Miqrà – Ultimo piano senza ascensore
“Ultimo piano senza ascensore” è il disco d’esordio dei Miqrà, trio nato tra Siracusa e Catania. Album opera del cantautore Giovanni Timpanaro, del polistrumentista Mario Giuffrida che ha curato tutta la parte ritmica (basso e batteria) e di Gaetano Santagati alle chitarre e lap steel. È un album rivolto alla lirica d’oltreoceano di Tom Waits, album dalle sonorità scure, un album ricco di stimoli. System failure lo ha ascoltato e quelle che seguono sono le nostre considerazioni a riguardo.
Ad ogni goccia, opener dell’album, presenta sonorità tanto malinconiche ed intense allo stesso tempo. Sonorità tipiche del cantautorato italiano si mischiano con suoni postrock a tratti tanto psichedelici. Giovanni Timpanaro offre un cantato pieno di passione, davvero memorabile. Segue Radioattività che comincia con un refrain e poi c’è l’ingresso del basso e del cantato. Piano piano la canzone si apre e ci mostra tutta la sua vivacità. Qui pensiamo di sicuro a sonorità alla De Andrè che si fondono con refrain electro. Tali refrain rendono la canzone tanto ammaliante.
Delay è una canzone alquanto rilassante da ascoltare fuori ad un bar: anche qui come altrove non mancano inserti electro sognanti. Queste sonorità fanno si che il sound della band, ogni tanto sconfini anche nel dreampop, un dreampop singolare perchè vagamente electro. Ecco arrivare La ribellione alla statistica, una canzone tanto intima e poetica che comincia con un arpeggio di chitarra e il solito cantato di Giovanni Timpanaro che rappresenta, senza dubbio la colonna portante di questa band. Dopo la metà la canzone assume sonorità indie rock/post rock che fanno pensare ai REM di qualche decennio fa.
Camilla parte con beat electro e con voce robotica. Arrivano poi le classiche sonorità postrock che contraddistinguono il sound di questa band. Poi c’è una pausa sonora dopo un minuto e poi la canzone riprende con il ritmo iniziale. Stupendi sia i refrain che gli arpeggi in questa canzone, canzone che finisce con una melodia electro davvero accattivante. Fellini e Charlot segue le sonorità intime di La ribellione alla statistica. Anche qui tanta poesia che mira a suscitare emozioni irripetibili. Aure sonore rendono la canzone a tratti, tanto luminosa. Anche in Fellini e Charlot sonorità postrock/alternative rock che fanno pensare ai REM di qualche decennio fa. Qua e là nel disco pensiamo anche ad alcune canzoni di Vasco Rossi per il cantato e per alcune melodie pop rock.
Per colpa del cemento è tanto sognante, ci accarezza con le sue impressioni sonore tanto soffici. Una cosa che mi manca di te parte con sonorità lievi e con un cantato/parlato. Verso la fine la canzone si apre con sonorità post rock alla God is an astronaut. Davvero splendide queste ultime sonorità. Serotonina chiude il tutto con i suoi arpeggi semplici e il cantato sempre emozionante del lead vocalist. Poi dopo i due minuti arrivano tappeti sonori viaggianti come spesso succede nel disco.
Un disco profondo Ultimo piano senza ascensore, un disco che tra “illuminazioni” e spazi stupendamente poetici è ideale per portare la mente e la fantasia lontano da tutto, in quel luogo dove non si arriva con l’ascensore, come suggerisce il titolo, in quel luogo dove si arriva solo grazie al nostro io più profondo e grazie ad esperienze vissute intensamente. Infatti, come non annotarlo, i testi oltre che poetici sono spesso laceranti e trasmettono un vissuto pieno di pathos. Allora un plauso per Miqrà, band che sa conquistare il suo pubblico con sonorità che solo apparentemente sembrano essenziali, sonorità tanto sofisticate e ricercate….