Michele Anelli – Sotto il cielo di Memphis

L’esistenza a volte sembra vuota e senza senso, un esistenza che può essere piena di accidia, di inerzia totale, sia fisica che mentale. Il disco di Michele Anelli, invece, riempie di senso e di contenuti la nostra esistenza…

E’ un disco che trasmette poesia, amore per la musica, amore per la vita. E’ un disco che trasmette un piglio tanto indie, tanto verace e genuino, un disco dalle sfumature rock, blues, folk, un disco di un grande cantautore contemporaneo con il cuore pieno di cose da dire, con l’anima traboccante di versi da cantare.

“Sotto il cielo di Memphis” non è solo un viaggio musicale: è un viaggio di sensazioni, di emozioni, di parole, di immagini colorate e sgargianti.

Ascoltando “Sotto il cielo di Memphis” troviamo melodie delicate, leggiadre, soffici come ovatta, troviamo armonie splendide e fiammanti, un cantato accattivante e carismatico allo stesso tempo, un’esecuzione mirabile, un songwriting tanto ben calibrato, è un disco pregno di qualità da parte di un artista che riesce ad offrire un mondo interiore davvero sterminato, un disco che mette in mostra anche produzione, mix e master notevoli.

Come non notare “Quello che ho”, una canzone tanto ritmata, poetica, eccezionale, una canzone con doppio cantato che a tratti fa rabbrividire. Un lirismo stupefacente attraversa le varie canzoni e in “Tenerezza” e in “Ballata arida”(canzone che troviamo in duplice versione) raggiunge l’apice. “Tenerezza”, tra l’altro, è una canzone che sembra voler trasformare un sentimento, la tenerezza, in onde musicali tenui, impercettibili. Che bel climax troviamo in questa canzone!

Ascoltando “Sotto il cielo di Memphis” viene da pensare a film “on the road” come “Wild” o “Into the wild”: lo spirito peregrino, ramingo primeggia nell’album di Michele Anelli.

Le frasi di chitarra, in “Fino all’ultimo respiro” come in altre canzoni, disegnano un trama preziosa: in “Fino all’ultimo respiro” poi supportate queste frasi da un cantato elettrizzante che a tratti mi ricorda il maestro Battiato. “Sono chi sono”, invece, trasmette note di malinconia.

Il disco di Michele Anelli è una “cornucopia” di parole e immagini folgoranti e i vari arrangiamenti mirano a far brillare come diamante questo professionista della parola e delle vibrazioni dell’assoluto. Il “bilancino dell’anima” presente in voi stessi potrà misurare con precisione le sfumature del creato e dell’io interiore che questo artista ci propone…

“Escluso il cielo” è una canzone simbolo del disco: la leggiadria, il lirismo, le onde sonore a tratti appassionate, i suoni onirici, luminosi, tutto per trasmettere un viaggio mentale meraviglioso…Grande effettistica in “Ho sparato al domani”, una canzone psych che per alcuni passaggi può mandare la mente tranquillamente ai mitici Pink Floyd.

La parole sembrano non riuscire a descrivere in modo completo le emozioni che si provano dentro con l’ascolto di “Sotto il cielo di Memphis”, un disco che, nonostante alcuni tratti intimi e delicati, risulta come un fiume in piena, come torrente che ci travolge, come marosi incontenibili, un disco struggente per coloro che ancora sanno sognare, lontani dal fangoso mondo materiale senza senso.

Allora “Resta libero” ascoltatore e assapora quanta pienezza dell’anima si può trovare “Sotto il cielo di Memphis”….lontano dal mainstream mediatico, lontano dall’imperante video-sfera che tutti soggioga….