“No regrets”, l’EP d’esordio di Frances P

“No Regrets” è l’EP d’esordio della giovanissima Frances P, nome d’arte dietro cui si cela la cantautrice Francesca Piras, una voce black accompagnata da una chitarra acustica. Lavoro in bilico fra l’R&B e il soul, fra brani più aggressivi ed altri più soffusi, “No Regrets” è registrato interamente in acustico, voce e chitarra, con sovraincisioni minime: l’obbiettivo è quello di puntare all’essenzialità, all’emozionalità della esecuzione live, da buona tradizione blues.

«Ho voluto mantenere la semplicità con cui ho composto le canzoni in camera mia. Ho deciso di registrarlo da una faccia già amica, Andrea Cutri, una persona di cui mi fido ciecamente, un professionista del settore». L’EP prende il nome dal brano “No regrets like mama”, il primo scritto da Frances P nel 2016, ispirata da Paolo Nutini.

«Scrissi nel 2016 “No regrets like mama”, sicuramente la canzone a cui sono più legata perché parla del mio più grande mentore: mia madre. Ricordo di averlo scritto di getto subito dopo aver ascoltato “Scream” di Paolo Nutini; lui, Stevie Wonder e Ed Sheeran sono gli artisti a cui mi ispiro maggiormente». A completare l’EP, altri tre brani: la malinconica “Overwhelmed”, l’energica e sfrontata “I didn’t ask you to come” e la delicata ballad posta a chiusura dell’EP, “Growing pain”, che saluta l’ascolto di “No Regrets” con una nota agrodolce.

«“Overwhelmed” l’ho scritta in un periodo di grande confusione emotiva, infatti il titolo significa “sopraffatto”. Molto spesso mi sento un’anima sperduta, bloccata. In un giorno d’estate, non riuscendo più portare il peso ogni giorno con me, decisi di buttare giù “Overwhelmed”, sputando tutto fuori. “I didn’t ask you to come”, invece, nasce dal mio modo di approcciarmi all’amore. Spesso non penso che sia io a rincorrere qualcuno ma che quella determinata persona, in un modo o nell’altro, venga da me per farmi innamorare e illudere: da qui, appunto, “non ti ho chiesto io di venire”. La canzone che chiude l’EP, “Growing pain”, è forse la più impulsiva. Non mi sento di volerne parlare nel dettaglio ma, a volte, ci sono persone con cui ci si sente semplicemente distante, e il buco al petto che mi ha fatto provare quella distanza ha dato vita al brano: tutto è venuto da sé».

La cover dell’EP è opera dell’artista Salvatore Zoncheddu.

«Per la copertina dell’EP ho voluto espressamente il contributo di Salvatore Zoncheddu, un artista fenomenale il quale si è mostrato fin dal primo momento disponibile e pronto a rimboccarsi le maniche: pieno di fantasia e grinta da vendere».

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