Orango blancO: “Paleocene” è l’album di debutto!

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Il primo disco degli Orango blancO è intitolato “Paleocene”. Il Paleocene è l’era in cui i primi parenti dei primati fanno la loro comparsa nel mondo. In questo senso quindi il primo album “Paleocene” identifica il momento in cui gli Orangos appaiono e iniziano il loro viaggio nel mondo.

Paleocene racchiude primi brani esplorativi, ove un nucleo puramente acustico viene vestito da un arrangiamento elettronico a tratti distorto. Vi sono accenni ed ammiccamenti a diverse suggestioni sonore che spaziano dal pop al noise, dal rock alla dubstep. Inoltre la prima canzone dell’album e l’ultima iniziano e terminano rispettivamente con gli stessi suoni della notte: in questo senso l’inizio di Paleocene determina un’uscita dall’indefinito per determinare una comparsa artistica nel mondo che poi ciclicamente si ripete.

Paleocene è stato innanzitutto l’inizio di questo nuovo viaggio dentro le menti dei due componenti degli Orango blancO: Alessandro Guglielmin e Tommaso Cavallin.

Gli Orango blancO™ sono un duo Elettro-Acustico nato nel 2015 che unisce alle sonorità di due chitarre acustiche arrangiamenti e stems elettronici contaminati da riflessi e suggestioni funky e rock. Verso la fine del 2016 entrano in studio (Magister Recording Area) per lavorare alla realizzazione di un loro “progetto sonoro” e nel Novembre 2017 realizzano il loro primo album di brani originali intitolato “Paleocene”.

Da Gennaio 2018 iniziano a promuovere e divulgare il progetto “Paleocene” suonando live in diversi locali nella provincia di Treviso. Nel Marzo dello stesso anno partecipano al concorso per band emergenti “I M Band contest 2018” arrivando in finale.

Con la regia di Giacomo Ravenna realizzano e pubblicano su Youtube il video del brano originale intitolato “So Precious”, il quale viene scelto dalla nota agenzia di marketing “Pixwell” come colonna sonora di uno dei video promozionali della app “BeAngel” a divulgazione nazionale.

Ad Aprile 2018 iniziano la collaborazione con Sorry Mom! Management al fine di sviluppare e diffondere ulteriormente i suoni e le suggestioni nate nel “Paleocene”.

PALEOCENE – TRACKLIST:

Estasi: questo pezzo rappresenta una coniugazione tra una base elettronica presente e pulsante ed una armonia volutamente ripetitiva e quasi ipnotica (in particolare nella parte “non passa più, non passa più, non passa e non passa mai!”). Sarà il secondo video presentato all’inizio del 2019 dagli Orango.

Kiss: canzone dall’ armonia acustica solare che morbidamente collide con un testo dolcemente melanconico.

So Precious: singolo d’esordio, rappresenta una fusione molto godibile tra la componente acustica e quella melodica producendo una sorta di ballad pop che trasporta l’ascoltatore immediatamente in un mood orangamente swingante.

Cold: brano che racconta un momento particolare, un istante in cui il senso e le leggi del mondo sembrano rovesciarsi, in cui persino il Sole sembra illuminare tutto con raggi freddi e, seppur sia pieno agosto, si abbisognerebbe di calde conclusioni comprensibili.

Burn like tears: questo pezzo ha una componente personale ed intima profondissima. E’ il brano che ha definito l’inizio del progetto “Paleocene”. Anche in questo caso l’arrangiamento e il senso del testo si muovono in direzioni diverse culminando nell’ agrodolce sorriso “You Know I’m loving you…still”

One of us: in mezzo ad atmosfere Fleming-iane in cui uno 007 riconosce nell’istante in cui sta per sparare alla bellissima, ma mortalmente nemica spia russa, uno sbocciare di possibilità e destini che inevitabilmente lo portano a chiedersi “…e se tu potessi andartene?…e se tu potessi sognare?…e se tu potessi vivere?”.

Come marea: brano creato grazie alle immagini nella mente delle sirene (“liquida dea”) che incantano Ulisse legato all’albero della propria nave. Come Ulisse anche noi sappiamo che quel canto può portare a pericoli paurosi ma la melodia è tale da condurre alla follia se contrastata. Ed infatti il testo ha accenni ad assolute dipendenze (si pensi alle parole “è come il fiore del tuo unico seme”) mentre il ritornello esplode in un’ammissione di desiderio assoluta “l’unica cosa che c’è è come marea” lasciano il finale ad un determinato “ …ci aspetta l’infinito, ci aspetterà…”

Ciò che il vento già sa: traccia che riprende diverse influenze noise in cui il suono dell’aria (o del “vento”) compare subito e costruisce la cornice ritmica della strofa iniziale. E’ una sorta di ballad che trasuda i propri slanci in particolare nella parte finale cantando liberi “questo cielo è sempre nostro”. Gli Orango spesso gradiscono utilizzarla come canzone finale continuando a cantare in rigorosa parte acustica con il pubblico ad libitum

Il Tramonto (Non c’è più): traccia di chiusura registrata in qualità raw canta l’importanza dei propri sogni, della propria unicità che continua ad evolvere e ad ogni passo accarezzare la consapevolezza di ciò che ci arricchisce gli occhi e che ci scivola dalle mani.

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