Opera23 – Internal with figures, lights. And shadows
“Internal with figures, lights. And shadows” di Opera23, nome d’arte di Vincenzo Germano, ci ha stupito innanzitutto per la sua produzione sonora eccellente che arricchisce tanto questo album di straordinaria ricerca sonora. Infatti la ricercatezza sonora è la seconda cosa che salta agli occhi di questo lavoro. Anche il songwriting è proprio niente male e non mancano pure momenti di appeal.
Dal comunicato stampa leggiamo che: “L’album è stato creato con l’obbiettivo di essere suonato dal vivo attraverso un sistema di spazializzazione del suono in cui lo spazio, infatti, assume un ulteriore ruolo fondamentale nella rappresentazione del suono”.
Secondo noi Opera23 è riuscito a creare un sound che abbraccia letteralmente l’ascoltatore grazie a muri sonori di grande efficacia e a spirali sonore che focalizzano la nostra attenzione. Quindi per noi l’intento di arrivare alla spazializzazione del suono è raggiunto.
Come generi musicali il mondo sonoro di Opera23 può essere accostato al minimal psycho-electro alla tedesca(Kalkbrenner, Apparat etc), l’ambient(Aphex Twin dei Selected Ambient works o Vangelis) e le colonne sonore cinematografiche sci fi(Hans Zimmer).
Attraverso magnifiche modulazioni electro Opera23 ci conduce in un mondo talvolta tanto asettico e freddo con il quale possiamo stimolare la nostra mente e la nostra immaginazione. I loop ripetitivi, ossessivi direi, ipnotizzano il nostro cervello: più ascoltiamo Opera23 e più passiamo ad una sorta di assuefazione verso la sua musica noi amanti di una certa elettronica.
Ci sono sia luci che ombre in questo album: prendiamo per esempio “Norway” che per gran parte è tanto dark e che ci consente di arrivare su un pianeto alieno. Arriva anche la luce in questa canzone come succede nella più luminosa “Contractions 4.4” con le sue stupende epifanie sonore. Il contrasto luce-tenebre è una delle costanti di “Internal with figures, lights. And shadows” che quindi non tradisce di certo il suo titolo. “Lapse94” è un’altra dimostrazione delle nostre parole, canzone tanto “mentale” a nostro giudizio, una delle migliori della serie.
E’ bello perdersi nelle “stanze” di Opera23(“Room 2 e 3”), stanze per il nostro spirito che ha bisogno talvolta di allontanarsi dal fangoso mondo materiale per ritrovare la purezza primigenia. Davvero indovinato il crescendo/climax delle due canzoni, come non notarlo.
Il lavoro di ricamo puntiglioso di Opera23 è una vera delizia da assaporare tutto di un fiato: è la novità che tutti aspettavamo da tempo, quel “quid” di indescrivibile ed insolito che sconvolge le nostre esistenze e ci cambia sicuramente la giornata. Si consiglia una completa ed assoluta “immersione” nella dimensione sonora di Opera23, una dimensione dalle luci talvolta sgargianti…
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