MOKA STONE: in concerto al Lumiere di PISA
Domani, venerdì 7 dicembre, la band MOKA STONE sarà in concerto al Lumiere di PISA (Vicolo del Tidi, 6 – ore 21.30, ingresso 9 euro). Durante il concerto, che segna l’inizio del Tour, la band eseguirà “GRAZIE DI CHE” (IndiePendente-Prima o Poi Sas), il brano presentato sul palco di X Factor 2018 durante la fase delle audizioni.
«”Grazie di che” – sottolinea Gabriele Capri, voce e fondatore della band – rappresenta per me uno sfogo sul sociale e la rabbia che avevo a sedici anni. Questo è un pezzo che scrissi a quell’età e l’ho ritirato fuori ora per esprimere quella stessa rabbia che non è ancora andata via. Quel “fanculo tutti quanti ma grazie di che” è nato come risposta all’insegnamento che ci sentiamo ripetere di continuo, su quanto le brutte esperienze ci aiutino a crescere. Mia madre era tra le persone che provavano a mettere sotto una luce positiva le delusioni ma a sedici anni vedevo le cose come le vedono un po’ tutti gli adolescenti: uno schifo. Oggi do a quel testo lo stesso significato e ho scelto di portare questo brano sul grande schermo per esprimere qualcosa che, secondo me, provano tutti nel profondo. Nell’ambiente di X Factor, poi, quel turpiloquio è diventato anche una provocazione al mondo dei talent ma anche alle persone che mi hanno etichettato solo per aver partecipato».
Il videoclip di “Grazie di che”, diretto da Edoardo Carmignani, è presente su Youtube al link: https://youtu.be/2Fi27CMeeao «Con questo video – racconta Gabriele – abbiamo voluto raccontare com’è nata l’idea. All’inizio io scrivo compulsivamente “x” a caso, come a voler rappresentare un passaggio spirituale, lo stesso che mi ci è voluto per accettare il fatto di andare a un talent. Le scene delle convulsioni rappresentano la voglia di andar via dal talent, di liberarmi dall’etichetta. Il liquido nero incarna la scrittura, il mio sfogo, che, quasi come un’infezione, dal mio corpo si trasmette a tutti i membri della band. Il liquido nero e gli occhi bianchi sono gli elementi che ci hanno uniti, perché adesso lavoriamo al nostro progetto come una cosa sola, con l’intento di portare la nostra musica ovunque. Alla fine del video strappo il foglio con la “X” per far capire che l’etichetta che ci hanno dato si può eliminare».
Biografia:
Gabriele Capri, in arte Moka, ha 22 anni ed è nato a Cenaia in provincia di Pisa. Nel 2012 comincia a stendere le prime rime e le “rappa” su basi che lui stesso si crea, fino a quando nel 2017 incontra il noto produttore Christian Lindemann ed è così che il progetto insieme a lui cresce, si evolve e si trasforma in quello attuale con la connotazione di vera e propria band che ricama tappeti sonori sui flow scritti ad arte da Moka. Una personalità compiuta e forte del suo stesso caos, quella di Gabriele “Moka”, che ispira testi carichi di disagio, rabbia, contestazione a fronte di una realtà acida con le nuove generazioni, poco rassicurante, affatto ospitale. C’è tutto questo e molto di più anche nella musica della band, composta da Pietro Spinelli alle tastiere e al sintetizzatore, Gabriele Guidi alla batteria e alla chitarra elettrica da Lorenzo “Il Palmè” Palmerini. I Moka Stone suonano per esprimersi, per denunciare, rivolgendosi soprattutto a chi mal sopporta le condizioni di un Paese triste. La musica come forma di espressione, il crossover non come scelta artistica ma esigenza di una comunicazione potente, quasi violenta e senza mezzi termini né censure. L’esperienza a X Factor 2018 li fa notare con il brano “Grazie di che”, in cui il desiderio di cambiamento pulsa forte e incuriosisce non poco pubblico e giudici. Crescono sul web creando forte empatia con i ragazzi che nei loro testi trovano comprensione e sfogo. Moka Stone significa rabbia, delusione, sentimenti cantati senza rassegnazione, ma con grinta e passione, trasporto, fino allo sconvolgimento. Musica che squarcia il silenzio e che avvolge chi si sente solo nella propria condizione di insofferenza.
E possiede per questo il dono tra i più importanti dell’arte stessa.