”…

A Cura di RikiAbi.

Crediti:

Paolo Ronchetti: voce e chitarra classica

Gianmario Cirocco: basso

Pietro Girgenti: batteria

Gabriele Paludetto: chitarre acustiche e cori

Roberto Rossi: chitarre elettriche

Napo (Luigi Napolitano): sax baritono e tenore in Cosa devo fare, L’amore è una Focaccia Calda, Indifferentemente, Padrone

Sara Rapino, Giulia Melgrati e Laura Ceriotti: voci in Cosa devo fare e Vedi come passa il tempo

Laura Ceriotti duetta in L’amore è una focaccia calda

Ausonio Calò e Marco Piccirillo: Sax Soprano e Contrabbasso in Donna

Davide Merlino (Vibrafono e Toy Instruments) e Roberto di Musso (Contrabbasso) in Adoro Le Canzoni di Natale

Testi e Musica di Paolo Ronchetti (il testo di Donna viene da una intensa chiacchierata con l’amica di sempre Alberta Cesaris; il testo di Padrone da una rielaborazione di uno scritto di Annalisa La Porta).

Arrangiamenti di Paolo Ronchetti con la collaborazione di tutti musicisti.

Prodotto da Michele Anelli.

Registrato da Antonio Polidoro al Blap Studio di Milano nel gennaio 2023 e da Michele Anelli allo Streetcore di Talonno di Invorio tra agosto 2022 e giugno 2023.

Mixato da Taketo Gohara con il Mobilis In Mobili tra luglio e settembre 2023.

Masterizzato da Giovanni Versari presso La Maestà tra luglio e settembre 2023.

Progetto grafico di Annalisa Castelli.

Foto di Federico Sponza, Paolo Ronchetti, Michele Anelli, Francesco Salemme.

Progetto e regie video di Francesco Zucchetti.

Biografia di Paolo Ronchetti:

Paolo Ronchetti nasce a Milano il 4-6-1962 dove frequenterà l’Istituto D’arte Beato Angelico. Lì si appassiona anche di musica e, assieme a cantautori e rock, si innamora del primo punk sino a formare assieme a compagni di scuola, siamo ad inizio 1978, la sua prima (punk) band, gli Hogs, che durano lo spazio di un semestre scolastico. Da lì in poi si susseguono 45 anni in cui, come cantante e chitarrista, Paolo Ronchetti sperimenta la musica a 360 gradi: polifonia, Alternative (ma anche Mainstream), Jazz, Avanguardia, improvvisazione radicale, canzone d’autore italiana e internazionale, Soul, RnB e più o meno tutto ciò che è all’interno degli spazi vuoti tra tutti questi generi, compresi i laboratori musicali all’interno del suo lavoro di educatore. Il tutto suonato con centinaia di live e decine di progetti come leader, side man o coordinatore di progetti speciali ed omaggi.

Tra i progetti più importanti degli ultimi 20 anni ci sono il trio vocale dei Gobar che ha lavorato su una rilettura acustica ricercata e potente del repertorio Punk, Pre Punk e Post Punk UK e Usa (anche in spettacoli e presentazioni dei libri dedicati da Marco Denti a Ronald Reagan e Margaret Thatcher). Con i Gobar partecipa a tre lavori di Evasio Muraro (O Tutto O L’Amore – 2010; Controtempo – 2013) e il brano E Se Ci Diranno nella raccolta Sulle Labbra Di Un Altro dedicato a Luigi Tenco e presentato in quartetto dal vivo alla Sala Stampa del Premio Tenco 2012). Da solista registra, assieme a Marcello Milanese, il duetto Strength con il Jama Trio all’interno del loro esordio 11.11.11. Poi, tra il 2011 e il 2019, porta in giro uno spettacolo sul primo Jannacci (Andavo a Rogoredo – Un Quasi Spettacolo Su Jannacci e Milano) con esibizione, nel 2013, anche con la band di Jannacci e un omaggio a Tom Waits con i Tom The Cat con cui partecipa per due anni al Buscadero Day (2015 e 2017) e per due anni al Townes Van Zandt international Festival (2016 e 2018).

Dal 2010 Paolo è stato una delle anime musicali che ruotavano intorno al negozio di Dischi e libri Zig Zag di San Donato Milanese dove per anni ha animato presentazioni ed omaggi sia da solista che alla testa di piccoli ensemble progettati per l’occasione.

Oltre che bulimico cantante/musicista Paolo è anche ascoltatore appassionato dalla A degli A Toy Orchestra alla Z di John Zorn di cui è tra i più grandi conoscitore e collezionista non solo italiani. Da più di trent’anni frequenta assiduamente festival di cinema e sale cinematografiche. Scrive da più di un decennio di Musica e Cinema su Mescalina.it.

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